Fonte foto: Zzingara’s henna
Per la rubrica Lavori dell’altro mondo, oggi parleremo di un mestiere ancora sconosciuto in Italia, che si sta piano piano facendo spazio nella società grazie al continuo e meraviglioso scambio con le nuove culture che si stanno affermando nel nostro Paese. Per farlo, abbiamo intervistato Alice Chioda.
L’intervista
Alice Chioda vive in provincia di Bergamo ed è una Henna Artist. Vediamo insieme in cosa consiste il suo lavoro e in che modo si sta diffondendo.
In cosa consiste esattamente il tuo lavoro?
“Il mio lavoro ha tantissimi aspetti diversi, ogni giornata è diversa dalla precedente. Partiamo dalla materia prima: l’hennè è una pianta, un arbusto spinoso, le cui foglie contengono un colore detto lawsone, che ha la capacità di colorare pelle, tessuti, capelli e unghie. Le foglie vengono raccolte, essiccate, sminuzzate e polverizzate. Io parto proprio da qui, importo la polvere di hennè dall’india, dalla regione del Rajasthan, e comincio a lavorarla: la setaccio e la impasto con olio essenziale di lavanda, zucchero e acqua. in questo modo ottengo la mia materia prima: completamente naturale e sicura per la pelle. “
Hai dovuto acquisire una formazione tecnica particolare per fare questo mestiere?
“La mia formazione non è artistica, arrivo da un liceo delle Scienze Umane e da qualche anno di università. Ho frequentato filosofia alla statale di Milano per due anni circa, per poi accorgermi che in realtà la mia strada era un’altra. La mia storia comincia quando ero molto piccola. Mia madre, che era animatrice culturale a quel tempo, teneva corsi di italiano per stranieri nel nostro piccolo paesino. In occasione delle feste, degli incontri, ho avuto modo di essere decorata con hennè da alcune ragazze marocchine, e ne sono subito rimasta affascinata fin da subito. Nel 2014 sono stata a Istanbul, dove ho cercato per la prima volta informazioni sull’hennè. Tornata a casa mi sono avvicinata ancora di più a questo mondo, da autodidatta, scoprendo tra prove e moltissimi errori, una ricetta che sembrava funzionare. Ho continuato a cercare informazioni su quest’arte, a rispettare le radici, gli usi e le tradizioni che l’hanno fatta nascere e crescere. Da qui sempre più persone hanno cominciato a chiedermi di decorarle, amici, parenti, conoscenti e poi persone che mi trovavano sui social, poi addirittura spose… Fino a quando non ho scelto di farlo diventare il mio lavoro: nel 2017 ho lasciato l’università per dedicarmi completamente a questa passione e nel 2018 ho aperto la mia partita Iva.”
Come viene percepito il tuo mestiere nella tua città? È inusuale o abbastanza diffuso?
“In Italia non ci sono molte persone che svolgono il mio lavoro, ma è un ambiente che si sta diffondendo negli ultimi anni. Lavoro moltissimo con famiglie straniere. Anche gli italiani si sono avvicinati a negli ultimi tempi quest’arte! Soprattutto per decorazioni temporanee per coprire inestetismi, magari, come cicatrici, vene ecc.. O anche solo per fare una prova per un tatuaggio permanente. Si crea il disegno con l’hennè o con il jagua, dura due settimane, in questo modo cerchi di capire se prendere la decisione di tatuarlo in modo definitivo sulla pelle o meno!
Per lentiggini finte, o anche per decorare i pancioni delle mamme in dolce attesa, o per creare corone di hennè per persone sotto chemioterapia. Il mondo dell’hennè è davvero illimitato come possibilità!”
Subisci il pregiudizio della gente rispetto al tuo lavoro?
“Spesso, purtroppo, mi sento accusata di appropriazione culturale. Io però preferisco chiamarlo apprezzamento culturale, nel mio caso. Perché è un’arte che ho studiato e imparato da persone che sono nate in queste culture. Non è appropriazione se si rispettano gli usi, le tradizioni e soprattutto se le si conoscono e le si portano avanti.
Devo dire che però ricevo molti più apprezzamenti che critiche, sia da miei connazionali che non!”
Chi è Il tuo cliente tipo?
“Non ho una tipologia di cliente fissa. Lavoro molto con spose che vengono da paesi diversi: dal Marocco, dall’India, dalla Tunisia, dal Burkina Faso, dalla Costa d’Avorio, dalla Nigeria ecc.. Tutti paesi che hanno una tradizione legata all’hennè, in modi simili ma diversi tra loro.”
Cosa consigli a chi è alle prime armi?
“A chi è alle prime armi consiglio vivamente di non acquistare conetti di hennè quei siti di e-commerce che vendono prodotti che non hanno obbligo di specificare gli ingredienti, e sono quindi pieni di sostanze chimiche che rendono il tattoo più scuro e gli donano una colorazione istantanea. Bisogna stare attenti anche a farlo nelle fiere o nei market, anche e soprattutto in spiaggia! Ve lo sconsiglio assolutamente.
Se volete avvicinarvi al mondo dell’hennè contattate un artista che lo impasta artigianalmente.”
Cosa si rischia?
“Bruciature, cicatrici, infezione al sangue. Un metodo per capire se l’hennè che hai davanti è naturale è questo: va conservato in freezer? È naturale. Non va conservato in freezer? È chimico. Se ha un odore sgradevole o brucia, è chimico. “
Utilizzi misure igieniche anti-Covid?
“Il Covid mi ha fermata, come è successo per estetiste, onicotecniche e altre figure professionali di cura per la persona. Ma in realtà, grazie a questo stop, ho cominciato un nuovo business: la vendita online di conetti applicatori di hennè. Non riuscivo a stare con le mani in mano, e devo dire che sta funzionando bene! Sto aprendo anche il mio shop che sarà disponibile a breve.
Vendo prodotti per impastare in casa l’hennè partendo dalle foglie, un kit con dentro tutti gli ingredienti necessari e le istruzioni. Poi c’è la possibilità di acquistare i conetti di hennè naturale già pronti per tatuaggi e lentiggini.“
Questo tipo di attività ha un buon riscontro economico?
“Quando ho lasciato l’università avevo già un buon giro di clientela, ora lavoro praticamente 7 giorni su 7, a volte anche 24 ore su 24! Quindi sì, come dico sempre: l’hennè è il mio ‘lavoro vero’ e riesco a mantenermi solo con questo.”
Credi che attualmente in Italia venga premiato e incentivato chi fa il tuo mestiere?
“In Italia il mio lavoro non esiste a livello legislativo. Di conseguenza, è stato complesso aprire una Partita Iva o comunque riuscire a capire quale strada intraprendere.”
L’attività di Alice si chiama Zzingara’s henna. È possibile vedere i suoi lavori sui principali Social Network: Instagram, Tiktok e Facebook.
Giornalista, lettrice professionista, editor. Ho incanalato la mia passione per la scrittura a scuola e da allora non mi sono più fermata. Ho studiato Scrittura e Giornalismo culturale e, periodicamente, partecipo a corsi di tecnica narrativa per tenermi aggiornata.
Abito in Calabria e la posizione invidiabile di Ardore, il mio paese, mi fa iniziare la giornata con l’ottimismo di chi si ritrova la salsedine tra i capelli tutto l’anno.