Robocop

Dove lo mettiamo Robocop?

Fonte foto: dalla rete © 1987 Orion Pictures 

Robocop per dieci anni. Sono serviti dieci anni a Detroit per avere la statua simbolo della città. Tuttavia, questa rimarrà ancora a lungo chiusa in un magazzino.

Ma vediamo come sono andate le cose.

Robocop

Come Philadelphia

Accadde che un bel giorno un tale, un utente di Twitter, taggò Dave Bing, l’allora sindaco di Detroit, facendogli notare che la città avrebbe dovuto avere la sua statua di RoboCop (tra i film d’azione più belli della storia del cinema), esattamente come Philadelphia ha la sua statua di Rocky. In fondo l’uomo-macchina dell’iconico film del 1987 di Paul Verhoeven ha come palcoscenico (anche se in realtà girato altrove) proprio la decadenza della grande (e in seguito realmente fallimentare) città americana. E sì, perché questa proposta veniva fatta nel 2011, un paio di anni prima della dichiarazione di fallimento.

L’idea non era male

L’utente faceva notare che RoboCop sarebbe stato un grande ambasciatore per la città, e il sindaco di fatto sostenne la fondatezza di tale affermazione. Brandon Walley e Jerry Paffendorf, quindi, altri due appassionati, fecero immediatamente partire una imponente campagna Kickstarter per la racconta di finanziamenti in crowdfunding che avrebbe raggiunto la cifra di 17.000 dollari in soli tre giorni.

Ma anche i rallentamenti non furono da poco

Fred Barton, famoso produttore di repliche di robot del cinema in formato (anche più che) reale si unì presto al progetto (denominato nel frattempo Imagination Station), collaborando alla realizzazione del design del personaggio, ma da lì a poco la realizzazione avrebbe incontrato numerosi arresti: ci si era resi conto del fatto che la produzione di una gigantesca statua di metallo può risultare estremamente costosa, ad esempio, oltre che complicata. A lungo ci furono problemi di integrità strutturale da risolvere; e nel frattempo l’artista ha dovuto anche combattere contro il cancro per anni. Ciò nonostante, i lavori non si sono mai fermati del tutto. Anche Giorgio Gikas, presidente della Venus Bronze Works, inc. (sempre di Detroit), si sarebbe unito al progetto fornendo il prezioso metallo.

Appare quindi evidente che ci troviamo di fronte a un’opera interamente finanziata da privati.

C’è voluto un po’, eh!

Alla fine oggi, evidentemente non senza pesanti perdite economiche, il team è finalmente riuscito ad arrivare in fondo all’intento: la statua è finalmente pronta, ed è indiscutibilmente un capolavoro. Le cose però in dieci anni sono pesantemente cambiate, a partire proprio dal fallimento della città, per non parlare del sindaco che l’aveva (forse anche ironicamente) sospinta, e soprattutto, e qui viene la (nuova) nota dolente, il sito proposto inizialmente per la collocazione dell’opera. Esso doveva infatti esser collocato nel Michigan Science Center, museo della scienza di Detroit, ma tale collocazione non appare esser più disponibile.

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La comunicazione

Siamo grati al team di Imagination Station e ai loro partner per aver incluso il Michigan Science Center nel viaggio della statua di RoboCop. Lavorando con Imagination Station nel 2018, MiSci, un museo privato senza scopo di lucro che non riceve finanziamenti operativi comunali, statali o federali, aveva pianificato di installare la scultura in bronzo adiacente al Centro in concomitanza con miglioramenti ai nostri terreni. Ma, date le pressioni senza precedenti della pandemia, le risorse di MiSci devono ora essere interamente concentrate sulla nostra missione principale di servire gli studenti e le famiglie del Michigan. MiSci spera di essere in grado di supportare Imagination Station nella ricerca di una nuova e appropriata casa per questo iconico lavoro, ha spiegato il Michigan Science Center al The Detroit News. Traduzione: lo spostamento, il trasporto e la collocazione (e immaginiamo poi la manutenzione) di una statua di bronzo alta quasi tre metri e mezzo, di cui sappiamo pesare mezza tonnellata solo la base in acciaio inossidabile, ha costi che vanno ben oltre le possibilità in essere al momento.

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Detroit dovrà quindi, per il momento, attendere ancora. Speriamo non altri dieci anni.