Al teatro Sannazaro in scena fino a domenica 15 dicembre, Mettici la mano di Maurizio De Giovanni con Antonio Milo, Adriano Falivene ed Elisabetta Mirra per la regia di Alessandro D’Alatri.
La commedia in scena per il quarto anno consecutivo, nasce dall’inesauribile e versatile creatività di De Giovanni e calca i palchi più prestigiosi d’Italia con platee gremite come fosse la prima volta.
Mettici la mano al teatro Sannazaro di Napoli
Il sipario del più antico teatro napoletano si apre su uno scantinato, tra polvere e sirene in lontananza che preannunciano un imminente bombardamento. Siamo nel 1943, Napoli è campo di battaglia e chi può trova rifugio un livello al di sotto del mare. In scena, una statua: è la Madonna Addolorata che, dopo la distruzione della chiesa che la ospitava, è rimasta miracolosamente intatta e portata in salvo. Proprio lì, accanto a lei, troveranno rifugio tre personaggi, Bambinella (Adriano Falivene), il brigadiere Raffaele Maione (Antonio Milo) e Melina (Elisabetta Mirra), che condivideranno alcune ore lontani dalla luce del sole, al riparo da bombardamenti sempre più vicini, sviscerando e risolvendo la vicenda che ha portato all’arresto della giovane ragazza.
Tre anime partenopee accomunate da una città dominata da abusi di potere, sofferenza, discriminazione, ma anche umanità e valori. Sarà Bambinella, femminiello dedito alla prostituzione e costantemente aggiornato su tutte le vicende di quartiere, a moderare un dialogo serrato tra i tre: un interrogatorio che porterà il brigadiere ad individuare il movente dell’omicidio commesso da Melina ai danni del Marchese di Roccafusca. Un confronto che assume i contorni di un vero e proprio processo che vedrà la presenza della Madonna, tra fede e superstizione, vegliare su di loro e scagionare la colpevole in un delicato disvelamento della verità.
Si sorride grazie al travolgente talento e l’allegra freschezza recitativa di Falivene; si rivive l’ingiustizia del tempo sconfitta dalla voglia di vivere con la struggente recitazione di Mirra; ci si commuove con il burbero brigadiere interpretato da Milo, che sul finale mostra il suo tenero lato paterno.
La regia di Alessandro D’Alatri che ha accompagnato De Giovanni nella serie televisiva Il Commissario Ricciardi e le musiche di Marco Zurzolo creano una cornice perfetta. La spontaneità dei dialoghi, così realistici, frivoli ma allo stesso tempo profondi, conferiscono un’emotività e sensibilità commovente, senza mai tralasciare quella leggerezza necessaria.
La penna di Maurizio De Giovanni sembra aver trovato, ancora una volta, la sua voce sul palco di un teatro. E la platea in piedi ad applaudire ne dà l’ennesima conferma.
Laureata in marketing e masterizzata in comunicazione e altro che ha a che fare con la musica. Fiera napoletana, per metà calabrese e arbëreshë, collezionista compulsiva di vinili, cd o qualsiasi altro supporto musicale. Vanto un ampio CV di concerti e festival.