Brian Molko contro Giorgia Meloni: cosa è successo?

Brian Molko contro Giorgia Meloni: cosa è successo?

Fonte foto: Webmegazine24

Brian Molko, il carismatico frontman dei Placebo, ha fatto di nuovo parlare di sé. Certo, la scena musicale è spesso teatro di emozioni forti, momenti unici in cui gli artisti si esprimono con passione e sincerità, ma anche di polemiche, invettive e contrasti; e nessuno sa fare questo meglio di Brian Molko. Da oltre trent’anni, Molko ha stregato il pubblico con la sua voce magnetica e il suo stile inconfondibile. Ma cosa è successo l’11 luglio 2023 sul palco dello Stupinigi Sonic Park? Scopriamolo insieme.

L’attacco controverso

Durante l’esibizione allo Stupinigi Sonic Park, il cantante ha rivolto una dura invettiva alla premier Giorgia Meloni che ha scatenato polemiche. Molko ha detto, al cospetto di circa 5000 persone: “Giorgia Meloni, pezzo di merda, fascista, razzista”.

Le sue parole taglienti, seguite da un sonoro “vaffa” e dal gesto dell’ombrello alla maniera italiana, hanno suscitato reazioni contrastanti tra il pubblico e gli addetti ai lavori. Più concordi i primi, a giudicare dai pochi secondi di video che girano sui social in questi giorni, meno i secondi.

Molko, che non è nuovo ad un approccio diretto alle questioni, ha utilizzato il palco come piattaforma per lanciare un appello per i diritti della comunità LGBTQI+ e delle coppie omogenitoriali, duramente colpite delle ultime normative di governo.

La premier è stata avvertita dell’accaduto e ha rigettato le accuse, ma importanti sono state le conseguenze su leader dei Placebo, sul quale è stato aperto un fascicolo alla procura di Torino per vilipendio alle istituzioni.

Un passato memorabile

Il grande pubblico italiano aveva già conosciuto i Placebo durante una performance non meno controversa.

Già nel 2001, infatti, i Placebo fecero parlare di sé con un’esibizione memorabile al Festival di Sanremo. Era il momento del loro apice di successo internazionale, e la platea dell’Ariston, elegantemente vestita in abiti da sera, sembrava un mondo lontano dallo stile alternativo e grintoso della band. Brian Molko, giovanissimo e con il suo iconico completo in pelle nera, affrontò l’audacia di suonare il brano Special K, nella nota e ingessata kermesse italiana. Il mix di stili fu esplosivo, e la sua performance finì con la rottura della chitarra sul palco, accompagnata da cori da stadio e sfottò dal pubblico, un pubblico non ancora pronto (e forse non lo sarà mai realmente) al vero rock, sfacciato, ribelle e autentico.

Anni dopo, la passione e l’audacia di Brian Molko e dei Placebo è rimasta intatta. La loro musica e i momenti di incontro con il pubblico sempre più spesso diventano occasioni per affrontare temi politici e sociali, senza paura delle conseguenze.

Le ripercussioni

Gli effetti dell’invettiva si sono estesi anche al concerto in programma il primo agosto allo stadio di Sassari, in Sardegna. Il consigliere comunale di centrodestra, Mariolino Andria, ha presentato un’interpellanza al sindaco Nanni Campus, ex senatore di Forza Italia ed ex esponente di Alleanza Nazionale, chiedendo quali azioni l’amministrazione intenda intraprendere per evitare avvenimenti simili a quanto accaduto a Stupinigi e come intenda evitare simili interventi in futuro. Esternazioni che hanno il sapore della censura e che vanno a minare la libertà di espressione artistica, sociale e civile.
Resta da vedere come la situazione si evolverà e come la band affronterà le controversie scaturite dalle sue dichiarazioni.