Cat cafè in Campania: alla scoperta di Gattò Bistrot

Cat cafè in Campania: alla scoperta di Gattò Bistrot

La moda dei cat cafè, che in Giappone esistono già da molti decenni e vengono definiti neko cafè (da neko, che vuol dire appunto “gatto”), si è diffusa già da un po’ anche in Italia.

Questi originalissimi locali permettono di conciliare la pausa caffè con il benessere che si prova a contatto con gli animali (in questo caso i gatti!) e sarebbe fantastico se il mondo, in primis il nostro Paese, si popolasse di questi piccoli ritrovi paradisiaci!

È così che con questa intervista vi portiamo alla scoperta di Gattò Bistrot, un delizioso e accogliente cat cafè di Portici (presso Napoli), sperando che il prezioso racconto di Valentina Cuomo, proprietaria del locale, possa essere di ispirazione agli altri!

cat cafè

Ciao Valentina! Iniziando dal principio, parlaci un po’ di te e raccontaci com’è nato il progetto di Gattò Bistrot.

Tutto è cominciato una ventina di anni fa – per “tutto” intendo il mio amore smisurato per i gatti, cresciuto a tal punto da far combaciare la maggior parte delle mie giornate con la compagnia simbiotica di questi viventi discreti, misteriosi, magici. Avevo solo 8 anni quando una gatta meravigliosa ha incrociato il mio cammino, diventando poi mia complice, sorella di diversa specie, amica e madre insieme. Pallina – si chiamava così il mio grandegrigioamore – è stata al mio fianco per quindici anni ed è anche merito suo e in suo onore se ho scelto di intraprendere questa strada. E poiché l’amore vero si accompagna necessariamente ad appassionata dedizione, studio senza sosta, curiosità vorace, le ho dedicato la mia tesi di laurea in Filosofia, indagando come la figura concettuale dell’Animale sia stata interpretata nel corso della storia del pensiero occidentale, contribuendo a creare quella che ora è una visione comunemente accettata degli animali non-umani.

Sono fermamente convinta che si debba ripensare il ruolo dell’Umano all’interno dell’economia dell’esistente e del vivente, non più quindi come vertice di una piramide antropocentrata, ma parte di una più ampia visione ecocentrata o antispecista. Gattò è stato, in quest’ottica, un modo per mettere in contatto i bipedi umani e dei degni esponenti della categoria del quadrupede più cliccato del web, proponendo e promuovendo una cultura del felino domestico, permettendo a tutti di arricchirsi da questa reciproca convivenza, di interazione mediata da un personale di sala attento e amorevole.

Quali sogni e speranze ti hanno spinta ad aprire un locale del genere e quali difficoltà hai incontrato in fase di realizzazione?

Indubbiamente, ho aspettato l’apertura di un locale simile a Gattò per svariati anni e, viaggiando in diverse città italiane, mi sono sempre chiesta se un posto del genere potesse vedere la luce nel territorio in cui sono cresciuta, nel mio Sud dove il randagismo è stato storicamente un problema, nella misura in cui è stato un fenomeno marginalizzato, minimizzato o arginato con metodi non adeguati. La risposta è stata a tutti gli effetti positiva: Gattò ha non solo aperto i battenti, ma ha riscosso e riscuote un successo entusiasta e, cosa per me fondamentale, incontra la simpatia e la stima di chi ci viene a trovare – segno, questo, che un posto così andava creato!

Quella dei cat cafè, che prendono spunto dai neko cafè giapponesi, è una realtà poco conosciuta in Italia e ce ne sono ancora pochi sparsi in alcune grandi città come Roma o Milano. Con il tuo ristorante hai ottenuto immediatamente, fin dall’apertura, una buona riuscita? Ad oggi sapresti dire che tipo di clientela risulta maggiormente interessata al tuo locale?

La grande fortuna del nostro locale risiede proprio in questo: la novità e l’unicità di questo format (i nostri “cugini” più prossimi sono a Roma e a Palermo) sul territorio campano, e non solo, fanno sì che ci vengano a trovare clienti da diverse parti del Sud Italia e tanti turisti (essendo ubicati in una posizione abbastanza felice, a pochi passi dalla fermata della circumvesuviana di Portici-Bellavista, punto medio tra Napoli e Pompei). Pur essendo trascorsi due anni e mezzo dalla nostra apertura (di cui uno non proprio attivo, costellato da vari lockdown), ancora non possiamo definire in modo puntuale e “scientifico” il tipo del cliente di Gattò. Posso però dirti che il nostro target per eccellenza è costituito da gattari (tipicamente qualcuno che abbia già dei gatti in casa propria) o chi vorrebbe avere un gatto, ma non ne ha la possibilità perché vive con persone meno cat-friendly o allergiche al felino domestico.

cat cafè

Il Gattò Bistrot, lo ricordiamo, prevede un menù molto invitante, che include ricette esclusivamente vegetariane e una selezione molto varia e accurata di drink e bevande. Immagino ci sia tanto lavoro dietro. Quali sono i “segreti” per elaborare un menù così originale e come si fa a renderlo appetibile anche per chi non apprezza molto la cucina vegetariana?

