L'Iran violento della polizia morale nel nuovo libro di Marjane Satrapi Masha Amini donna vita libertà

Mahsa Amini: la sua storia in “Donna, vita, libertà”

Tutti ricordiamo quel vicino 16 settembre 2022, giorno in cui le cronache mondiali impazzirono in seguito alla morte, anzi, alla violenta uccisione di Mahsa Amini. La storia è accaduta in Iran, e riguarda quella parte di società integralista e chiusa in se stessa, intrappolata in una cappa impenetrabile di tradizioni e dittatura politico-religiosa.

Mahsa Amini, la storia in un fumetto

Quel 16 settembre una ragazza come tante, che si chiamava Mahsa ma che avrebbe potuto chiamarsi Zahra, Leila, Fatima o Marya, viene pestata a morte dalla polizia morale iraniana. La sua unica colpa? Non aver indossato correttamente il velo.

A raccogliere la sua storia e ciò che succede dopo è la scrittrice Marjane Satrapi, già nota per il libro Persepolis, che per l’occasione riunisce tre esperti del mondo scientifico e comunicativo al fine di ripercorrere questa storia crudele nelle sue tappe più importanti, per poi andare oltre e ipotizzare le conseguenze su un Iran corrotto e desideroso di libertà, che non ha mai perso la voglia di ribellarsi.

Pubblicato da Rizzoli, Donna, vita, libertà è la storia a fumetti di ciò che è successo all’Iran post morte di Mahsa Amini, tra proteste, rivolte studentesche e dissenso dei comuni cittadini, mentre un governo sempre più arroccato nelle proprie arcaiche posizioni intensificava la sua politica repressiva impedendo manifestazioni e censurando ogni opinione contraria a quella dettata dagli alti ranghi.

Le immagini e i disegni non lesinano la violenza di quei giorni, alternando il bianco e nero a pagine rosse di sangue, il colore che appare più spesso nelle immagini che con coraggio raccontano la protesta contro la polizia morale iraniana.

La polizia morale iraniana: cos’è e come agisce

In Iran non possono baciarsi in pubblico, piangere o mostrarsi felici. Possedere un cane è una pratica fortemente ostacolata, in quanto viene considerato un essere impuro. L’arte è in gran parte censurata. Le donne non possono scoprire i capelli, nemmeno leggermente. Le coppie non sposate non possono tenersi per mano, l’omosessualità è severamente punita, esistono regole che impediscono di portare scarpe troppo aperte e molto, molto altro…

La polizia morale si occupa di garantire che quest’infinita lista di regole e codici venga scrupolosamente osservata dai cittadini e, in caso di trasgressione, è loro il compito di censurare comportamenti sgraditi. Proprio la polizia morale si è premurata di punire Masha, la cui unica colpa era aver indossato il velo, colpendola ripetutamente alla testa dopo averla brutalmente trascinata in un commissariato. Ci ha messo tre giorni, Masha, a morire, dopo un coma indotto dalle troppe percosse ricevute, che la polizia morale voleva far passare per supposti problemi cardiaci. Ma i familiari di Masha non hanno mai creduto a questa versione, sbugiardando la polizia e accusando il governo iraniano di aver ucciso una giovane donna innocente.

Il caso di Mahsa ha fatto un tale scalpore che le proteste si sono centuplicate in tutto il paese, per non parlare dell’opinione pubblica estera, dove i sostenitori di un Iran libero dalla dittatura teocratica hanno cominciato a far sentire la propria voce.

Donna, vita, libertà è la storia di tutto questo; il resoconto potente, preciso e incisivo, metà fumetto e metà cronistoria, di un momento rivoluzionario che sta per cambiare per sempre le sorti di un paese flagellato dalla dittatura, e dagli orrori che essa porta con sé.

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