Era iniziato nel 1992 il suo calvario, e quel male terribile – un tumore al seno che inizialmente aveva sconfitto grazie a mastectomia e chemioterapia, ma che poi si è ripresentato in forma metastasica 25 anni più tardi e poi nel 2019 in forma ancora più aggressiva – ha tormentato la sua vita per trent’anni. Ma nonostante tutto Olivia Newton-John non ha mai mostrato segni di paura, condividendo giorno dopo giorno la sua battaglia con i suoi fans.
Foto: theaustralian.com.au
Il mito intramontabile di Sandy
Da quarant’anni a questa parte Olivia Newton-John è sempre stata la nostra Sandy. E Grease è ancora oggi quel film che si tramanda di generazione in generazione, dai genitori ai figli, ai figli dei figli dei figli.
Uno di quei film che puoi guardare un numero inimagginabile di volte senza smettere mai di desiderare di essere lì, in quel mondo straordinario. Circondato da quella magia tutta anni ’50 – certamente utopica, ma pur sempre coinvolgente – fatta di acconciature cotonate, amicizie genuine, divertimento, rock’n roll, gonne a ruota svolazzanti, colori pastello ma anche giacche di pelle rigorosamente nere.
Foto: yahoo.com
Passano i decenni, ma Grease non smetterà mai di affascinare ogni bambino, adolescente e ( perché no?) adulto, anche con un certo grado di maturità.
E Sandy Olsson rappresenterà sempre un’icona, un modello ideale da seguire.
La candida biondina, con il suo golfino color giallo canarino sulle spalle, con la sua evoluzione durante la trama del musical ci ha fatto sognare, soffrire e sperare, fino ad esultare per la sua “trasformazione” finale.
Con una morale avanguardistica, rispetto ai tempi in cui è ambientata la storia – ricordiamo che negli anni Cinquanta si era ancora lontani da un’emancipazione sociale della donna – , Sandy ci ha svegliati dalla concezione classica di “principessa Disney”, insegnandoci che la dolce e ingenua Cenerentola può sentirsi libera di mostrare il suo lato trasgressivo e seducente, e non per forza deve essere docile e remissiva per conquistare il suo “principe”.
Fonte: giphy.com
Da Sandy abbiamo imparato che possiamo struggerci e abbandonarci ad una vena romantica, rappresentata perfettamente dalla ballad Hopelessly devoted to you, ma che possiamo anche scatenarci sul ritmo travolgente di You’re the One that I want.
Abbiamo compreso che è bello essere se stessi, che l’eleganza e la raffinatezza stanno proprio nella semplicità; ma abbiamo anche scoperto la sensazione liberatoria che si prova nell’uscire dalla propria zona di confort, mettendo in mostra quell’istinto ribelle e provocatorio di cui in fondo tutti siamo dotati.
Perché in fondo non c’è nulla di sbagliato nel dire “Goodbye to Sandra Dee!“
Foto: Elle.com
E Olivia Newton-John ha saputo incarnare alla perfezione tutti questi ideali.
Lo stesso regista di Grease, Randal Kleiser, si dovette ricredere. Infatti, pur ritenendo che Olivia Newton John fosse perfetta per il ruolo della dolce e innocente Sandy, egli era molto scettico sulle capacità dell’attrice di trasformarsi nella versione sexy del personaggio. Ma quando vide Olivia Newton-John nei panni della provocante Sandy, rimase senza parole per la sua capacità di adattarsi ad un’”immagine” così diversa .
Foto: pinterest.com
Ciao Olivia
Olivia Newton-John ci ha lasciati all’età di 73 anni, età che oggi possiamo considerare quasi prematura, e il triste annuncio è arrivato dal marito John Easterling, il quale ha sottolineato che l’artista è deceduta “serenamente nella suo ranch nel sud della California, circondata da familiari e amici“.
Anche l’amico e “amore” di una vita, John Travolta, le ha dedicato un bellissimo post sui social.
Fonte: today.it
Tra le sue ultime volontà espressamente comunicate a suo marito c’era quella di portare avanti l’attività della sua associazione, ONJ Foundation Fund, che promuove la ricerca contro il cancro.
Ciao Olivia, e grazie di tutto, ovunque tu sia. Noi vogliamo ricordarti con quel mitico “Tell me ‘bout it, stud! “.
Laureata in Archeologia, Storia delle Arti e Scienze del Patrimonio Culturale alla Federico II di Napoli. All’età di 5 anni volevo fare la “scrittrice”, mentre adesso non so cosa di preciso mi riserverà il futuro. Ma una cosa certa è che la scrittura risulta essere ancora una delle mie attività preferite, una delle poche che mi aiuta di tanto in tanto ad evadere dal mondo.