Foto di copertina: sicilfood.eu
Secondo molti le sue origini sono siciliane, per altri invece le tracce della sue nascita si son perse nei secoli e per le vie del mondo, ma una cosa è certa: il biancomangiare, qualunque sia la sua provenienza, resta uno di quei comfort food che fa della semplicità la sua forza e che sa rallegrare ancora oggi i palati di grandi e piccini.
Il nome di questo squisito dolce deriva dal colore dei suoi ingredienti: latte, zucchero e amido di mais. Nel medioevo, dov’era già d’uso consumarlo, aveva il forte significato simbolico di “purezza” ed era servito nei ricchi banchetti dei signori sia in forma dolce che salata. Per quest’ultima versione veniva impiegati latte, lardo, riso, mandorle e petto di pollo.
Secondo numerose fonti reperibili nella letteratura a tema alimentare, questo piatto ha origine in Francia dove già era chiamato “Blanc Manger”, bianco mangiare. Se ne trovano versioni anche in catalonia, “menjar blanc” o, anticamente, “blanche mangierio balmagier”, e addirittura in Turchia e in Medio Oriente. Il legame tra il biancomangiare e la Sicilia sembra essere dovuta alla dominazione araba forse già intorno all’XI secolo. Nel “Liber de Coquina” e in altri manoscritti di cucina sono indicate, tra il XIII e il XIV secolo, pietanze conosciute come biancomangiare alla corte di Napoli e poi alla corte ferrarese nel “Libro novo” di Cristofaro di Messibugo.
Un aneddoto storico vuole il biancomangiare come piatto della riconciliazione tra papa Gregorio VII ed Enrico IV di Franconia, preparato da Matilde di Canossa che, evidentemente, voleva addolcire gli animi in tutti i sensi. Fu servito anche al matrimonio di Marina de’ Medici e Enrico IV di Francia e la popolarità del biancomangiare non cessò nemmeno nel rinascimento, come riportato da Pellegrino Artusi ne “La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene”
Il biancomangiare in Sicilia
Oggigiorno il biancomangiare, “bbiancumanciari” in siciliano, ci fa pensare subito alla Sicilia dove è un tipico dolce al cucchiaio che oggi fa parte dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali (PAT). Particolarmente diffuso nell’area di Modica e delle colline dei Platani, per realizzarlo occorrono latte vaccino o di mandorla, bacca di vaniglia, farina o amido di mais e spezie o aromi quali limone, miele o cannella, che variano in base alla località dove viene preparato.
Una volta cotto e raffreddato, il biancomangiare assume l’aspetto di un budino morbido grazie all’azione agglomerante dell’amido ma a differenza di una pannacotta o un crème caramel, risulta più leggero e fresco.
Ricetta del biancomangiare
Dopo storia e curiosità, è ora di mettersi ai fornelli! Scegliete voi se preferire il latte vaccino o la bevanda alla mandorla e se aromatizzare con cannella o limone. Questa è la ricetta base, a voi condirla con fantasia!
- 500 ml. di latte vaccino o bevanda vegetale alla mandorla
- 100 gr. di zucchero
- 50 gr. di amido di mais
- 1 bacca di vaniglia
Mescolare tutti gli ingredienti avendo cura di non creare grumi, porre sul fornello fino ad ebollizione. Trasferire in uno stampo o in piccoli stampini e lasciare raffreddare.
Bergamasca, ma nomade per il nord d’Italia, classe 1989 e di professione navigo nel mondo del marketing e della comunicazione.
Mi contraddistinguo per la testa dura e la curiosità che mi portano ad interessarmi sempre a ciò che succede nel mondo. Amo l’arte in maniera viscerale, leggo sempre troppo poco per quanto vorrei, cucinare e camminare. Hermes mi da la possibilità di raccontarvi con le mie parole questi mondi e di portarvi a spasso con me.