Fonte foto: Giornale di Brescia
Devo ammetterlo, da qualche tempo a me il Festival di Sanremo, non mi dava i brividi. O meglio non è che mi facesse poi cosi tanto impazzire. Troppo show, troppa “caciara” e la musica era quella che era, ovvero un contorno un po’ sfumato ed invece….
Mamhood e Blanchito: da Brividi
Però dai Maneskin in poi qualcosa, su questo mio “pensare male” è cambiato. Ed è cambiato In positivo. Partendo, nell’edizione 2022 da Mahmood e Blanco e dalla loro “Brividi”. Vincitrici del Festival. Agli antipodi rispetto alla religione musicale alla quale sono devota eppure il testo e le sonorità, esattamente come è successo con quelle della Minetti, all’epoca e quelli di Mengoni qualche anno fa, per me hanno fatto davvero la differenza.
Brividi è stata la canzone che ha l’XFactor Sanremese. Non a caso l’ha pure vinto! Anche se sarà una di quelle che vince e poi viene dimenticata presto, resta comunque una bellissima canzone. Ecco avete letto bene! Resta, soprattutto. Per la profondità delle parole che sono state armonizzate dalla voce graffiante di Blanco e dalla cantata alla cugini di campagna del mio amico Mahmood.
L’amore che non comunica, ed il silenzio che ci riesce meglio di qualsiasi parola
Una canzone che di per sé può raccontare quel sentimento di poco coinvolgimento in amore per non “soffrire” poi, ma nasconde sicuramente un significato emotivo molto piu complesso. Che in pochi riescono a vedere: quello del silenzio. Quello che si fa spazio negli occhi, quando l’amore c’è ma si ha quasi paura a sussurrarlo. E allora ci sono una serie di componenti fisiche che vengono a ricordarci che il nostro fuori un po’ somiglia al nostro dentro; una di queste sono proprio i brividi.
Ti amo ma mi vengono i brividi
C’è quel frangente poetico ed umano della paura dell’abbandono, che causa anch’esso un tormento spasmodico quasi fisico esattamente come tra momenti di amore e passione, prima che la paura di “amare e sbagliare” possa portare a quel silenzio del dopo, che spesso, tende ad esserci nelle relazioni.
L’amore va oltre quei brividi
Ma se il fine comune è quello di restare insieme, di non sprecare questo tempo e quest’occasione anche se in determinati momenti della vita sembrano vincere le difficoltà in un rapporto che vive tra passione, prendere e fuggire dalle responsabilità, l’amore lo si sente. Lo si sente anche e soprattutto dal silenzio, dall’assenza e dal restare in ascolto delle sensazioni altrui. Spesso ci dimentichiamo che a parlare, oltre alle parole, nel mondo dei sentimenti, c’è anche il corpo. E quando c’è un brivido che sia di passione o di un amore, forse per stare bene dovremmo farci bastare anche – e soprattutto- quello.
L’abbraccio di Blanco alla mamma: un finale da Brividi!
Fonte Vanity Fair
Cantare l’amore, cantare di certi sentimenti l’hanno fatto in molti, ma cantarla a diciannove anni a fianco di Mamhood, a Sanremo non é da tutti. I ragazzi di oggi, forse non sono il massimo della vita, io per prima credo che a molti di loro, qualche pizza in faccia non farebbe male. Le canzoni di oggi hanno testi che lasciano il tempo che trovano. Ma Blanco no. O meglio Riccardo no. Mi ha sempre fatto tenerezza, anche quando girava in mutande cantando “Paraocchi” che non è tutta sta gran poesia. E invece, Blanco ha abbracciato mamma e papà. Dandoci prova che è di quello che dovremmo aver bisogno, dopo una vincita e pure dopo una sconfitta. Di abbracciare. Di cercare conforto e sicurezza. Di non aver paura di essere bambini anche quando dobbiamo per forza essere grandi.
Un gesto umano, in una sera di lacrime
Blanco, ha fatto quello che purtroppo non ha più potuto fare il piccolo Rayan, il bambino caduto nel pozzo in Marocco. E l’ha fatto senza aspettare una risposta. Un cenno di consenso dalla produzione. Blanco ieri ha abbracciato, e molto probabilmente non è tanto Sanremo o il premio a fare la differenza. Non è tanto una canzone a meritare il podio. Per me la vittoria, di Riccardo e di Alessandro (si, proprio della persona prima dell’artista) è proprio questa. Deve essere questo oltre a tutto: l’abbraccio a mamma e papà.
Anche quando l’amore resta in silenzio, voi, non smettete di ascoltarlo, e di abbracciarlo!
Mi chiamo Alessia, scrivo per difendermi, per proteggermi e per dare una mia visione del mondo, anche se in realtà io, una visuale su tutto quello che accade, non ce l’ho, e probabilmente non l’ho mai avuta. Ho paura di ritrovarmi e preferisco perdermi.
Culturalmente distante dal pensiero comune. Emotivamente sbagliata. Poeticamente scorretta. Fiore di loto, nel sentiero color glicine. Crisantemo all’occorrenza. Ho più paure che scuse. Mi limito a scrivere e leggere la vita. Mi piace abbracciare Biscotto, anche da lontano. Anche se per il mondo di oggi sembra tutto più difficile.
Scrivo per questo magazine da circa un anno. Ho pubblicato anche un libro ( ma non mi va di dire il titolo perché qualcuno penserebbe “pubblicità occulta”). Ho aperto un mio blog personale: “Il Libroletto” dove recensisco libri per passione.