Fonte foto: Idealia.it
Se avete ascoltato “Blu Celeste” il disco d’esordio e singolo di Blanco usciti entrambi circa un mese fa, e se siete dei buoni ascoltatori, anche voi sarete rimasti sicuramente impressionati dalla title track di “Blu Celeste”, che è il brano portante dell’album. Colori e note che raccontano di un cielo che in pochi conoscono.
E mi metterò al riparo
Mentre imparo ad accettarlo
Che sе il tempo l’ha già fatto
Ora sei un mio ricordo.
A differenza di quelli usciti in precedenza: – come l’energica Paraocchi è davvero molto intenso e profondo, perché parla di un’emozione, che in questo ultimo periodo sto cercando di analizzare a fondo, anche attraverso la scrittura di alcuni articoli a riguardo: il dolore. Un dolore che si prova, quando, si viene a creare una situazione di lutto o perdita. E la canzone Blu Celeste, porta con sé questo ingombrante e complesso significato.
La morte e la vita per un ragazzo della generazione “Z”
“Blu Celeste” di Blanco è un brano che in tanti definiscono intenso ma soprattutto inaspettato. Una ballata che sa di cielo e ricordo, un brano scritto due anni fa: quando Blanco aveva solo sedici anni.
Siamo grandi per sognare
Tu saresti maggiorenne
Io ormai sono un sedicenne
Vado per i diciassette
Festeggerò da solo
Un altro compleanno di merda
Ma per quale motivo “inaspettato”? Forse perché parlare di morte, lutto e sofferenza non è mai immediatamente associabile alla spensieratezza, che ci si può aspettare da un rapper gen Z di appena 18 anni come Blanco.
Nessun pensiero a riguardo però è più sbagliato di “troppo giovane per queste cose”, perché al contrario, quelli che Blanco sta vivendo, sono gli anni della sensibilità più estrema. La difficoltà per questi ragazzi “di oggi”, semmai, è quella di trasformare quel sentimento che sgorga nell’animo in qualcosa di concreto. Come una canzone che resti quando qualcuno se ne va. E che non sia solo una battuta social e di mercato. Ed è proprio qui che sgorga il talento, quello puro, quello vero quando c’è.
Blanco cresce ascoltando, a differenza di molti suoi coetanei artisti come Dalla, Battisti e Pino Daniele. Proprio per questo, teniamoci ancora per noi, la sorpresa e andiamo ad analizzare a interpretarne le sue parole in rima che sembrano prima di tutto una ninna nanna liberatoria verso il cielo.
Il significato di Blu Celeste
Quando il cielo si fa blu, penso solo a te
Chissà come stai lassù ogni notte
È blu celeste, è blu celeste
È blu celeste
La canzone appare come una vera e propria elaborazione personale di un lutto. L’allontanamento definito di un senso di colpa, di cui si sa poco. Non è dato sapersi, almeno non specificamente nel testo, chi sia la persona alla quale è dedicata e neppure il legame che intercorreva fra i due. Forse il nome è proprio “Celeste” come il nome tatuato anche sul ventre di Riccardo – evidente nei suoi videoclip – e come sembra accennare nel titolo del brano, ma celeste è anche un’accezione che viene data al cielo e ai suoi colori.
Un brano che va ascoltato per l’intensità non solo melodica, ma anche per le parole che trasmette. Semplici nel raccontare, come si può sentire una persona – in questo caso- un ragazzo di allora sedici anni quando si trova a fronteggiare un emozione come quella del lutto. Lutto che non traduce solo in “morte”. Ma come una fine, E come si fa ricominciare: si alzano gli occhi al cielo: un cielo blu celeste.
Mi chiamo Alessia, scrivo per difendermi, per proteggermi e per dare una mia visione del mondo, anche se in realtà io, una visuale su tutto quello che accade, non ce l’ho, e probabilmente non l’ho mai avuta. Ho paura di ritrovarmi e preferisco perdermi.
Culturalmente distante dal pensiero comune. Emotivamente sbagliata. Poeticamente scorretta. Fiore di loto, nel sentiero color glicine. Crisantemo all’occorrenza. Ho più paure che scuse. Mi limito a scrivere e leggere la vita. Mi piace abbracciare Biscotto, anche da lontano. Anche se per il mondo di oggi sembra tutto più difficile.
Scrivo per questo magazine da circa un anno. Ho pubblicato anche un libro ( ma non mi va di dire il titolo perché qualcuno penserebbe “pubblicità occulta”). Ho aperto un mio blog personale: “Il Libroletto” dove recensisco libri per passione.