Jane Goodall, l’amore per il pianeta e i viventi

Jane Goodall, l’amore per il pianeta e i viventi

Gli scimpanzè sono gli esseri viventi più simili all’uomo. L’etologa e antropologa inglese Jane Goodall ha studiato a lungo la loro vita sociale e familiare nel Parco Nazionale di Gombe Stream, in Tanzania.

Jane Goodall, l’amore per il pianeta e i viventi

Fonte foto: mammapretaporter.it

Biografia

Nata a Londra nel 1934 ha sempre sostenuto di essere riuscita nel suo progetto di studi e di lavoro grazie all’appoggio incondizionato della madre Vanne. Il sostegno della madre non le mancò nemmeno quando decise di impegnarsi nella primatologia, un campo all’epoca di esclusivo dominio maschile.  Si sposò due volte: la prima volta col fotografo naturalista Hugo van Lawick e poi con il parlamentare della Tanzania Derek Bryceson. L’interesse per la vita degli animali del continente africano era presente in Jane fin dai primi anni di vita.

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Fonte foto: lifegate.it

I suoi studi

Nel 1960 iniziò a studiare la vita e la mente degli scimpanzè nel loro ambiente naturale. Fu la prima scienziata a farlo e dovette farsi accompagnare dalla madre per rassicurare le istituzioni preoccupate per la sua sicurezza. Jane Goodall fu il primo essere umano ad essere accettato in una comunità di scimmie antropomorfe in assenza di costrizioni esterne. Documentò la capacità dei primati non umani di utilizzare utensili costringendo gli antropologi a far decadere la dicotomia tradizionale uomo/animale.

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Fonte foto: people.com

Nuovo approccio all’etologia

Riuscì, inoltre a dare un nuovo stile di approccio alla etologia, nata grazie agli studi di Konrad Lorenz e Niko Tinbergen. Con lei l’etologia non era più lo studio comparato, in condizioni non costrittive, del comportamento animale ma divenne osservazione e descrizione del comportamento degli animali nel loro ambiente naturale. Il suo approccio non era quello dello scienzato neutrale, che si limita a riportare quanto osservato. Lei si impegnò per ricreare la possibilità di una socialità e di una affettività, tra uomo e animale, vissute in modo libero al di fuori da gabbie e laboratori e senza premi e punizioni. I “suoi” scimpanzè, per esempio, non erano distinti da codici alfanumerici ma da nomi ai quali rispondevano. Questo perché Goodall riteneva non fosse fondamentale evitare l’attaccamento emotivo tra scienziato e soggetto studiato.

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Fonte foto: radicalreads.com

L’amore per i viventi e per il pianeta

In modo assolutamente non convenzionale affermò:

“Non sono solo gli esseri umani ad avere personalità, pensiero razionale ed emozioni come gioia e dolore”.

Dopo decenni trascorsi nell’ambiente naturale per i suoi studi fu naturale per lei rendersi conto che esisteva ed era drammatico un problema di progressiva distruzione dell’ambiente. Questo significava che la vita stessa delle specie da lei studiate era in grave pericolo di estinzione. Questo la portò ad essere dagli anni ’70 in poi una grande attivista per la difesa degli ambienti naturali, degli organismi che li abitano e delle popolazioni umane bisognose. Si schierò, inoltre, contro i modelli economici che non tenevano conto dei danni ambientali, biologici e sociali che producevano nel perseguire il proprio sviluppo.

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Fonte foto: centodieci.it

Jane Goodall Institute

Nacque nel 1977 proprio per sostenere queste sue attività a favore dell’ambiente, degli animali e degli uomini. Prevede attività di formazione al rispetto dell’ambiente e dei viventi sia forme concrete di intervento sul territorio in ogni parte del mondo. Attualmente questo istituto che deve il nome alla sua fondatrice è presente in 21 Nazioni, tra le quali anche l’Italia. Tra le attività promosse:

  1. Il Centro di ricerca sull’ecologia e sul comportamento dei primati, in Tanzania.
  2. Lo Tchimpounga Chimpanzee Rehabilitation Center, in Congo, per contrastare il traffico illegale di scimpanzè.
  3. Il progetto internazionale di ricerca ChimpanZoo, per migliorare le condizioni di vita degli scimpanzè in cattività.
  4. Il progetto TACARE, finanziato dalla Comunità Europea, che sostiene 30 villaggi africani, programmi di riforestazione, potabilizzazione, assistenza sanitaria.

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Fonte foto: robadadonne.it

Riconoscimenti

Nel corso della sua vita Jane Goodell ha ricevuto molti riconoscimenti per le sue attività. Nel 2002 divenne Messaggero di Pace delle Nazioni Unite. Nel 2008 ricevette il Premio per la preservazione della biodiversità della Fondazione Principe Alberto II di Monaco. Nel 2010 il Colombe d’Oro dall’Archivio Disarmo per la Pace assieme a Rita Levi Montalcini. Nel 2011 le venne conferito dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano l’Ordine al Merito di Grande Ufficiale della Repubblica Italiana. Tutti premi che testimoniano una vita spesa per la tutela dell’ambiente e degli esseri viventi.

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Fonte foto: janegoodall.it

Ancora attiva

A dispetto dei suoi quasi 90 anni Goodall è una persona ancora molto attiva: è della fine del 2020 la battaglia per  l’adozione di Criteri e Requisiti Minimi per garantire le migliori condizioni possibili alle grandi scimmie antropomorfe in cattività nelle strutture zoologiche italiane.

Nel febbraio 2021, ancora,  Jane Goodall insieme ad oltre 140 scienziati chiede alla Commissione UE di abolire le gabbie degli allevamenti intensivi dove gli animali vivono veramente costretti in un’unica posizione al fine di un più veloce aumento di peso.

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Fonte foto: ilchaos.com

Che si può dire ad una donna come Jane Goodall che ha speso la sua vita, e continua ancora a farlo, per il bene del pianeta Terra e di chi ci vive se non un immenso grazie?