Bentrovati impasticcati! In questa nuova “pasticcotta” -parte due- della nostra fichissima rubrica, narreremo finalmente le oggettive (o meno) imprese del nostro amato Ser Chisciotte. Cercando di comprendere, come mai, la sua figura sia così importante ed interessante nella letteratura moderna che viene presentata ai ragazzi. Carica, miei prodi!
Chisciotte e la satira del romanzo
Partiamo con il dire che la trama di questo manoscritto, è pura “satira” verso un mondo, che i più grandi autori descrivevano come qualcosa di quasi inarrivabile per chi, non era …un cavaliere. E invece, grazie ad una fantastica capacità che don Alonso Quijano -in arte Chisciotte – aveva… tutti, in qualche modo, possono essere quello che vogliono.
Fonte: Patria Letteratura
Trama e personaggi
Egli era nobiluomo della Mancia (non la paghetta settimanale, bensì una regione centrale della Spagna) ed era anche un grande appassionato lettore di romanzi cavallereschi. Egli li divorava al punto da non riuscire a distinguere la realtà dalla finzione. Alonso si convince così di essere un cavaliere errante, con il grande compito di proteggere i deboli e gli oppressi e di tener fede ai valori dell’onore, della cortesia e della cavalleria tipici di un vero cavaliere. Don Alonso si trasforma così, come un vero Super Sayan, in Don Chisciotte, immaginando di poter ottenere, grazie alle sue imprese, la corona di Imperatore di Trebisonda. Egli si muove all’avventura con Ronzinante, il suo malconcio cavallo. Secondo i canoni della cavalleria, che, pur pazzo, don Alonso segue meticolosamente, egli necessita di una dama da servire e del cui amore essere degno: don Chisciotte crea così nella sua testa la principessa Dulcinea del Toboso, corrispondente in realtà alla contadinotta Aldonza Lorenzo. Qualche capitolo piu in là, nel primo libro, verrà affiancato da un semplice contadino, Sancho Panza, che Ser Chisciotte nominerà suo prode scudiero. Non contento si reca quindi in un’osteria, che ai suoi occhi pareva essere un gran castello sfavillante, facendosi nominare cavaliere dall’oste, che lo asseconda, divertito, nella sua follia.
Le leggendarie imprese di Chisciotte
Ma di eroici cavalieri non abbiamo più notizia;
Proprio per questo, Sancho, c’è bisogno soprattutto
D’uno slancio generoso, fosse anche un sogno matto (…)
Le sue imprese più ardue furono: aver scambiato un mulattiere per ladro e aver provocato una zuffa. Liberare un giovane da un contadino che, per punirlo, lo stava percuotendo. Ma anche se egli si era rivolto con autorità all’uomo, non appena aveva ripreso il cammino, il contadino ricomincia con a menare più forte. Il cavaliere, inoltre, incontrò successivamente dei mercanti che stavano andando a comprare della buona seta e gli intimò di fermarsi e ammettere che Dulcinea del Toboso (ovvero l’ipotetica donna che lui amava) fosse la dama più bella che si fosse mai vista sulla faccia della Terra. Questi si fecero beffa del povero Chisciotte e lo bastonarono sonoramente. Così per sport. Il protagonista, delirante, verrà poi riconosciuto da un contadino, che lo riportò a casa dove il nipote e la governante, con l’aiuto del curato, della parola di Dio, e di tutti Santi e pure del barbiere del paese, prendono la decisione di bruciare tutti i suoi romanzi cavallereschi, nella speranza che Don Chisciotte torni in sé. Evitandone a lui la lettura….
Ma lo sappiamo, che ad ogni uomo che si rispetti, quando una cosa (che a lui piace tanto) viene negata, questa diventa ancora pio ossessiva e il Buon Chisciotte non si perde d’animo e….
…e cosa ci insegna questa prima parte?
Ci insegna che nulla può il potere dei libri e soprattutto della mente di una persona, che vi si ritrova. Non ci è dato sapere chi fosse don Alonso Quijano prima di essere il nostro amato Chisciotte. Però una cosa la sappiamo, ovviamente quando ci si trova a non essere “uguale” a chi è vincente, la figura del vincete provi a costruirtela in qualche modo no, a modo tuo… no?
Concludiamo così la seconda parte delle nostre pasticcotte letterarie sul nostro caro eroe, e ci rivediamo nella prossima puntata, quando incontreremo i cattivissimi mulini a vento.
Vi aspetto!!
Mi chiamo Alessia, scrivo per difendermi, per proteggermi e per dare una mia visione del mondo, anche se in realtà io, una visuale su tutto quello che accade, non ce l’ho, e probabilmente non l’ho mai avuta. Ho paura di ritrovarmi e preferisco perdermi.
Culturalmente distante dal pensiero comune. Emotivamente sbagliata. Poeticamente scorretta. Fiore di loto, nel sentiero color glicine. Crisantemo all’occorrenza. Ho più paure che scuse. Mi limito a scrivere e leggere la vita. Mi piace abbracciare Biscotto, anche da lontano. Anche se per il mondo di oggi sembra tutto più difficile.
Scrivo per questo magazine da circa un anno. Ho pubblicato anche un libro ( ma non mi va di dire il titolo perché qualcuno penserebbe “pubblicità occulta”). Ho aperto un mio blog personale: “Il Libroletto” dove recensisco libri per passione.