Fonte Copertina: Pinocchio per AfCinema
Buongiorno miei cari impasticcati, come state? Oggi continuiamo il nostro avanzare tra le pagine de “Le avventure di Pinocchio” e ci addentriamo sempre di più nel romanzo di formazione che avevamo trattato nella precedente pasticca letteraria.
Pinocchio, solo un romanzo di formazione?
Fonte: Biblioteca Toscana
Pinocchio, è stati riproposto al cinema come film d’animazione della Disney e come live in action con la straordinaria interpretazione di Benigni, nel film girato da Matteo Garrone e rivisitato poi in tutte le salse, rendendolo, molto più adatto ai ragazzi (e ai bambini) che si apprestano nella lettura della fiaba. Ma come forse una parte di voi sa, Pinocchio non è poi cosi “semplicistico” come lo dipinge la Disney, ma ha tantissime chiavi di lettura, ed altrettanti significati, alcuni dei quali un po’ “inquietantelli“.
Chi è davvero Pinocchio?
Nell’altro articolo ci siamo soffermati, anche su alcune presunte voci sulla dedizione di Collodi, verso la massoneria. Voci che non hanno mai avuto un chiaro riferimento, ma che da sempre sono circolate, ed anche Pinocchio, pare avere dei risvolti di tipo massonico.
La fiaba di Pinocchio, la conosciamo più o meno tutti, un burattino di legno un pò monello, che decide di non dare ascolto a nessuno, neppure alla sua stessa coscienza e al suo babbo Geppetto.
Collodi ha ispirato poeti, registi, cantanti, cartoni animati, con questo suo meraviglioso racconto: ovvero quello del percorso di un pezzo di legno che diventa vita. Non ci sono principesse, non ci sono eroi, ma ci fa riflettere in primis sul valore “vivifico” della natura: ovvero che, anche gli alberi abbiano un’anima e possano parlare e simbolicamente che la vita arida dell’inizio si può trasformare davvero in qualcosa di magico e avventuroso, anche per qualcosa di cosi estremamente “semplice”.
La visione Massonica
Chi ha un po’ conoscenza e interesse verso il percorso iniziatico della massoneria rivede e riconosce nel percorso del pezzo legno alla vita, una sorta d’iniziazione di qualcuno che vuole diventare massone: ovvero passare dall’aridità e dal buio dell’ignoranza alla luce della conoscenza.
Infatti per queste personalità mistiche, all’inizio una persona non ha conoscenza, e si trova nell’oscurità, in questo modo simbolicamente colui che intraprende questo cammino é come un pezzo di legno da scolpire, limare, intagliare, sdrucciolare e da stimolare verso la sapienza.
Inoltre se non lo sapete, nel vero libro di Collodi, e non nella rivisitazione Disney, Pinocchio alla fine, muore impiccandosi ad un albero, e qui rivediamo il cercare fortemente anche nella morte il ricongiungimento, della morte alla propria nascita. In questo caso specifico, l’albero ci riporta al legno.
La figura della fata anche se…
Dal film di Matteo Garrone
Per quanto riguarda la fata turchina sappiate che non è proprio come sembra. Perché questa fata, nel libro vero e proprio di Collodi, non è una fata ma una bambina. Una bambina davvero speciale. Ma torniamo però alla figura alla quale siamo abituati. Molti identificano la fata turchina come la rappresentazione umana (e grafica) della massoneria stessa che attraverso la pazienza, la capacità e la bellezza, riporta la luce a Pinocchio. Ella è colei che porta il nostro dall’essere materia ad essere superiore, appunto da legno a vita.
Pinocchio è esistito realmente?
Questa fiaba è sicuramente ricca di suggerimenti sia di tipo misterioso, di richiami verso mondi davvero inesplorati, ma anche ricca di realtà perché indiscrezioni e documenti riportano l’origine della scelta di Collodi di scrivere Pinocchio ad uno scavo avvenuto nel cimitero delle Porte Sante a Firenze- che portarono alla luce i resti di un corpo di un uomo molto basso, senza arti inferiori, senza naso e senza mani, ma al posto degli arti e del naso aveva delle protesi di legno. L’identificativo sulla sua pietra lapidaria era quella di Pinocchio Sanchez nato nel 1760.
