Fonte: Blog Nanita
Acclamata dalla critica internazionale, Elsa Morante era una scrittrice di enorme talento e un’importante voce fuori dal caro del Novecento italiano. Di lei qualcuno diceva che sapeva “apparire diversa a ogni suo appuntamento”. Ma il saggio che meglio esprime la sua poetica narrante è Pro o contro la bomba atomica (Adelphi), scritto nel 1965, nel quale la scrittrice espone, da un punto di vista teorico letterario, la propria visione della letteratura di quegli anni, farcita di realismo, e la mera convinzione che la scrittura sia un importante atto di testimonianza, necessario davanti agli orrori e agli errori del mondo.
In fondo “se scrivi, ricordi”.
La vita e le difficoltà familiari
Fonte: Journal Rascunho
Elsa Morante nacque nella bella Roma il 18 agosto 1912. Dimostrò fin da giovanissima una notevole attitudine verso il mondo della scrittura, cominciando a comporre poesie, fiabe e racconti che, negli anni successivi, avrebbero fatto la loro prima comparsa su giornali e riviste come Il Corriere dei piccoli e Ogg. Proprio queste semplici collaborazioni consentirono alla scrittrice di lasciare la casa materna appena maggiorenne, anche per allontanarsi da una situazione familiare abbastanza complicata.
Elsa era la figlia maggiore di un’insegnante di religione ebraica, Irma, e di un uomo siciliano di nome Francesco Lo Monaco. Nonostante fossero tutti riconosciuti dal marito di lei, Augusto Morante, erano stati concepiti al di fuori del matrimonio fra i due.
Fu così che la scrittrice decise di abbandonare casa e origini, iscrivendosi alla facoltà di Lettere, che successivamente abbandonò per dedicarsi interamente ai diversi lavori che le permettevano di mantenersi, come le ripetizioni, e di coltivare la sua grande vocazione: la scrittura. Questi piccoli lavoretti farciti anche di importanti esperienze erano collaborazioni con giornali e riviste, come Il Meridiano di Roma, dove la giovane scrittrice si dimostrava particolarmente capace nel genere del racconto.
Elsa e i gatti
Una vera e propria “gattara”, la nostra Elsa Morante che non dimenticò nei suoi scritti i suoi amati gatti. Alla gatta siamese Minna, nel romanzo Menzogna e sortilegio, il suo primo romanzo, dedicò una poesia a questa dolce pelosa che compare come una figura centrale sin dai primi capitoli. Infatti la narratrice-protagonista Elisa dichiara di trovarsi in compagnia di “un essere vivente non umano,” di cui solo sul finire delle pagine svelerà l’identità.
Fonte Foto: WikyPedia
Si tratta del gatto Alvaro, compagno fedele della giovane per tutta la durata del racconto. Nasce così Il Canto per il gatto Alvaro.
Elsa scrive tanti libri, e nonostante un passato e un amore turbolenti, mantiene nei suoi racconti la forza e un filo di magia nonostante le tante cose brutte che le sono accadute. I momenti di sconforto arrivano per i cuori più sensibili, quando a seguito della scoperta di una malattia degenerativa nel 1979 tenta il suicidio quattro anni dopo. Salvandosi miracolosamente porterà sempre con sé, un alone di bellezza che in pochi scrittori del nostro tempo hanno potuto concedersi tra poesia, parole e gatti. Buon Compleanno, cara Elsa.
Mi chiamo Alessia, scrivo per difendermi, per proteggermi e per dare una mia visione del mondo, anche se in realtà io, una visuale su tutto quello che accade, non ce l’ho, e probabilmente non l’ho mai avuta. Ho paura di ritrovarmi e preferisco perdermi.
Culturalmente distante dal pensiero comune. Emotivamente sbagliata. Poeticamente scorretta. Fiore di loto, nel sentiero color glicine. Crisantemo all’occorrenza. Ho più paure che scuse. Mi limito a scrivere e leggere la vita. Mi piace abbracciare Biscotto, anche da lontano. Anche se per il mondo di oggi sembra tutto più difficile.
Scrivo per questo magazine da circa un anno. Ho pubblicato anche un libro ( ma non mi va di dire il titolo perché qualcuno penserebbe “pubblicità occulta”). Ho aperto un mio blog personale: “Il Libroletto” dove recensisco libri per passione.