Provate ad immaginate il vostro stupore se scopriste che, al di sotto di un colle o di una zona boschiva di vostra conoscenza, vi fosse nascosto un enorme edificio antico di millenni.
È ciò che è successo in Turchia, in quel che fu l’antica città di Mastaura, parte della provincia romana di Asia. Situata nella zona nord della regione di Carnia, nell’Anatolia occidentale, l’insediamento si trovava nelle vicinanze dell’attuale Nazilli, città della provincia di Aydin e nella regione turca dell’Egeo. Al di sotto di quel che sembrava una collina coperta da alberi e arbusti hanno iniziato a spuntare imponenti mura di mattoni, ritrovate dagli archeologi grazie ad alcuni appunti lasciati ai posteri dai viaggiatori che hanno visitato la zona all’incirca a 200 anni fa.
“Mastaura fu abitata per circa 2500 anni”, spiega Sedat Akkurnaz, uno dei membri del dipartimento di archeologia dell’Università Aydin Adnan Menders, ai microfoni dell’agenzia di stampa turca Ihlas, “I residenti si sono trasferiti a Nazilli 200 o 300 anni fa; Mastaura è un insediamento antico e importante che è stato conosciuto per quasi due secoli. Quando i viaggiatori europei vennero a visitare l’Anatolia, nel diciottesimo secolo, visitarono anche Mastaura e in seguito condivisero varie informazioni a riguardo. Quando abbiamo esaminato gli appunti di quei viaggiatori abbiamo notato che stavano fornendo informazioni molto interessanti riguardo Mastaura, in particolar modo in merito al fatto che era presente un anfiteatro. Abbiamo quindi intensificato le ricerche dell’arena e abbiamo scoperto dov’era localizzata”.
Il ritrovamento è inizialmente avvenuto nell’estate 2020, ma il team ha dovuto attendere diverso tempo prima di ottenere il permesso di scavo da parte del Ministero Turco della Cultura e del Turismo, il quale non è nuovo a misure e procedure particolarmente rigide per la gestione di ricerche archeologiche. Gli esperti hanno dunque finalmente potuto procedere con le operazioni di rimozione di alberi e cespugli, e con la messa in sicurezza dell’edificio dalla progressiva crescita della vegetazione.
Le prime indagini hanno collocato la struttura attorno al II secolo d.C., quando l’impero romano era guidato dalla dinastia dei Severi (193-235 d.C.), dinastia che annoverava tra i suoi regnanti Settimio Severo e il celebre Caracalla. Grazie agli aiuti dell’amministrazione romana, la città di Mastaura fu difatti molto attiva in quel periodo e fu protagonista di una vivida crescita economica, il che giustificherebbe la realizzazione di un anfiteatro tanto imponente.
Nonostante l’arena sia più piccola del ben più celebre Anfiteatro Flavio di Roma, altro nome del Colosseo, le sue dimensioni rimangono importanti: se il Colosseo è alto circa 48 metri, con un’arena approssimativa di 87 x 55 metri, e ospitante su per giù 50.000 persone, l’anfiteatro di Mastaura è alto all’incirca 25 metri, poteva contenere dalle 15.000 alle 20.000 persone e disponeva di un’arena di 40 x 30 metri. Ma non vi era differenza in ciò che invece accadeva al loro interno: gli spettatori accorrevano da tutte le provincie vicine per assistere ai sanguinosi spettacoli di combattimento, dai gladiatori agli animali feroci, non meno cruenti di quelli organizzati nella capitale dell’Impero. I due edifici presentano anche una simile disposizione strutturale, come aree private di intrattenimento e stanze riservate ai gladiatori in attesa di combattere.
Secondo alcuni studiosi, l’area in cui si trovava Mastaura era soggetta a frequenti sismi e la città fu ricostruita più e più volte nel corso dei secoli, fino a ritrovarsi ora sepolta sotto il suolo per oltre l’80%. E nonostante i danni provocati dal peso del terreno che per secoli l’ha custodita, Umut Tuncer, capo del Consiglio di Amministrazione della Cultura e del Turismo di Aydin, afferma come sia stata in realtà proprio questa la “fortuna” dell’edificio, ciò che potrebbe renderlo oggi l’unico anfiteatro in tutta la Turchia ad aver conservato una struttura integra.
Gli archeologi si aspettano di ritrovare traccia anche di altri insediamenti attorno a Mastaura e il team sta ora collaborando con il Museo Archeologico di Aydin, assieme alla città di Nazilli, per riparare la struttura dell’anfiteatro, in particolar modo le crepe presenti nelle mura. Gli studiosi hanno in programma di condurre indagini geofisiche per esaminare con accuratezza le zone sepolte dell’arena e utilizzare scansioni laser per ricostruire un’immagine virtuale 3D dell’edificio.
Una scoperta straordinaria che ci ricorda quanto ancora di inesplorato sia presente attorno a noi.
Giappone, archeologia, storia antica, videogiochi, horror, astronomia, marketing, scrittura. Sono felice quando gioco a Dragon Quest e quando tocco qualcosa di antico. Ho troppi interessi ed è per questo che amo scrivere: perché mi permette di viverli tutti.
Nata a Vicenza, sono laureata in Lingua Giapponese presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia. Ho vissuto per 1 anno a Sendai, nel Tohoku, e 2 anni a Napoli; mi sono specializzata in marketing e in quest’ambito lavoro ora nell’ufficio Marketing e Comunicazione di un’azienda TLC&ICT.. Il mio motto? 必要のない知識はない