Giulia Tramontano aveva 29 anni ed era incinta di sette mesi. Quante volte lo abbiamo sentito da domenica 28 maggio, quando il compagno Alessandro Impagnatiello ne ha denunciato la scomparsa.
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Chi era Giulia
Giulia era originaria di Sant’Antimo, in provincia di Napoli ma da cinque anni si era trasferita a Senago, Milano. Lavorava per una società immobiliare e conviveva con Alessandro Impagnatiello dal quale aspettava un bambino. Tutti giorni sentiva al telefono la mamma per raccontarle di come stava preparandosi alla nascita di Thiago e del corredino che gli stava preparando. I vicini di casa dicono fosse più taciturna del compagno, ma molto tranquilla.
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Gli antefatti
Da circa un mese Giulia sospetta che il fidanzato la tradisca e, infine ne ha la conferma. Lui da mesi porta avanti una storia parallela con una collega americana. Entrambi lavoravano al bar dell’Armani Hotel di Milano. Sembra che anche questa ragazza sia rimasta incinta nello stesso periodo di Giulia ma che poi abbia deciso di abortire. Anche lei sospetta che Alessandro Impagnatiello non gliela racconti giusta. Alla fine lui le parla di Giulia, la definisce disturbata e afferma che il figlio che sta aspettando non è suo. Sabato scorso le due donne si incontrano e si raccontano le loro vite, chiedono anche al loro “fidanzato” di raggiungerle ma lui non si presenta.
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I fatti
Giulia torna a casa arrabbiata da quanto ha saputo sul padre del suo bambino e vuole chiarirsi con lui. È ovviamente furiosa ma forse spera di poter aggiustare le cose. Lei non sa che lui sta cercando su google il modo per ucciderla e farla sparire. Quando arriva a casa, forse litigano o forse no. I vicini dicono di non aver sentito voci. Magari non le ha dato il tempo di parlare. Per lui lei era di troppo. Del figlio non sappiamo cosa pensasse. La accoltella e poi tenta di bruciare il cadavere nella vasca da bagno. Mi chiedo se quando l’ha cosparsa di alcol e ha acceso il fiammifero Thiago fosse già morto. Poi in una rimessa riprova ma ancora una volta non ci riesce a incenerirli. Allora li carica in auto e li porta via, ma per farlo ha trascinato il corpo di Giulia per due rampe di scale ed è proprio sulle scale che i carabinieri troveranno le tracce. Li scarica a poche centinaia di metri da casa loro avvolti in teli e sacchi di plastica, dietro a un box, tra l’erba alta. Tra l’accoltellamento e l’abbandono trova il modo di scrivere all’altra donna: “Giulia se n’è andata. Il figlio non è mio. Sono libero.” Cerca anche di vederla la stessa sera ma lei ha paura e non accetta di incontrarlo.
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Faccia d’angelo
Il padre di uno degli amici di Alessandro Impagnatiello lo descrive come il più bello della compagnia “con la faccia d’angelo”. Non riesce a credere che abbia compiuto un gesto tanto disumano. La nota criminologa Roberta Bruzzone lo definisce un narcisista patologico incapace di provare emozioni, interessato solo a sé stesso e pronto a eliminare qualsiasi ostacolo si frapponga tra lui e la realizzazione dei suoi desideri. Non ha minimamente pensato che avrebbero potuto scoprirlo. Ieri sera si è recato al suo appartamento per prendere alcune cose mentre i carabinieri stavano facendo i rilievi e solo quando gli hanno mostrato le tracce ematiche che avevano trovato è crollato.
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La cronaca in diretta tv
La notizia che il compagno di Giulia era indagato per omicidio è arrivata mentre stava iniziando la trasmissione Chi l’ha visto? e Federica Sciarelli, la conduttrice, ha gestito la puntata in collegamento con la famiglia della ragazza. Per tutta la diretta ha cercato di mantenere viva la speranza della madre pur se era chiaro ormai l’epilogo della vicenda. Alessandro viene portato in caserma, il volto nascosto da un cappellino e un cappuccio. Non sono riuscita a non pensare all’arresto di Enzo Tortora al quale non fu permesso, ma nemmeno lo avrebbe voluto certo della sua innocenza, di nascondere il viso.
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Le dichiarazioni
La pm Alessia Menegazzo, titolare delle indagini dei carabinieri, ha dichiarato in conferenza stampa:
“L’analisi delle ricerche in rete ci ha consentito di comprendere le modalità con le quali l’indagato ha deciso di uccidere la compagna e di come di disfarsi del cadavere. Le modalità erano state pensate, studiate e organizzate. Per questo è stata contestata la premeditazione”.
Una nota del Gruppo Armani ed Emaar Properties PJSC, azienda proprietaria di Armani Hotel, dove lavorava Alessandro Impagnatiello così afferma:
“Il signor Impagnatiello era stato sospeso dalle sue mansioni di barman presso l’Armani Hotel di Milano. Fatti del genere – ha aggiunto il Gruppo Armani – non sono tollerabili in una società civile. Episodi come questo non possono e non devono verificarsi, mai”.
Chiara Tramontano, sorella di Giulia, pubblica in una storia su Instagram i suoi pensieri.
“Grazie. Grazie di averci dato la speranza di trovarla. Grazie di averci creduto e aiutato. Grazie dal profondo del cuore di una famiglia distrutta, di fratelli che non hanno avuto la possibilità di cullare il proprio nipote. Di genitori che sono stati privati del diritto di essere tali. La nostra famiglia sarà per sempre unita come in questa foto”, aggiunge, condividendo un’immagine che ritrae tutti insieme, sorridenti, mamma, papà e figli.”
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Ancora una volta una donna è stata uccisa dalla stessa mano che prima l’aveva accarezzata. E stavolta con lei c’era anche il suo bambino che sarebbe nato tra due mesi. Sui social il cordoglio di tante donne è contrassegnato da #losapevamotutte.
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Monica Giovanna Binotto è un nome lungo e ingombrante ma è il mio da 57 anni e ormai mi ci sono affezionata. Ho sempre amato leggere. Fin da bambina. E anche scrivere, ma senza mai crederci veramente. Questo mi ha aiutato negli studi. Ho una laurea in Economia e Commercio e una in Psicologia dello Sviluppo. Da cinque anni faccio parte di un gruppo di lettrici a voce alta, le VerbaManent, con il quale facciamo reading su tematiche importanti sempre inquadrate da un’ottica femminile e mi occupo di fare ricerche e di scrivere e assemblare i copioni. Negli ultimi due anni, per colpa o merito di questa brutta pandemia che ci ha costretti in casa per lunghi periodi, ho partecipato a diverse gare di racconti su varie pagine Facebook e mi sto divertendo tantissimo anche perché ho conosciuto tante belle persone che condividono i miei stessi interessi.