La chiave di lettura dei nostri menù è la stessa che si può ritrovare nella ratio del locale: mai smettere di incuriosirsi e, per estensione, di stupire. L’analiticità è alla base di un menù che cambia con frequenza e, di volta in volta, è anche ciò che ci permette di trovare ciò che sposi la linea ideologica del locale, in un’ottica di un’alimentazione equilibrata, che segua la stagioni, i gusti del momento e, perché no, permetta anche al nostro staff di sperimentare e cimentarsi in nuovi abbinamenti. Quanto al beverage, da vegetariana di vecchia data, sono anche una grande lettrice di ingredienti ed etichette – chi è vegetariano da prima che comparissero gli indicatori sui packaging, mi capirà… Detto a mo’ di slogan: se ti aspetti di trovare da Gattò qualcosa di commerciale, sei nel posto sbagliato – per quello ci sono i fornitissimi scaffali del supermercato!

Ok, adesso parliamo dei protagonisti assoluti (non me ne volere!): i GATTI. Parlaci degli adorabili, carini e coccolosi ospiti del locale. Quali sono i loro nomi, da dove provengono e come vivono attualmente?

I nostri mici sono sei e sono la vera anima del Gattò: dal più espansivo al più timido, troviamo Procolo, il PR del locale, quello che non puoi non conoscere (salvo in rari momenti in cui il signorino si concede un sonnellino ristoratore); Ciancioso, il gatto bianco e nero, imponente e dipendente da un tipo particolare di coccole (provare per credere!); Luna, la gatta-pennichella per antonomasia, dal pelo sofficissimo e dal cuore tenero; Sole, un altro pilastro della gang felina, imponente per stazza ed età, timido ma non troppo, adora i grattini alla base della coda; e, infine, Piccolina e Perla, le due gatte tricolori, rispettivamente di 5 e 12 anni, seguaci del motto “guardare ma non toccare”. Tutti i gatti sono porticesi – a km 0, diremmo oggi! -, tranne Procolo, puteolano DOC, inseritosi nella combriccola tutta vibrisse e gommini grazie ad un avventuroso e clandestino passaggio “a bordo” di una macchina.

cat cafè

Una curiosità personale (e credo anche di tante altre persone), come si gestisce un locale/bar/ristorante con dei gatti al suo interno? Come riesci a tenere sotto controllo i vari aspetti igienico-sanitari, in che modo sono suddivisi gli spazi e come sei riuscita a rendere l’ambiente accogliente sia per i clienti che per gli “inquilini” a quattro zampe?

Come ogni locale in cui è prevista somministrazione di alimenti, ci atteniamo rigidamente alle regole previste dai protocolli HACCP, ai quali abbiamo aggiunto una suddivisione degli spazi pensata per non consentire ai gatti di entrare in contatto con le zone di stoccaggio e di preparazione degli alimenti. Inoltre, i gatti, preventivamente al loro ingresso al locale, sono stati sottoposti a diverse analisi e profilassi vaccinale, concordate con l’ASL di riferimento e il nostro medico veterinario, e hanno una loro stanza (in cui possono mangiare, dissetarsi e usare la lettiera) in cui non è consentito l’accesso alla clientela, per ragioni igieniche e per rispetto dell’etologia del gatto, che è centrale.

Che rapporto c’è tra te, i mici e le persone che vengono a trovarvi? Come si comportano gli amici felini con i clienti?

Gattò nasce come luogo informale, a tratti familiare, e mi piace che il cliente che entri per la prima volta percepisca questo mood: chi entra qui mette piede in un salotto particolare (dove i gatti sono il fulcro e l’attrazione, è vero) la cui tonalità emotiva ruota intorno ad un’atmosfera rilassata e rilassante, a prova di gatto e di hygge (termine danese che si può accostare con molte approssimazioni al significato di cozyness)… Musica soft, cenette saporite, giochi da tavolo, sala da lettura, aperitivi sfiziosi e bevande inusuali: ciascuno torna da Gattò per uno o più di questi motivi, dopo aver conosciuto e amato i nostri mici!

Dato che sei amante degli animali, e in particolar modo hai sviluppato questa passione per i gatti, dev’essere entusiasmante gestire un’attività come quella del Gattò Bistrot. Quali sono gli aspetti positivi e quali quelli negativi nello svolgimento del tuo lavoro?

Gli aspetti negativi sono quelli che si possono riscontrare in qualsiasi attività di ristorazione: i ritmi non sempre calmi, la poca predittività delle turnazioni e lo stress che ne consegue… ma sono tutti facilmente compensati dagli aspetti positivi che un’attività particolare come Gattò può attirare a sé: varie umanità che si incontrano, intrecci di singolarità che scelgono di abitare il piccolo mondo che si apre tra queste pareti e vetrine, scambio tra diversità accomunate sotto il segno del felino più amato, la ricchezza che si accumula grazie alla condivisione dei vissuti… questo rende impagabile una simile realtà ai miei occhi.

cat cafè

Ci racconteresti qualche episodio significativo o divertente, degno di essere registrato nella storia del Gattò Bistrot?

Abbiamo un vastissimo repertorio di storie buffe da raccontare. Le migliori indubbiamente risalgono al periodo dell’apertura o addirittura di poco antecedente: un cliente si accostò alla vetrina per chiederci se in questo locale avessimo intenzione di servire carne di gatto, un altro ancora ci domandò se qui i gatti avrebbero fatto da camerieri, servendo ai tavoli con un vassoio sul dorso… Frasi surreali, per quanto pronunciate con un tono di voce estremamente serio!

Prima di salutarci, avresti qualche consiglio da dare agli altri “gattari” che sognano di aprire un locale come il tuo?

Fatelo per i gatti, per il solo amore dei gatti, altrimenti desistete.

Ringraziamo Valentina per questa interessante intervista!