Nel 1975 in una stradina del centro storico di Genova, Salita della Tosse, esisteva un piccolissimo teatro di soli cento posti, che da allora sarà appunto chiamato il “Teatro della Tosse”. La modesta collocazione incuneata tra i vicoli in salita della città vecchia, fu la prima seda di una iniziativa culturale voluta da personalità dell’humus intellettuale di quegli anni, tra cui Aldo Trionfo, Rita Cirio, Giannino Galloni e dovuta alle idee innovatrici del regista Tonino Conte (1935-2020) e dello scenografo e artista Emanuele Luzzati (1921-2007), che peraltro ne saranno direttori artistici sino al 2006-07.
Nasce per dar voce a quelle espressioni teatrali d’avanguardia, di legame con il pubblico, di gioco, di connessione con altre forme d’arte come la musica, la pittura, il cinema, che animano la voglia di esperienze e nuovi stimoli.
Lele Luzzati e le sue scenografie fantastiche
Già molto noto come scenografo e illustratore, Luzzati si avventura con entusiasmo nella realizzazione di un teatro diverso, che dia origine a connessioni e spirito fantasioso, creando le sue tipiche scenografie molto colorate e ricche di immagini e invenzioni affabulatorie, con libertà di segno e leggerezza espressiva. Nel sodalizio con il drammaturgo, scrittore e poeta Tonino Conte si aprirà una visione lungimirante del concetto di elaborazione teatrale che avrà negli anni, non solo molto successo ma anche notevole riscontro internazionale.
Il primo teatro multisala
Con il tempo il Teatro della Tosse non solo cambierà sede, trasferendosi presso l’antico Teatro di Sant’Agostino, ma sarà anche in grado di unificare altre due sale e, dal 2005 diverrà “Fondazione Luzzati Teatro della Tosse”
Oggi il Teatro della Tosse non è solo una casa per la compagnia della Tosse – che crea anche eventi fuori dal palcoscenico e porta in tournée i suoi spettacoli – ma un crocevia per artisti e compagnie da ogni parte del mondo, in cui offrire al pubblico un luogo di incontro ricco di novità e stimoli culturali.
Dopo aver seguito studi artistici si interessa appassionatamente ad approfondire i meccanismi e l’evolversi della storia dell’arte contemporanea.
Proprio in qualità di critico d’arte e corrispondente, negli anni ’80 e ’90, ha firmato saggi e recensioni per alcuni dei maggiori periodici del settore, tra i quali: Terzoocchio delle edizioni Bora di Bologna, Flash Art di Milano Julier di Trieste ed il genovese ExArte .
Inoltre affiancherà attivamente come consulente la famosa galleria d’Arte avanguardistica Fluxia durante tutto il periodo della sua esistenza.
Ha partecipato all’organizzazione di numerosi eventi, tra i quali l’anniversario del centenario dell’Istituto d’Arte di Chiavari e la commemorazione del trentennale della morte del poeta Camillo Sbarbaro a S. Margherita L.
Nel 2010 pubblica il suo primo romanzo: “La strana faccenda di via Beatrice D’Este”, un giallo fantasioso e “intimista”.
Nel 2018 pubblica il fantasy storico “Tiwanaku La Leggenda” ispirato alla storia ed alle leggende delle Ande pre-incaiche.
Attualmente collabora con alcuni blog e riviste on-line come “Chili di libri, “Accademia della scrittura”,
“Emozioni imperfette”, “L’artefatto”,” Read il magazine” e “Hermes Magazine” occupandosi ancora di critica d’arte e di recensioni letterarie.