Una storia, quella di Ritratto di signora di Klimt, che è stata avvolta nel mistero e nel giallo e che ha oltrepassato l’immagine diventando parte dell’opera d’arte.
Si tratta di un dipinto esposto nel 1912 a Dresda, intitolato Ritratto di ragazza, ritoccato nel 1917 fino a creare un’altra opera intitolata Ritratto di signora. In origine era dipinta una ragazza che portava un cappello. Fu Claudia Maga, una studentessa maturanda presso un liceo artistico di Piacenza a scoprirlo nel 1996. Se si analizzano le immagini emerge proprio il negativo che dimostra effettivamente la correttezza della scoperta. Ma la questione divenne ancora più intricata nel 1997 perché proprio in quell’anno l’opera fu rubata.
Stavano trasportando le opere di Klimt per una mostra a Palazzo Gotico e solo due giorni dopo si resero conto che questo dipinto era scomparso. Un destino strano, divenuto parte dell’aura che la permea. Furono presentate le più bizzarre e diverse congetture, come l’utilizzo dell’opera per riti satanici. In realtà ancora non si sa bene la ragione del furto, tant’è che la procura sta ancora indagando. L’opera è stata ritrovata nel dicembre 2019 presso la Galleria piacentina Oddi Ricci.
L’opera
Osservando lo sguardo della signora ritratta, dopo tutta questa storia intricata, la suggestione sale. L’opera presenta qualcosa di inquietante e misterioso. Prima il processo di ritocco effettuato dallo stesso Klimt, poi la scoperta da parte di una giovane ragazza e poi il furto. È un caso particolare perché l’opera assume una forza magnetica maggiore. Quella narrazione che la sottende, fa pensare a un’opera fantasma. Quasi incompleta, reinterpretata. Ad esempio perché la ragazza diventa una signora? Forse Klimt scelse di farla crescere? La storia del furto dona quel mistero che si è depositato sullo sguardo della ragazza. Come un’anima profonda che vive nel movimento, nel cambiamento. Sembra che l’arte sia legata oggi più che mai al contesto che la circonda. L’aura di cui parlava Benjamin è forse quel significato che gli eventi danno all’opera? l’opera è essa stessa un evento. Infatti un semplice ritratto che vuole solo rappresentare un volto, assume una forza maggiore. Verrebbe da pensare che non sia stato poi così sventurato il destino di quest’opera, se è servito a crearle attorno un senso maggiore.
Ora l’opera è tornata a casa sua, a Piacenza. Ma con una storia potenziata che certamente la rende qualcosa di più che un ornamento. Quell’opera è la dimostrazione di una storia e lo sguardo soave della ragazza sembra raccontarcelo con una leggerezza macabra, e tagliente inconsapevolezza.
Luca Atzori, laureato in filosofia, ex direttore artistico del Teatro Piccolo Piccolo, Garabato e membro fondatore del Mad Pride di Torino. Drammaturgo, attore, poeta, cantautore. Autore dei libr: Un uomo dagli occhi rotti (Rizomi 2015) Gli Aberranti (Anankelab 2019), Teorema della stupidità (Esemble 2019) Vangelo degli infami (Eretica 2020) e dei dischi Chi si addormenta da solo lenzuola da solo (2017), Mama Roque de Barriera (2019) Insekten (2020) Iperrealismo magico (2020) Almagesto (2021).