Alle 8:46 il volo American AirLines 11 (Boeing 767) fu dirottato contro la torre Nord del World Trade Center, e i primi telegiornali mondiali mandarono in diretta le immagini dell’enorme colonna di fumo e fiamme che esce dalle finestre del grattacielo. Era l’11 settembre, e correva l’anno duemilaeuno. Da lì a poco, sempre in diretta mondiale un altro aereo di linea si schiantò contro la torre sud. E fu esattamente in quel momento, si cominciò a profilare nelle menti dei telespettatori e delle persone che seguivano da tutto anche a pochi metri dall’accaduto, che non si trattava di un tragico incidente, bensì di una vera e propria dichiarazione di guerra. Attraverso telegiornali locali, a reti unificate si assistette al mero terrore, che divampava tra le fiamme e le lacrime negli occhi della gente. Scene apocalittiche che diventarono sempre più strazianti quando le due torri collassarono in una coltre di fumo che invase quasi tutta l’isola di Manhattan.
La gente che si gettava dalle finestre, degli uffici delle torri, cadevano e si schiantavano a terra pur di non morire soffocati. I detriti e gli incendi causarono poi il crollo di tutti gli altri edifici del complesso del World Trade Center. Un terzo aereo, il volo American Airlines 77, fu fatto dirottare e schiantare contro il Pentagono.
A seguito dell’attacco crollò la facciata ovest dell’edificio. Un quarto aereo, il volo United Airlines 93, fatto inizialmente dirottare verso Washington, precipitò invece in un campo nei pressi di Shanksville, in Pennsylvania, a seguito di una di una coraggiosa rivolta dei passeggeri che erano venuti a conoscenza degli attacchi terroristici, attraverso chiamate e messaggi da parte dei parenti. In totale furono 19 i terroristi che adempirono agli ordini di Al-Quaida.
Quel giorno, furono diciannove persone che in nome di un estremismo religioso e politico si sono prestate ad un piano suicida ed omicida, che ancora oggi tiene in ostaggio la storia del mondo intero. Ad oggi sappiamo che molte persone sono morte in seguito a causa delle esposizioni ad agenti tossici provocati dal fumo delle fiamme divampate per il forte impatto. La distruzione del World Trade Center danneggiò la vita di molte persone, distrusse intere famiglie, fece crollare l’economia americana ed ebbe un significativo impatto sui mercati globali, causando la chiusura di Wall Street fino al 17 settembre. La rimozione di tutti i detriti dal sito del World Trade Center (denominato come il famosissimo “Ground Zero”) fu completata nel maggio 2002. I danni al Pentagono furono riparati nel giro di un anno. Il 18 novembre 2006 iniziò invece la costruzione del One World Trade Center, completato ed inaugurato il 13 novembre 2014.
Tra i molti monumenti e memoriali eretti in onore delle oltre 6000 vittime degli attentati è presente a New York, sui luoghi dove sorgeva il complesso delle torri, il National September 11 Memorial & Museum; nella Contea di Arlington è stato invece inaugurato il Pentagon Memorial; nei pressi di Shanksville, Pennsylvania, è invece sito il Flight 93 National Memorial.
Dopo quell’attentato ne sono seguiti molti altri, che hanno fatto meno rumore mediatico, ma sono sempre delle piccole cicatrici che fanno riaprire la ferita più grande. Una ferita che oltre a portare ancora più disgregazione ha fatto si che molte persone di religione islamica, ma non estremista, fossero trattate come la feccia. La politica ha riversato il terrore, generando una disuguaglianza ed una sorta di paura del diverso che tiene sotto scacco milioni di persone. Eppure non è così. Moltissimi mussulmani si distanziano da quel tipo di cultura, quella Kamikaze e totalitaria. Quello che Osama Bin Laden professava davanti ai suoi adepti.
Forse non dimenticare significa anche questo: non avere paura, perché è proprio quello che fa diventare più forti quelli che giocano in maniera disumana sulla pelle dei propri simili, qualsiasi colore abbia e religione professi.
Hitler diceva, prima di internare gli ebrei nei campi di concentramento, che dei grandi genocidi, non si ricorda mai nessuno, perchè la morte spazza via tutto. “Chi si ricorda il massacro degli armeni da parte dei turchi?” esclamava di fronte ai suoi scagnozzi. Invece, io, voi, noi tutti dovremmo smentirlo ogni volta, ricordando certe tragedie, e facendo di tutto perchè non accadano mai più.
Mi chiamo Alessia, scrivo per difendermi, per proteggermi e per dare una mia visione del mondo, anche se in realtà io, una visuale su tutto quello che accade, non ce l’ho, e probabilmente non l’ho mai avuta. Ho paura di ritrovarmi e preferisco perdermi.
Culturalmente distante dal pensiero comune. Emotivamente sbagliata. Poeticamente scorretta. Fiore di loto, nel sentiero color glicine. Crisantemo all’occorrenza. Ho più paure che scuse. Mi limito a scrivere e leggere la vita. Mi piace abbracciare Biscotto, anche da lontano. Anche se per il mondo di oggi sembra tutto più difficile.
Scrivo per questo magazine da circa un anno. Ho pubblicato anche un libro ( ma non mi va di dire il titolo perché qualcuno penserebbe “pubblicità occulta”). Ho aperto un mio blog personale: “Il Libroletto” dove recensisco libri per passione.