Fonte foto: corrieredelmezzogiorno.corriere.it
Festeggiare San Valentino in una delle città più belle e romantiche d’Italia, nonostante il covid? E’ possibile. A Napoli, sui Colli Aminei e più precisamente al “Jemming”, sono arrivate infatti le Bubble Moon! Cosa sono? Delle curiose installazioni in plexiglass a forma di igloo. Esse sono state ideate apposta per non rinunciare ad una romantica cenetta a lume di candela. Il tutto condito dalla meravigliosa cornice del Golfo e del Vesuvio visti dall’alto, completamente immersi nella natura.
E non è finita qui: le coppie che accederanno ad una Bubble Moon, potranno non solo godere di un meraviglioso panorama deliziando il proprio palato, ma anche decidere di che colore farla diventare e quale musica ascoltare grazie agli assistenti virtuali Alexa, presenti in ognuna di esse.
Prenota la tua stella
Le Bubble Moon presenti al “Jemming” sono quattro e i loro nomi sono ispirati alle stelle: Andromeda, Cassiopea, Sirio e Vega. Il servizio, per ovvi motivi, funziona solamente su prenotazione. Come? Andando sul sito del locale si può prenotare la propria Bubble Moon indicando nome, cognome e indirizzo email, e assicurandosi in questo modo una cena indimenticabile durante una delle sere più romantiche dell’anno. Non solo: è possibile accedervi anche durante gli altri giorni e non solo in coppia, naturalmente nel pieno rispetto delle norme anti covid.
Fonte foto: jemming.com
Non solo in Italia
Le Bubble Moon, costantemente sanificate per garantire la piena sicurezza di tutti, sono quindi sbarcate finalmente anche in Italia, dopo essere arrivate in altre città europee come Londra, Parigi e Amsterdam. Un’idea che potrà contribuire a risollevare l’economia del settore enogastronomico della città partenopea e che è stata fortemente voluta da Antonio Beneduce, legale e fondatore della ditta Deltronics, il quale nel 2019 fece anche installare i due maxi schermi che sono situati all’interno dello Stadio Diego Armando Maradona.
Sono quella che in prima elementare si annoiava mentre la maestra spiegava le lettere dell’alfabeto ai suoi compagni di classe, perché le conosceva già da almeno un anno. Sin da quei tempi, durante i temi in classe sarei stata capace di riempire con pensieri e parole dieci fogli protocollo. Scrivere per me è un’esigenza, la mia costante, una delle poche cose che mi fanno realmente sentire giusta in questo mondo, insieme alla gentilezza e ai miei sorrisi. Trentatré anni, diplomata come tecnico dei servizi sociali e qualificata assistente di studio odontoiatrico, ho cambiato diverse volte strada, ma il bisogno di scrivere mi ha sempre seguito come se fosse la mia ombra.