La festa di Calendimaggio ha un’origine antichissima, poiché risale alle feste agresti legate al passaggio dal buio dell’inverno alla luce della primavera. Nata ai tempi dei romani e molto diffusa tra le popolazioni celtiche, è stata soppiantata in epoca cristiana dalla festività di Santa Valpurga e, a partire dal 1889, dalla Festa del Lavoro.
In alcune città d’Italia come Nogaredo (TN), Vernasca (PC), Monghidoro (BO) o Santo Stefano d’Aveto (GE) viene tuttavia festeggiata ancora, in una giornata colma di allegria che mette tutti di buonumore.
Le origini romane, l’epoca celtica e la cristianizzazione
In epoca romana nel giorno di Kalendae Maiae (da kalendae, primo giorno del mese, e Maia, dea femminile della fecondità e della natura) si compivano lunghe processioni e riti scaramantici in onore delle divinità agresti, per propiziare un buon raccolto.
I festeggiamenti in onore della primavera, tuttavia, erano molto sentiti soprattutto dal popolo celtico, che celebrava la festa di Beltane nella notte tra il 30 aprile e il primo maggio per onorare il trionfo del Sole. I Celti credevano che in questo periodo i morti tornassero nelle proprie terre per proteggere i loro cari e benedire i raccolti, per cui Beltane era una ricorrenza gioiosa, che veniva celebrata con entusiasmo e accompagnata da danze e musica.
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In epoca cristiana la festa venne inglobata dai riti in onore di Santa Valpurga; prevedeva una lunga veglia e delle celebrazioni religiose per scacciare le streghe e gli spiriti maligni, ma la cristianizzazione non riuscì nell’intento di soffocare i rituali pagani, che si trasformarono nella festa di Calendimaggio, un’occasione per divertirsi e accogliere con leggerezza l’arrivo della primavera.
Nel primo giorno di Calendimaggio si sceglieva in genere un albero da portare in centro città e addobbare con fiori, nastri e cibo e intorno al quale danzare senza freni; trae origine da questa usanza il mito dell’albero della cuccagna, che evoca subito un’idea di divertimento e abbondanza. In questa occasione le cittadine si vestivano a festa, con balconi e finestre addobbate con ghirlande e ramoscelli e le strade ricoperte di tappeti floreali.
Calendimaggio nella Firenze del Rinascimento
Calendimaggio era una festa particolarmente amata nella Firenze di epoca medievale e rinascimentale, tanto da iniziare il primo maggio e durare per l’intero mese. Era un’occasione di gaiezza, in cui si effettuavano sfilate e cortei accompagnati da canti e danze. I giovani, scortati da musici e teatranti, ne approfittavano per attirare con stornelli e recite l’attenzione delle fanciulle che, agghindate con coroncine di rose, ginestre e giaggioli, rispondevano al corteggiamento scherzoso con piccoli rondò e ritornelli; ci si può fare un’idea di come fosse una festa così briosa osservando affreschi e dipinti che raffigurano il carro del Trionfo d’amore, che sfilava per le strade della città ed è stato ritratto in numerose opere di quel periodo.
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Perfino Lorenzo il Magnifico e la sua corte partecipavano di buon grado a questi festeggiamenti scherzosi, componendo canzoni e poesie che invitavano alla letizia e al buonumore.
Il Calendimaggio ad Assisi: una festa imperdibile
Con il passare del tempo Calendimaggio è caduto in disuso ed è stato rimpiazzato dalla Festa del Lavoro, istituita nell’800, ma in alcune zone viene ancora celebrato con lo stesso spirito gioioso delle origini. La cittadina che ha mantenuto inalterata la tradizione è senza alcun dubbio Assisi.
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La festa di Calendimaggio nella città umbra si ripete ogni anno con un rituale codificato nei minimi particolari e ispirato alle antiche usanze. È una celebrazione imperdibile che coinvolge l’intera popolazione; prevede un palio, per conquistare il quale si devono scontrare le due Parti in cui è divisa la città, e l’elezione della Madonna della Primavera, oltre a rievocazioni medievali, festosi cortei, sfilate in costume, danze e canzoni da intonare tutti insieme, per vivere alcuni giorni in totale spensieratezza e accogliere con gioia l’arrivo della nuova stagione.
Appassionata di lettura fin da bambina, amo scrivere storie che mi fanno sognare, soprattutto di genere fantasy, fantascienza e romance.
Sulla rivista Il lettore di fantasia ho pubblicato il racconto di fantascienza “Il pianeta della memoria”, con la casa editrice Delos Digital il racconto lungo di genere chick lit “Fil Rouge”, con la casa editrice Wizards & Blakholes i racconti lunghi “L’orologio della verità”, “Alizée” e “Il drago d’acciaio”, e con Nativi Digitali Edizioni il romanzo “Fernweh”, di genere fantascientifico.
Il mio ultimo romanzo pubblicato è “Il Pugnale dei Poeti”, un high fantasy uscito con la casa editrice Lumien, mentre sulla piattaforma Wattpad è disponibile il mio romanzo “Il ragazzo con l’aura d’argento”, un urban fantasy.