Canto di Natale è uno dei romanzi cardine della storia della letteratura e della storia Dickensiana, ma nessuno ha mai scritto, o provato ad intuire, come è nato questo capolavoro letterario… Fino ad ora. Eh sì! Perché in questo ultimo anno ci ha provato Samantha Silva, con il suo libro Il canto di Mr Dickens, edito Neri Pozza, che io ho letto e recensirò per voi.
La trama de Il canto Mr Dickens
Perché ho letto e voglio parlarvi di questo romanzo? Dickens e Durante sono tra i miei autori preferiti. Nei loro libri, infatti, sono contenuti tantissimi significati nascosti e la magia delle loro pagine (come un’equazione perfetta) sta all’umanità come il lieto fine alle favole, quindi da buona invasata Dickensiana quale sono, mi sono andata a cercare questo libro che, inoltre, è stato al centro di molti video su Tiktok in occasione del Booktok.
Ci tengo a precisare che è un libro che ha un contesto storico definito ,ma ciò che è scritto è pura fantasia dell’autrice, anche se sono certa che abbia fatto molte ricerche sul caso. E alcune cose potrebbero essere aderenti alla realtà.
La trama mi ha subito titillato la curiosità. Dickens ha scritto romanzi molto forti e Canto di Natale gli è stato commissionato dopo il Martin Chuzzlewit che, ahimè, non ha riscosso il successo a cui si era abituato. La moglie era in pieno travaglio e questo significava solo una cosa: un’altra bocca da sfamare e i debiti che si facevano sentire.
Tutti volevano qualcosa da Dickens
Inoltre tutti volevano qualcosa da lui: i figli ancora piccoli i regali natalizi, la moglie più attenzioni, gli editori un libro che facesse il boom, un’ex amante che tentava di accaparrarsi la possibilità di avere visibilità grazie alla relazione con uno scrittore famoso, il padre che dopo aver dilaniato tutto il patrimonio tornava spesso da lui per saldare debiti e il fratello che non era interessato a darsi da fare nella vita. E i Dickensiani che si aspettavano un libro con gli attributi giusti. Insomma, una tragedia. Tutto cominciò a svilupparsi quando la moglie, dopo la nascita dell’ultimogenito si accorse di una corrispondenza epistolare con la ex e decise di mollarlo, portandosi via anche l’ultima palla natalizia. E lui, si trovò così costretto a vagare per la la città alla ricerca di motivazioni valide per restare in vita e per ritrovare l’ispirazione perduta come il senno di Astolfo sulla Luna.
L’illuminazione per le strade di Londra
Ed in quel momento arrivò l’illuminazione. Proprio tra le strade polverose di Londra si fecero avanti i personaggi di cui aveva bisogno: quelli del libro che i suoi editori gli stavano chiedendo. Il libro della svolta, quello di Natale. Quello che, grazie al suo successo, terrà compagnia a intere generazioni ogni volta che le lucine di Dicembre si accendono.
La recensione
La copertina del romanzo
Una vita quella di Charles che non deve essere stata molto facile. Un ambiente quello dell’epoca vittoriana che gli ha permesso di elaborare teorie contrastanti a quelle della classe sociale nobile alla quale fra l’altro apparteneva. Dickens vedeva la povertà e spesso i suoi libri hanno decantato velate critiche alle persone che fingevano che andasse tutto alla grande quando la gente moriva per strada. In questo libro, egli prova molto probabilmente gli stessi sentimenti di un “povero” e vive la solitudine in un modo diverso da quella del protagonista del Canto di Natale, Ebenizer Scrooge, ma entrambi sono soli, ed entrambi devono combattere con il passato, il presente ed il futuro. Entrambi in questo preciso periodo dell’anno, odiano quello che stanno vivendo. Un odio diverso.
Londra e i suoi fantasmi
“Ma ogni libro che avete scritto è un libro che parla del Natale. Dei sentimento che dovremmo provare gli uni per gli altri, senza i quali tutti saremmo perduti”
Eleanor – 226
Quello che accade tra le strade di Londra a Charles, nelle notti in cui vaga tra gli argini del Tamigi, ha un non so che di romantico. L’incontro con il suo fantasma, una donna che racchiude dolore, ricordi, vita, rinascita e che si nasconde in un mantello viola. Oppure si nasconde per lavorare, perché fa a tutti gli effetti l’attrice appare e scompare, e dà la possibilità a Dickens di guardarsi dentro e di arrivare a tirar fuori tutto quello che non solo a Natale, ma ogni giorno dovremmo tenere dentro di noi. La bontà d’animo, la gentilezza e soprattutto il perdono.
Lo consiglio a…
A chi ama Dickens, le luci e la neve di Dicembre, a chi ama il celebre Canto di Natale, a chi ha sofferto, a chi ha perdonato e soprattutto, si è perdonato.
Mi chiamo Alessia, scrivo per difendermi, per proteggermi e per dare una mia visione del mondo, anche se in realtà io, una visuale su tutto quello che accade, non ce l’ho, e probabilmente non l’ho mai avuta. Ho paura di ritrovarmi e preferisco perdermi.
Culturalmente distante dal pensiero comune. Emotivamente sbagliata. Poeticamente scorretta. Fiore di loto, nel sentiero color glicine. Crisantemo all’occorrenza. Ho più paure che scuse. Mi limito a scrivere e leggere la vita. Mi piace abbracciare Biscotto, anche da lontano. Anche se per il mondo di oggi sembra tutto più difficile.
Scrivo per questo magazine da circa un anno. Ho pubblicato anche un libro ( ma non mi va di dire il titolo perché qualcuno penserebbe “pubblicità occulta”). Ho aperto un mio blog personale: “Il Libroletto” dove recensisco libri per passione.