I castelli infestati d'Italia, tra adrenalina e bellezza

I castelli infestati d’Italia, tra adrenalina e bellezza

In un territorio come il nostro non è poi così difficile trovarsi ad ammirare manieri, castelli e grandi case disabitate. Davanti a queste architetture suggestive abbiamo pensato tutti almeno una volta: “chissà se in questa casa ci sono i fantasmi!”.

Questo articolo vi accompagna alla scoperta di alcuni siti dislocati lungo la nostra penisola in cui potete star certi di poter sentire il brivido lungo la schiena, qualora decidiate di farvi visita. Prima di iniziare questa avventura insieme voglio riportare i consigli di Matteo Pellegrini, un investigatore dell’occulto che ha gentilmente risposto ad alcune domande per darci modo di non incappare in errori grossolani. Questo perché approfondendo l’argomento mi sono trovata a pormi la domanda: ma io questa presenza avrei piacere di incontrarla? Infatti se giocare a palla con Azzurrina non sarebbe un problema, qualche difficoltà davanti a Isabella de Medici la si potrebbe incontrare, sopratutto se si è un uomo.

Ma andiamo con ordine e vediamo quali sono i consigli per approcciare a questo tipo di avventura:

Come si fa a capire se ci si trova davanti ad un fenomeno paranormale invece che davanti alla propria autosuggestione?

“Per capire se si ha a che fare con un fenomeno paranormale si ha bisogno di una strumentazione adeguata ed essere molto realistici su cosa si sta sentendo o vedendo. Bisogna escludere ogni fattore esterno anche se molte volte non è facile! Purtroppo, l’autosuggestione può ingannare molto, ma credetemi quando ci si trova davanti ad un’entità si sente molto anche a livello fisico ed è molto diverso dalla paura, è un fattore energetico molto intenso.”

Quali sono le cose da non fare nel caso in cui una presenza ti si palesa?

“È assolutamente sconsigliato provocare l’entità, purtroppo non si ha mai la certezza di chi si ha intorno. Non spaventarsi, possono nutrirsi della nostra paura e delle nostre emozioni in generale! Più si sta calmi e più si ignora ciò che sta accadendo, il fenomeno sarà sempre più debole fino a scomparire.”

Quanto incide la ricerca storica, del vissuto, del posto che si vuole visitare?

“Beh, questo è molto importante anche per poter più o meno capire a cosa si andrà incontro. In un posto dove c’è stata molto sofferenza può essere che si riesca a trovare entità poco propense ad interagire in modo tranquillo con noi! Poi si possono anche sfatare o confermare certe leggende in base a cosa si trova.”

Quelle ombre che passano, o così pare, e fai finta di non vedere: cosa sono?

“Quelle ombre sono le entità che vogliono mettersi in contatto con noi, vogliono farsi notare, come ad esempio lo spostamento di oggetti e quant’altro fino ad arrivare a sentire vere e proprie voci, che nello studio di questi fenomeni si chiamano EVP (sono suoni ambientali che si riescono a percepire ad orecchio tranquillamente)”.

 Siamo pronti a partire e il primo castello del quale parliamo è il Castello di Malgrà, così soprannominato perché nonostante i Valperga non vogliano dare il benestare per la sua costruzione, viene edificato loro malgrado dalla famiglia San Martino.

Il tutto avviene in soli tre anni fra il 1333 e il 1336, complice di tanta velocità il fatto che Martino di San Martino (signore di Rivarolo e di Agliè) è anche discendente del re Arduino. Il Castello è stato concepito e costruito in due corpi indipendenti, quello esposto a Nord viene ristrutturato nel 1357 per volere di Amedeo di Savoia e gli affreschi allocati all’ingresso risalgono proprio a questo periodo. Fra il 1700 e il 1884 Il Castello di Malgrà cambia volto molte volte: vengono occultate alcune parti medievali recuperate negli anni a seguire, ripristinate alcune finestre fare entrare più luce. A partire dal 1982 viene acquistato dal comune di Rivarolo e vengono portati a termine i restauri. 

Ma non sono state le dispute delle due famiglie o i restauri a a rendere famoso questo castello di Rivarolo Canavese. Pare che fra queste mure sia passata anche una coppia di sposi profondamente infelice, la cui storia finisce tragicamente quando il marito recide la gola della moglie. Dopo anni di persecuzione in cui lo spettro della donna si mostra al marito con la gola aperta e i vestiti insanguinati, l’uomo sceglie di togliersi la vita. Nel 2010 però una squadra di esperti decide di indagare sul luogo e le prove che riescono a raccogliere non sono sufficienti per poter decretare il castello come infestato; sono ancora in molti a dire di aver sentito i lamenti e di aver visto il suo fantasma che senza posa vaga per il castello dal tramonto all’alba.

