Cibo anticancro, le linee guida

Cibo anticancro, le linee guida

Fonte foto: InSalute

Sul cibo anticancro, negli ultimi anni i modelli alimentari hanno assunto una notevole importanza.

Se in generale sono stati dimostrati i vantaggi per la salute, un’attenzione particolare è stata dedicata ai singoli nutrienti.

Gli studi si susseguono e i risultati sono dimostrati, dimostrabili e convincenti riguardo ad una correlazione percentualmente inferiore di casi di cancro, laddove venga operata una attenta applicazione dei modelli dietetici.

Le linee guida riguardo ai cibi anticancro comprendono, fondamentalmente, principi di buona nutrizione che sono validi non solo per la lotta ai tumori, ma sempre e comunque, per una vita sana. I consigli delle linee guida del nostro Ministero della Salute  riguardano le maggiori macro-aree dell’alimentazione

Frutta e Verdura

E’ un gruppo di alimenti complessi. Il loro contenuto in fatto di fibre, vitamine e minerali li rendono utili nella prevenzione dei tumori. Continuano le ricerche sulle proprietà di alcuni tipi di ortaggi come le verdure di colore verde scuro e arancio. Ma anche, in particolare, sulle crocifere, cioè tutte quelle verdure come i cavoli (cavolfiori, cavolini di Bruxelles) o come i broccoli; cibi a base di soia; legumi; cipolle e aglio; pomodori e prodotti contenenti pomodoro.

L’inserimento nella dieta di frutta e verdura ha un’incidenza anche sul peso corporeo, perché implica un apporto calorico utile e positivo. Questo comporta un minor rischio anche relativamente ad altre malattie croniche, in particolare quelle cardiache.

I legumi sono consigliati per il loro apporto di proteine, fibre, ferro, zinco, potassio e altre sostanze che sono fonti nutritive di valore.

Cereali integrali

I cereali integrali comprendono anche le parti originali e quindi hanno più sostanze nutritive rispetto a quelli trasformati. Così come gli alimenti ricchi di fibre, i cereali integrali contribuiscono a controllare l’aumento di peso e l’obesità, che possono anche contribuire al rischio di cancro.

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Fonte foto: Ferfrut

Fibre

La fibra alimentare si trova nei vegetali e il suo inserimento nella dieta rende possibile un collegamento a un rischio minore di cancro al colon-retto. Minori riscontri si sono rilevati dagli integratori di fibre. Così le raccomandazioni che si trovano sulle linee guida consigliano di derivare la fibra alimentare direttamente da alimenti vegetali integrali.

Carni rosse e lavorate

Quando si parla di «carne rossa» si intende quella non trasformata, nonché quella macinata o congelata. Diversa è la carne lavorata e trasformata attraverso l’affumicatura, la stagionatura o altri interventi per conservarla ed esaltarne il sapore. Rientrano in questi casi i salumi che, in Italia, sono molto diffusi e sono, spesso, prodotti tradizionali e protetti.

Da molti decenni ormai la prova che le carni rosse aumentino il rischio di cancro sono dimostrate e, per questo motivo, le organizzazioni sanitarie ne raccomandano la limitazione o, dove e quando sia possibile, l’esclusione dalla dieta. Intanto le ricerche continuano senza sosta. In questo senso, non potendo stabilire quale sia il livello di un consumo sicuro di carni rosse o trasformate, le linee guida invitano a scegliere cibi proteici come pesce, pollame e fagioli in quantità maggiore rispetto alla carne rossa.

Zuccheri aggiunti

Gli zuccheri aggiunti e altri tipi di dolcificanti sono usati nelle bevande e negli alimenti ad alta densità energetica. Essendo legati ad un alto tasso di aumenti di peso, aumentano il rischio di molti tipi di cancro. Le linee guida dietetiche raccomandano di limitare le calorie da zuccheri aggiunti e, in particolare, di raggiungere meno del 10% di apporto giornaliero da questo tipo di calorie.

Alimenti trasformati

Questo comparto è quello che maggiormente preoccupa la sanità sociale. La diffusione di alimenti altamente trasformati riguarda, ad esempio, dessert a base di cereali prodotti industrialmente, cibi pronti da riscaldare, snack, bevande zuccherate, caramelle, in sostanza tutti quei cibi che troviamo quotidianamente a portata di mano nei negozi, che ci risolvono pasti frettolosi o momenti di «bisogni affettivi» che affidiamo al cibo dolce. I sondaggi dicono che questo tipo di cibo copre il 60 % delle calorie consumate ogni giorno. Facile capire quale impatto possano avere sulla salute con il loro apporto esagerato di grassi, zuccheri aggiunti e altre sostanze raffinate.

Calcio, vitamina D e latticini

Calcio e latticini sono argomenti di contrasto tra gli studiosi. In certi casi si parla di un uso che diminuisce il rischio di cancro al colon-retto e al seno. Alcuni studi, tuttavia, hanno evidenziato che il calcio e i latticini potrebbero essere colpevoli di un aumentato rischio di cancro alla prostata.

La vitamina D viene prodotta dall’organismo quando la pelle viene esposta ai raggi ultravioletti e il suo effetto positivo aiuta a mantenere la salute delle ossa. Tra le fonti alimentari la vitamina D si trova in forma naturale nel pesce grasso e in alcuni funghi, ad esempio.

A fronte dei consigli alimentari espressi dalle linee guida sui cibi anticancro, c’è da osservare una importante immagine di tipo sociale. Opposti a questi comportamenti ci sono ostacoli gravi, di natura sociale. Intendiamo le difficoltà di chi ha redditi bassi che non consentono acquisti di cibi di qualità e, comunque, non oltre un certo range di costo; gruppi di minoranze razziali o etniche per le quali alcuni cibi rientrano in una cultura o in una religione non tollerante; persone con disabilità.

Queste sono barriere che creano anche diversità sanitarie che rendono certe parti di popolazione più vulnerabili.