san lorenzo

Perché si festeggia San Lorenzo?

Affrettatevi nel trovare un posto possibilmente non inquinato dalle luci artificiali e assicuratevi che il cielo sia sereno così da poter ammirare le stelle cadenti! Sono sicuramente uno spettacolo sempre bello da vedere, ma vi siete mai chiesti perché siano associate a San Lorenzo? E perché il 10 agosto di ogni anno viene festeggiato? La storia si perde nella notte dei tempi, tra leggende e ispirazioni di artisti e poeti come Giovanni Pascoli, che associò le Perseidi a lacrime celesti per il martirio del santo.

Chi era San Lorenzo?

Ad oggi, San Lorenzo è riconosciuto come il patrono di diaconi, cuochi, librai, bibliotecari, pasticcieri, vermicellai, pompieri, rosticcieri e lavoratori del vetro. Tuttavia, la storia di questo martire non è così corposa come possiamo immaginare.

Questo sebbene in passato fosse notevolmente conosciuto e festeggiato. Sappiamo soltanto che era originario della Spagna (Osca, Aragona) e che completò gli studi umanistici a Saragozza, dove tra l’altro incontrò il futuro Papa Sisto II. Tra i due nacque una forte amicizia che li portò a trasferirsi a Roma, città in cui quest’ultimo divenne Vescovo e affidò a Lorenzo il ruolo di arcidiacono. Di lì a poco, comunque, i tempi stavano diventando bui per i due amici: nel 258, l’imperatore Valeriano mise a morte, con un editto, tutti i vescovi, presbiteri e diaconi. Infatti, Papa Sisto fu arrestato insieme a quattro suoi diaconi (tra cui Lorenzo) e fu giustiziato il 6 di agosto.

La volta di Lorenzo arrivò il 10, giorno in cui verrà canonizzato, e la sua morte si perde nella leggenda. Infatti, non c’è alcuna certezza sul fatto che sia stato arso vivo su una graticola, ma la “tradizione” vuole che sia così.

Fonte foto: chiesadimilano.it

La notte di San Lorenzo tra leggenda…

Tutti noi siamo cresciuti con la tradizione che vuole le stelle cadenti come una buona occasione per esprimere i nostri desideri più grandi. E infatti è una consuetudine destinata a vivere ancora più a lungo. A mio parere è la più affascinante e suggestiva che sia stata mai concepita. Questa, comunque, sembra essere la tradizione “profana” o comunque dei giorni nostri.

Un’altra interpretazione delle stelle vuole che queste siano evocative dei carboni ardenti con cui fu martirizzato il santo. Scavando ancora più indietro nella storia, scopriamo che diversi popoli antichi come Greci e Romani avevano il proprio bagaglio mitologico su quest’evento astronomico. Per i primi, infatti, si trattava delle scintille prodotte dal carro di Febo, rubato dal figlio Fetone; gli Spartani affidavano a queste stelle la deposizione dei propri monarchi.

A Roma le stelle erano associate al seme del dio della fertilità Priapo, che ricadendo sulla Terra avrebbe reso fertili i campi. Nell’antica Persia, gli zoroastriani associavano le Perseidi a demoni in fuga portatori di sventura, e una simile interpretazione era comune anche presso l’antica tradizione cinese. L’esatto contrario di quanto accadeva in Occidente.

…e scienza

La scienza, lontana da ogni tradizione e da ogni costume sia religioso che popolare, ci spiega molto bene il fenomeno delle stelle di San Lorenzo. Questo è dovuto dal passaggio annuale di uno sciame meteorico ribattezzato col nome di Perseidi. Già dai primi di agosto possono essere visibili dalle 22 alle 4 del mattino, e il picco di visibilità di queste piccole meteore c’è nella notte tra l’11 e il 12 agosto.

Questo accade quando la Terra, nel fare il suo abituale giro attorno al Sole, tocca l’orbita di una cometa che dietro di sé ha lasciato una scia di detriti, e dunque di piccole meteore. Non allarmiamoci, però: non è un fenomeno pericoloso: queste ultime sono così piccole che, pur entrando nella nostra atmosfera, non toccheranno mai il suolo. Questo perché per attrito iniziano a bruciare fino alla totale “consumazione”, creando di conseguenza le magnifiche scie luminose che vediamo a ogni passaggio di queste stelle cadenti.

Fonte: ilnuovomagazine.com

Ora non ci resta altro che godersi la notte di San Lorenzo con qualche pillola in più, seduti da qualche parte senza il fastidio di lampioni o altre illuminazioni artificiali e con gli occhi puntati verso il cielo.