Fonte foto: Turismolise.it
Ci sono in Italia luoghi piccoli e quasi nascosti, che si perdono tra le bellezze abbaglianti delle grandi città, dei borghi più famosi e dei centri blasonati: uno di questi è Castello Pandone di Cerro al Volturno, ad un passo dall’Abruzzo, ma con i piedi in Molise.
Stiamo parlando di quel Molise che non esiste, ma che sa regalare un’incredibile ricchezza di panorami, sapori tradizioni e luoghi troppo spesso inesplorati, che sembrano ammantati di un eterno passato.
La storia di Castello Pandone
Il Castello di Cerro al Volturno, da non confondersi con il non troppo lontano Castello di Venafro, nasce nel 989. Ce ne dà notizia il Chronicon Volturnense che parla di una prima costruzione autorizzata dai principi longobardi Pandolfo I e Landolfo III di Capua e di Benevento a scopo difensivo.
Ma il castello, nel tempo, ha subito varie trasformazioni. Nel XV secolo il feudatario Camillo Pandone fece edificare, sui resti del precedente castello, un edificio dallo stile medievale, trasformando la struttura in una residenza privata. Ma le maggiori trasformazioni le dobbiamo ai suoi successori: Francesco e Federico Pandone, che si occuparono del consolidamento della cinta muraria e della costruzione delle torri cilindriche. Tali cambiamenti diedero al castello un’immagine non troppo diversa da quella che vediamo oggi.
Nel 1606, poi, il castello fu acquistato dal conte Filippo Colonna, la cui moglie, Lucrezia Tumacella dispose le ultime modifiche, a testimonianza delle quali fu posta la lapide, sovrastata dallo stemma dei Colonna, murata sul prospetto principale dell’edificio.
Successivamente, il castello passò ai Carafa, fino al termine dei vincoli feudali.
A partire dal 1828, appartiene alla famiglia Lombardi che permette, durante le sue occasionali presenze al castello, brevi ed informali visite a chi lo desidera.
Un’architettura medievale
Il Castello sorge intorno all’anno 1000 su richiesta dell’Abate di San Vincenzo per difendersi dai Saraceni che avevano già ucciso tanti monaci dell’Abazia durante un’incursione di alcuni anni prima. L’edificio riporta, dunque, la tipica struttura delle fortificazioni di quel tempo. L’impianto primario, di forma quadrangolare, è rimasto infatti intatto.
Foto di Maria Clara Esposito
L’elemento caratterizzante del castello sono le dimensioni mastodontiche: l’edificio è infatti abbarbicato su una roccia che sovrasta il paese. È dotato di tre torri cilindriche di cui due difese da bastioni e con punta a sperone.
Vi si accede esclusivamente a piedi, attraverso un reticolato di viuzze strette, panoramiche e adornate di fiori e adorabili abitazioni che si sviluppano sui fianchi della montagna e, dopo una stradina a scale in mezzo agli ulivi, si giungerà al portale seicentesco.
Foto di Maria Clara Esposito
La vista sulle colline, che si può ammirare da vari punti, salendo verso il castello, è mozzafiato. Una natura lussuriosa contorna i tetti delle case e, sullo sfondo, le montagne più alte a fare da cornice.
Foto di Maria Clara Esposito
La passeggiata regala, inoltre, delle incursioni artistiche: diversi sono gli angoli del paese impreziositi da affascinanti murales, dall’impatto piuttosto forte, sia per la modernità degli stili, in contrapposizione all’arcaicità del luogo, sia per i temi trattati. C’è un punto, in particolare, dove è stata poeticamente posta una panchina che permette da un lato di ammirare uno dei tanti murales, dall’altro di buttare l’occhio sul panorama, per lasciarsi travolgere dalla bellezza ad ogni sguardo.
L’ultimo tratto di strada, per giungere al Portale d’entrata, è fatto di gradini di pietra risalente al 1500. Da lì, ammirare la grandezza del panorama, è d’obbligo.
Classe ’84, laureata in lingue straniere e discipline dello spettacolo. Ama il cinema, le serie tv, il teatro, l’arte e la scrittura. Indossa spesso gli occhiali da sole “per avere più carisma e sintomatico mistero”.
Ha scritto due fumetti (“I Voccapierto’s – Le Origini” e “I Voccapierto’s – Back to the Vocca”) e ogni tanto insegna quel poco che ha imparato in giro. Il resto del tempo aspetta che suo figlio si addormenti per leggere un libro.