Fonte foto: percorsiconibambini.it/
L’affido culturale è un progetto semplice e geniale al tempo stesso: esistono sempre più famiglie, a maggior ragione dall’inizio della pandemia, in una situazione di scarsa fruizione culturale. Famiglie che per varie ragioni – dalle difficoltà economiche alla mancanza di tempo, alla poca familiarità e apertura verso le attività culturali in generale – non hanno mai portato i figli al cinema, a teatro, in un museo, in una libreria o anche a passeggiare in un parco naturale. Non a caso la cosiddetta “povertà educativa” è considerata un serio problema per il 91% degli italiani, secondo l’indagine Demopolis pubblicata alla vigilia della Giornata internazionale dei diritti dell’Infanzia del novembre scorso.
Ora, queste stesse famiglie che si trovano in una situazione di “povertà educativa” potranno usufruire dell’aiuto di altre famiglie, o altre persone anche single, disponibili a condividere con loro un momento culturale. Come? Semplicemente: una persona che normalmente andrebbe al cinema, a teatro, a vedere una mostra o a comprare dei libri con il figlio, il nipote (o da sola) ha adesso l’opportunità di portare con sé il figlio di una famiglia che, per varie motivazioni, non avrebbe altrimenti praticato questa attività.
Con la stessa filosofia dei genitori affidatari, in cui famiglie-risorsa si mettono a disposizione di famiglie-destinatarie, anche in questo caso ci sono una serie di famiglie o coppie senza figli o persone singole che si offrono come volontari per accompagnare in iniziative culturali bambini dai 6 ai 10 anni, spesso insieme ad un loro familiare.
L’idea parte da Napoli, dall’istituzione filantropica Pio Monte della Misericordia, che, insieme ad altre realtà con pluriennale esperienza nel settore sociale, educativo e culturale, ha partecipato e vinto il bando “Un passo avanti” dell’impresa sociale “Con i Bambini” nell’ambito del Fondo della povertà educativa.
Attualmente sono 4 le città coinvolte nel progetto – oltre a Napoli, Roma, Bari e Modena -, 25 le associazioni coinvolte e 400 (100 per città) le famiglie destinatarie e altrettanti i nuclei di volontari disposti a condividere il loro amore per la cultura.
Come funziona l’affido culturale?
I volontari, persone che abitualmente frequentano e amano i luoghi culturali, possono rivolgersi ai capigruppo cittadini di ognuna delle 4 città che per il momento hanno aderito all’iniziativa. I requisiti necessari sono semplicemente la consuetudine a frequentare gli spazi culturali del proprio territorio, la volontà di trasmettere la propria passione per la cultura alle famiglie-destinatarie e l’impegno a farlo con una certa continuità per i successivi 14 mesi (sono previsti 29 eventi culturali in questo arco di tempo).
Una volta che si è parte del programma, tramite l’app del progetto si verrà a conoscenza delle iniziative previste, con tutte le informazioni al riguardo, e si potrà decidere se partecipare. È anche stata predisposta una dotazione per i “genitori educativi” di E-Ducati, una moneta virtuale con cui “pagare” i biglietti di accesso ai luoghi convenzionati – che sono gratuiti per tutti i partecipanti delle famiglie-destinatarie, a volte anche col diritto ad una merenda o al rimborso del costo dei mezzi pubblici, qualora il caso lo richieda.
Inoltre, oltre alla gratificazione di aver condiviso la propria passione e aver contribuito a trasmetterla a dei bambini – i cittadini del domani – i volontari avranno un risparmio equivalente ad un biglietto per ogni evento e la possibilità, se hanno un figlio/a, di farlo partecipare gratuitamente ad un campo estivo insieme al suo nuovo amichetto/a (della famiglia in povertà educativa). Questo perché un altro degli scopi del progetto è contribuire a superare le distanze sociali e le barriere culturali che non hanno fatto che aggravarsi a causa della pandemia.
Quindi se siete residenti in una di queste città, amate la cultura e volete dare una mano perché si diffonda invece di limitarvi a lagnarvi perché non sono in molti ad apprezzarla, potete rivolgervi alle associazioni capogruppo della vostra città e proporvi come “genitori culturali”. Ecco gli indirizzi mail dove proporsi:
Roma: Casa dello Spettatore | affidoculturale.roma@gmail.com
Napoli: Con La Mano del Cuore | affidoculturale.napoli@gmail.com
Bari: Fondazione SAT | affidoculturale.bari@gmail.com
Modena: PopBrains | affidoculturale.modena@gmail.com
Pensateci la prossima volta che vi lamentate perché le nuove generazioni non apprezzano i musei, i teatri, i libri o la natura: fare qualcosa per cambiare si può ed è pure piuttosto facile!
Scrivo da sempre. Da quando ancora non sapevo farlo, e scrivevo segni magici sulle tende di mia nonna, che non sembrava particolarmente apprezzare. Da quando mio nonno mi faceva sedere con lui sul lettone, per insegnarmi a decifrare quei segni magici, e intanto recitava le parole scritte da altri, e a me sembravano suoni incantati, misteriosi custodi di segreti affascinanti e impenetrabili, che forse, un giorno lontano, sarei riuscita a comprendere e che, per il momento, mi limitavo ad assaporare sognante. Sogno ancora, tantissimo, e nel frattempo scrivo. Più che posso, ogni volta che posso, su ogni cosa mi appassioni, mi incuriosisca o, più semplicemente, mi venga incontro, magari suggerita da altri.
Scrivo per Hermes Magazine e per altri siti, su vari argomenti, genericamente raggruppabili sotto il termine di “cultura“. Scrivo anche racconti, favole, un blog che piano piano prende forma, un libro che l’ha presa da un po’ e mi è servito a continuare a ridere anche quando tutti intorno a me sembravano impazzire (lo trovate ancora su Amazon, mai fosse vogliate darmi una mano a non smettere di sognare).
Scrivo perché vorrei vivere facendolo ma scriverò sempre perché non riesco a vivere senza farlo.
Scrivo perché, come da bambina, sono affascinata dal potere di questi segni magici che si trasformano in immagini, in pensieri, in storie. E, come da bambina, sogno di possedere quella magia che permette loro di prendere vita dentro la testa e nell’immaginazione di chi li legge.