Premio Italo Calvino: il premio letterario per scrittori esordienti

Il Premio Calvino può ormai contare un notevole numero di autori affermati, che hanno iniziato il loro percorso editoriale proprio partendo dalla partecipazione al concorso.

 

Tra questi ci sono non solo finalisti e vincitori, ma anche molti segnalati dal Comitato dei lettori. È stato fondato nel 1985, dopo la morte di Italo Calvino, dall’antropologa Delia Frigessi e da un gruppo di estimatori e di amici dello scrittore tra cui Natalia Ginzburg, Norberto Bobbio, Lalla Romano, Cesare Segre, Massimo Mila e altri ancora. Sono passati di qui autori come Marcello Fois o Paola Mastrocola, Mariapia Veladiano (che ha sfiorato lo Strega nel 2001) o Giorgio Ervas, per non citarne che alcuni. Si affacciò anche Susanna Tamaro, nell’89, ma ottenne solo una menzione, e come ci racconta il presidente del Premio, Mario Marchetti, «poi un poco ci si rammaricò di non averla fatta vincere».

 

Il concorso consiste in un comitato di lettura composto da nomi celebri, pubblicati sul sito del Premio. Il passaggio successivo prevede la selezione dei finalisti, premiati nel corso di una cerimonia, e dei segnalati, cioè coloro che vengono menzionati per opere degne di nota. Sia i finalisti che i segnalati hanno ottime possibilità di ricevere una proposta di pubblicazione da case editrici. Per quanto riguarda l’iscrizione ci sono due modalità di invio del manoscritto: per testi inferiori alle seicentomila battute la quota di iscrizione è di 100 euro. Se si desidera avvalersi del servizio di stampa delle copie cartacee, vale a dire della modalità di caricamento del file nel sito del Premio, per lo stesso numero di battute c’è una maggiorazione di 25 euro. Per testi superiori alle seicentomila battute (spazi inclusi) la quota di iscrizione è di 120 euro + euro 25 per il servizio di stampa. Il totale ammonta quindi a 145 euro. Il concorso permette l’emersione del nuovo, che metta in contatto scrittori, critici, addetti ai lavori, appassionati, che fanno crescere un discorso, che permettono  scambi di idee, conoscenze esternamente alla macchina editoriale, anche se parallelamente ad essa e non in conflitto con essa. Uno spazio in cui si possa ragionare liberamente senza calcoli immediati di vendibilità. Ed è esattamente questo lo scopo con cui è nato il premio: propiziare l’incontro fra scrittore e editore. Non senza severità: alla prima edizione non venne assegnato per mancanza, così diceva il comunicato, di «elementi tali da pronunciarsi senza riserve a favore di alcuno dei concorrenti». Da un certo punto di vista, non sembrò il modo migliore di cominciare. Invece lo era, perché la qualità dei partecipanti è sempre cresciuta: un po’ perché i giovani scrittori sono più smaliziati, ma molto perché il Calvino non lascia indietro nessuno.