Fonte foto: Tech Fanpage
Cos’è “l’invisible boyfriend”?
Prima inventano un’applicazione per tenere lontani gli ex, poi una per creare il principe azzurro.
Ci siamo abituati a tutto, ma forse al fidanzato/a invisibile non siamo ancora pronti. Almeno non in Europa. Sembra però che presto anche questa realtà potrebbe interessare i nostri giovani e coinvolgere sempre più persone sole.
I fidanzati reali, infatti e purtroppo, per alcuni, sembrano essere passati di moda: la tendenza del momento tra gli adolescenti, ma anche tra i più adulti, è rappresentata dal fidanzato/a virtuale, che può interagire in maniera considerevole, come fosse reale, ma soprattutto, come noi desideriamo.
Ci piace dolce e premuroso/a? Ci piace che sia romantico/a e sempre attento/a a ogni nostro bisogno? Ci piace che ci sostenga nei giorni difficili o che si rallegri per i nostri successi, o ancora, che ci lasci uscire con gli amici senza essere ossessivo/a, ma contemporaneamente che provi quel pizzico di sana gelosia che ci faccia sentire importanti e unici? Ebbene così sarà. Si può! Lui o lei non ci tradirà mai, non ci lascerà, non ci ferirà e non ci deluderà!
Il tutto tramite un’applicazione.
L’app per creare un fidanzato virtuale
Invisible boyfriend è un’applicazione creata da Matthew Homann e Kyle Tabor che ha lanciato il trend del fidanzato virtuale.
Questa applicazione scaricabile su smartphone e tablet permette di creare un partner scegliendo una fotografia che lo rappresenti: età, nome, fisico prestante, occhi del nostro colore preferito e perfino gusti e modalità di interazione.
A soli 25 euro al mese questo fidanzato/a inizierà ad interagire con noi, mandando un totale di 100 messaggi testuali, 10 vocali e una lettera, così da far nascere una vera e propria storia d’amore.
Attraverso l’app è possibile anche scegliere il luogo e il giorno in cui avverrà il nostro incontro e definirne i dettagli.
Una volta creato il personaggio, questo inizierà a chiamare e mandare messaggi in tempo reale con un numero telefonico proveniente proprio dalla città che avete scelto per lui/lei.
Sta spopolando fra i teenagers, ma anche gli adulti si approcciano a questa alternativa così allettante, che sembra funzionare per molteplici intenti, non solo quello di sentirsi meno soli.
Si può, ad esempio, fingere una relazione per far invidia alle colleghe pettegole oppure per calmare la mamma apprensiva che ci vuole vedere sposate. E naturalmente vale anche per i ragazzi: simulare di avere appuntamenti e inciuci li aiuterebbe a sentirsi meno sfigati.
Ad oggi questa applicazione è disponibile solo negli Stati Uniti e in Canada, ma presto arriverà anche in Europa.
Un fenomeno preoccupante
Nonostante le buone intenzioni e la conformazione del gioco, che potrebbe sembrare piuttosto innocua – anche se onestamente: bizzarra – se si analizza bene la situazione a livello psicologico, c’è da preoccuparsi.
Il rischio è infatti quello di lasciarsi coinvolgere così profondamente da portare i soggetti che lo usano ad estraniarsi dalla realtà che li circonda e che sappiamo essere ben più complessa.
Il limite tra il gioco, il passatempo, il divertimento e l’abuso è molto sottile.
Sappiamo che la fragilità umana porta ad attraversare, chi più chi meno, periodi di depressione, solitudine o stress che arrecano disagi e sofferenza.
È molto difficile orientarsi nelle scelte in quei periodi bui e facilmente si cade in comportamenti poco edificabili: l’abuso di questa applicazione potrebbe essere un’attrattiva allettante, un abbaglio pericoloso.
Naturalmente gli adolescenti sono la fascia più vulnerabile: presi da un desiderio di popolarità o di sicurezza, potrebbero usare questa applicazione per nascondere le loro fragilità e paure.
Questo poi porterebbe i ragazzi a instaurare rapporti sempre più artificiali, sminuendo il confronto con quelli reali che servono alla loro crescita verso l’età adulta.
Il problema non finisce qui perché, al pari della ludopatia, questa pratica potrebbe instaurare nella persona coinvolta un bisogno concreto di risposte e confronti, tanto da portare a una dipendenza e a utilizzare sempre più denaro per raggiungere lo scopo.
L’analisi del fenomeno che abbiamo voluto mettere in luce deve portare dunque l’adulto equilibrato a vigilare sulle fasce d’età più giovani e a essere sempre più di esempio e riferimento in un’epoca così tecnologicamente pronta a offrire supporto e presenza, ma così poco permeata di sensibilità e contenuti.
Mi rimetto in gioco sempre. Cerco ogni giorno il meglio da me e per me. Curiosa, leggo e scrivo per passione. Imparo dal confronto, dalle critiche costruttive e rinasco cercando di superare i miei limiti. È così che approdo a nuove mete dopo scelte di studio e lavoro completamente diverse, quali la contabilità e un impiego in amministrazione in un’azienda privata e mi dedico a ciò che avrei dovuto fare fin dall’inizio.