Bellard Richmont e il suo “Revenhunt”

Condividi su

Sono appena riemersa dalla voragine extrasensoriale in cui Revenhunt mi ha trascinata. Ma forse no. Forse sono ancora lì dentro. E mi serve esserci per raccontarvi l’occulto. Il viaggio. L’Altro Mondo.Devo scrivere ora, prima che tutto sia sfumato, prima che io risalga in me e nella mia realtà. Mi sono imbattuta in questo libro da recensire, per caso. Non conoscevo l’autore Bellard Richmont, nè sapevo di cosa trattasse il suo libro. Il titolo non mi trasmetteva nulla, ma avevo una sensazione strana, una percezione che sarebbe stata una lettura interessante. Ho ricevuto una copia cartacea dell’opera, e già questo mi ha ben predisposta. Adoro sfogliare le pagine, mettere il classico segnalibro, sentire nelle mani il lavoro di chi ha scritto.

 

Da dove comincio per esaltare e dare il giusto merito a questo libro?

 

Forse dalla fine. L’epilogo è ciò che più mi ha emozionata. La pagina più toccante. Quella che mi ha svelato chi è l’autore e l’ho ritrovato vivo, vero, presente, dopo un percorso fra le paure, i vizi, l’orrore, il delirio, la passione e la perversione di ben 38 capitoli. La lettura deve far scoprire le anime e il vissuto di altri occhi. Deve portarti fuori da te, farti immedesimare in questo o quel personaggio e deve farti scoprire la personalità dell’autore e ciò che vuole trasmettere. Non è stato un percorso facile e proprio per questo è stato stimolante, appagante.Dalle prime pagine la storia nasce semplice, romantica, intima. Ma subito prende piede nel lettore la sensazione intrigante di percepire le cose in modo diverso da come le legge. Una trama costruita con maestria, i cui fili vengono intrecciati con precisione e tracciano sentieri nell’anima, nella mente che fanno dubitare anche del proprio intuito. Le tecniche narratologiche sono ben gestite e lasciano il lettore a chiedersi cosa c’è che non ha capito. Lo costringono ad interrogarsi, ad andare avanti nella lettura per scoprire il nuovo volto dei protagonisti. Ci si addentra in un mondo fatto di droga, sessosette sataniche in cui nulla è come sembra, in cui la parola libertà assume un significato distorto che porta morte. Si fiutano indizi, si seguono piste, si sente adosso il disgusto, la paura, e si vive negli incubi più spaventosi e assurdi dei protagonisti. Sì, perchè nessuno è uno, e uno mai è nessuno. Un linguaggio scorrevole anche se ricercato. Una scrittura efficace, saggia, potente. Descrizioni mirate, curate, studiate. A tratti addirittura poetiche. Resta dentro tutto. Consiglio vivamente la lettura a chi è amante del genere horrorthrillerfantasy, ma anche a chi invece non lo ama, perchè ne scoprirà un lato nuovo, lucido, oserei dire perfetto. Il libro è una miscela ben composta, di cui si gusta il minuzioso studio e la geniale fantasia nel costruire ogni dettaglio. Se vi ho solo un pò incuriositi, andate a comprare il libro, edito da I.D.E.A. Immagina Di Essere Altro. Ma sappiate che dovete superare inibizioni e paure. 

 

Bellard Richmond: classe 1988, si laurea con tesi sul Simbolismo e Contemporaneità di Tolkien. Da sempre appassionato di scrittura e gamedesign. Recentemente ha abbandonato la provincia di Milano e l’azienda di famiglia, per rifugiarsi sull’Isola di Ischia e dedicarsi completamente alle sue storie. Dopo un esordio nel self-publishing, firma il primo contratto editoriale nel 2019 con I.D.E.A.


Condividi su