La storia di Carlo “Pinocchio”
Cimitero delle Porte Sante: Fonte Mapio.Net
Egli faceva parte della famiglia Sanchez ed pare sia stato arruolato nell’esercito all’età di 18 anni per combattere la guerra per l’indipendenza dell’Italia, ed era affetto da nanosomia o microsomia e per 15 anni stette comunque nelle retrovie dell’esercito, nonostante l’handicap del nanismo
Fu in quei 15 anni di guerra che gli amputarono le gambe, le mani, e in parte il suo naso, così tornò a casa come uno storpio. Su una delle protesi ritrovate c’era anche un altro nome Carlo Bestulci .
Allegorie e simbolismo
Pinocchio, il burattino è fondamentalmente un essere buono e ingenuo ma che cade spesso nelle disgrazie e tentazioni, si lascia trascinare dai sogni, dalle chimere, dai cattivi, da chimere e brutte compagnie, rappresentate e scritte in diversi personaggi quali Lucignolo, il Gatto e la Volpe, e luoghi di perdizioni come il Paese dei Balocchi. La piccola Amsterdam della fantasia.
La favola evidenzia la vacuità e la superficialità del seguire strade dalla gratificazione immediata che promettono la ricchezza e la felicità, senza nessun tipo di impegno, o di sudore ma che in verità conducono in un luogo di perdizione che trasforma persone, ingenue ed inconsapevoli in ciuchini, come schiavi ignoranti e assoggettati, incapaci di potersi ribellare. Senza la conoscenza adeguata, che crea la cultura non ci si salva da nulla.
Ogni animale o personaggi, ha un ruolo fondamentale ed è proprio un’allegoria vivente, rappresenta la crescita, lo sviluppo o l’ignoranza e la regressione infantile del nostro burattino. Tutti questi simboli, questi animali compongono un teatro dialettico che delinea in modo molto chiaro e semplice come l’uomo o il giovane sia naturalmente incapace di operare con giustizia e che non può raggiungere la salvezza se ad intervenire non è un aiuto superiore. Che non sono sicuramente i personaggi negativi della storia.
Insomma una fiaba che a molti risulta solo essere quello che è: un racconto per bambini. Ma in realtà Pinocchio non è solo questo. Ed è davvero affascinante e culturalmente necessario cercare di andare oltre alle apparenze e alla semplicità, di qualcosa che proponiamo ai piu piccoli. E’ importanti farsi domande e informarsi. Ce l’ha dimostrato Collodi che il significato vero di qualsiasi scritto o opera d’arte, deve essere qualcosa che porti sia alla conoscenza personale ma anche all’interpretazione introspettiva più personale.
E per voi, Pinocchio è solo Pinocchio?
Mi chiamo Alessia, scrivo per difendermi, per proteggermi e per dare una mia visione del mondo, anche se in realtà io, una visuale su tutto quello che accade, non ce l’ho, e probabilmente non l’ho mai avuta. Ho paura di ritrovarmi e preferisco perdermi.
Culturalmente distante dal pensiero comune. Emotivamente sbagliata. Poeticamente scorretta. Fiore di loto, nel sentiero color glicine. Crisantemo all’occorrenza. Ho più paure che scuse. Mi limito a scrivere e leggere la vita. Mi piace abbracciare Biscotto, anche da lontano. Anche se per il mondo di oggi sembra tutto più difficile.
Scrivo per questo magazine da circa un anno. Ho pubblicato anche un libro ( ma non mi va di dire il titolo perché qualcuno penserebbe “pubblicità occulta”). Ho aperto un mio blog personale: “Il Libroletto” dove recensisco libri per passione.