Lo Stabile Mercadante è un teatro partenopeo molto antico. La sua storia si collega ad interessanti avvenimenti storici e culturali, in particolare alla cacciata dei Gesuiti dal Regno di Napoli e alla confisca dei loro beni. È da qui che fu creato il Fondo di separazione dei lucri nella seconda metà del secolo XVIII, gestito da una società militare che si dedicò alla costruzione del Teatro che prese il nome di Teatro del Fondo, appunto. Fu inaugurato il 31 luglio dell’anno 1779 con L’infedele Fedele, libretto di Lorenzi, musica di Cimarosa. Quest’opera venne eccezionalmente provvista di coreografie, che, a quel tempo, erano realizzate soltanto al Teatro San Carlo. Un evento importantissimo, che coinvolse il migliore musicista e librettista attivi a Napoli. Sin dalla sua apertura, il Fondo si presentò come un teatro ricco di eventi, sebbene non potesse ancora competere con l’altro gigante. Ma la sua gestione, nel corso degli anni, si rivelò comunque difficoltosa, a causa degli affittuari dei palchi. Si trattava di famiglie nobili, per le quali il pagamento dei palchi era l’ultima delle preoccupazioni. Però, il repertorio del Fondo poi cambiò, passando dalla commedia per musica alle opere serie, facendo una scelta di avanguardia, coraggiosa. I due teatri, il Fondo e il San Carlo, avviarono una stretta collaborazione verso la fine del Settecento: con le Opere Sacre di Quaresima, ad esempio, furono presenti cantanti del San Carlo, ma non mancarono anche i ballerini.
Nel 1799, con la nascita della Repubblica Partenopea, il Teatro assunse il nome di Teatro Patriottico ed eliminò definitivamente l’Opera Buffa dal Teatro. Nel 1809 il famoso impresario Domenico Barbaja, già gestore del Reale Teatro San Carlo, divenne anche il direttore del Fondo fino al 1829. In quel periodo l’attività artistica si svolse in maniera parallela tra i due teatri, con spostamenti di spettacoli da un palcoscenico all’altro. Nel corso dell’Ottocento, questi avvenenti contenitori di cultura ospitarono musicisti acclamatissimi, come Gioacchino Rossini e Gaetano Donizetti. In quel periodo, il Fondo conobbe anche l’arte di Vincenzo Bellini, di Francesco Saverio Mercadante e di Giuseppe Verdi. Con l’Unità d’Italia (17 marzo 1861) i teatri reali San Carlo e Fondo passarono allo Stato e i due giganti imboccarono strade diverse. Nel dicembre dell’anno 1870 il Fondo diventò il Teatro Mercadante, dal nome del musicista di origine pugliese che si era formato a Napoli ed era stato tanto legato ai partenopei. Con l’avvento della Bella Epoque, Napoli continuò a mantenere il primato culturale. È in questo clima che il grande Eduardo Scarpetta innova il teatro napoletano. Egli trasformò il teatro pulcinellesco, adeguandolo ai gusti della classe borghese, perfezionando e portando al successo il personaggio di Felice Sciosciammocca, già inventato da Antonio Petito: Pulcinella. Nel 1888 il suo capolavoro, Miseria e Nobiltà, venne rappresentato proprio al Mercadante. Questo teatro, nel secolo successivo, cominciò a mettere in scena opere eterogenee: dialettali, classiche, storiche, patriottiche, opere dalle tematiche sociali e prettamente borghesi, al fine di soddisfare i bisogni di un pubblico variegato. Inoltre, fu inaugurata la prima passerella con Totò e Lia Thomas.
Tra gli anni Cinquanta e Sessanta del Novecento, il Mercadante visse delle stagioni come Teatro Stabile, con la direzione artistica di Franco Enriquez e nel 1963 ci fu la chiusura definitiva per inagibilità e fu trasferito dal Demanio, dallo Stato, al Comune di Napoli.
Dal 1990 al 1992 viene attuato il progetto Teatro di Napoli-Teatro del Mediterraneo, diretto da Maurizio Scaparro. Vengono presentati spettacoli come il Don Chisciotte, con la regia di Maurizio Scaparro, Rasoi di Enzo Moscato, con la regia di Mario Martone e Toni Servillo, Questi fantasmi di Eduardo De Filippo, con Luca De Filippo e con la regia di Armando Pugliese. La stagione 1995-96 vede l’inaugurazione del primo cartellone teatrale, per un teatro chiuso da trent’anni anche se ha vissuto momenti artistici di grande qualità.
Dunque, una storia travagliata, fatta di alti e bassi, che, però, dal 1995 ad oggi ha dato vita a interessanti stagioni teatrali promosse dal Comune di Napoli, dall’Ente Teatrale Italiano e dal Teatro Pubblico Campano, accompagnate da progetti di teatro contemporaneo, videorassegne, teatro scuola, diventando una realtà culturalmente attiva nella città. Dalla stagione teatrale 2003-2004 il Mercadante è gestito dall’Associazione Teatro Stabile della città di Napoli ed è una possente struttura, con ben seicentoquattro posti complessivi in sala.
A causa della pandemia, i teatri sono fermi da troppo tempo ormai. Purtroppo, si sta progressivamente spegnendo la fiamma dell’arte teatrale. È e sarà esclusivamente nostro il compito di alimentare e mantenere viva questa fiamma, perché, qualunque sia il costo dei nostri luoghi culturali, il prezzo sarà sempre più conveniente di quello di una nazione oscurata dall’ignoranza.
La cultura rende liberi, preserviamola!
Laureata in Lettere e in Filologia Moderna, nasce a Napoli il 10/09/1989 e vive a Parete, in provincia di Caserta. Sposata, madre di Michele e spesso dedita con passione all’arte culinaria. Docente presso un istituto d’istruzione superiore e giornalista pubblicista, iscritta all’albo dal 28 gennaio 2019, nutre una certa passione per la scrittura prosastica e poetica. Come l’araba fenice costituisce il suo esordio narrativo.