Questa donna disperata non vaga solitaria, poco distante vicino alle rive del Malone la aspettano i fantasmi di Maura: una maestosa madre in veste d’avorio, con lunghi capelli biondi raccolti in una treccia che incorniciano i grandi occhi azzurri, in compagnia delle figlie Elide e Alicia; entrambe dalla chioma vermiglia e gli occhi verdi. Queste tre donne decidono di aprire una casa salotto per intellettuali che in poco tempo diventa molto rinomata. Pare che la loro morte sia stata provocata da un incendio divampato durante una colluttazione con dei briganti introdottisi in casa per derubarle.

Nonostante in Piemonte ci siano molte altre mete merlate interessanti è arrivato il momento di spostarci a Imola per incontrare il fantasma di Caterina Sforza. Mentre passeggiate nel suo castello è meglio cominciare a tenere presente i consigli di Matteo poiché potrebbe capitarvi di incontrare il fantasma della contessa. In vita: una donna potente nonché studiosa di alchimia e rappresentate di una delle poche famiglie laiche che ancora contestano il potere temporale della chiesa, in continua espansione.

Le origini della rocca sono medievali, con più precisione sono databili intorno al 1332, la forma che conosciamo oggi è dovuta alle implementazioni volute proprio dalla famiglia Sforza, per aumentarne la capacità difensiva, nel corso del XV secolo. Il fantasma di Caterina non si interessa dei visitatori che visitano il castello per ammirarne la bellezza. Ammonisce solo quei curiosi alla ricerca delle sue stanze segrete, dove si narra siano nascosti i tesori della contessa. Per arrivare a queste stanze si deve passare per una scala sita in un corridoio stretto e quando ci si avvicina: il fantasma di Caterina arriva oscurando il passaggio della luce dalla finestra.

Quindi se state attraversando le sale per visitare le sale dedicate alle collezioni d’armi o alle ceramiche non avete da preoccuparvi. Se invece volete poter vedere Caterina rispettando il suo titolo e la sua proprietà, vi basta aspettare le notti di luna piena. Quando la sua anima alchemica si palesa, affacciandosi dalle finestre del castello, permettendoci di ammirare il suo bellissimo viso assorto nella contemplazione del plenilunio.

E rispettando il galateo il nostro tour prosegue con una visita ad un’altra illustre dama. Donna impetuosa e con un temperamento a dir poco focoso Isabella De Medici sembra che sia passata, trapassando, dal mietere vittime alla mietitura dei matrimoni altrui.

Pare infatti che se si sceglie il Castello Orsini-Odescalchi come cornice per il fatidico sì, questo sia inesorabilmente destinato a fallire, non proprio nei migliore dei modo. Si può capire quanto può essere bello e desiderabile sposarsi in un luogo che al suo interno ospita ben sei secoli di bellezza raccontati: dalle meravigliose architetture, dagli arredi sontuosi e da affreschi dipinti da mani sapienti. Ma non bisogna dimenticare che quegli affreschi sono stati creati appositamente per le nozze di Isabella e Paolo Giordano da Taddeo e Federico Zuccari.

C’è da dire in sua difesa che Isabella si è addolcita diventando incorporea. Infatti, in vita pare essere solita cambiare amante ogni notte e dopo la notte di passione non manca mai di chiedere all’amante (o agli amanti) di essere attesa in salotto. Solo che oltrepassando la porta indicata, il povero mal capitato inizia a scivolare verso una botola piena di calce viva. Perché per Isabella l’amante non deve mai essere lo stesso. La sua vita perfetta viene stroncata dal Marito Paolo Giordano Orsini che, stufo delle scappatelle macabre della moglie, la strangola con un nastro rosso. Da allora il suo fantasma continua ad infestare le stanze in cui può ricordare le notti di passione vissute, salvo quando qualche coppia inconsapevole sceglie di beffarsi di lei sposandosi nel suo castello.

Per ora l’ultima dama che incontriamo è la contessa Siffridina di Caserta. Una donna monolitica che dopo essere stata arrestata per aver cospirato contro la famiglia degli Angioini, nel 1268 viene imprigionata nelle segrete del Castello di Trani; dove muore nel 1279. Siffridina, anche conosciuta come la contessa gentile, non passa la sua eternità in quella cella, preferisce passeggiare per le vie del Borgo Vecchio di Caserta. Il luogo per il quale ha cospirato e lottato, morendo di stenti piuttosto che tradirne gli abitanti. Il castello viene edificato per volontà di Federico II di Svevia nel 1233. Il sovrano sceglio questo sito perché permette alla rocca di non subire attacchi inaspettati da parte dei nemici e di essere utilizzato anche come avamposto di guardia.

Nel XV secolo, vista la sua importanza strategica, viene ristrutturato per adeguarlo in modo che le difese si rivelino efficaci anche con le armi da fuoco. Nel 2019 il Castello di Trani diventa la sede della direzione generale dei musei della Puglia