Le radici del sessismo nella letteratura

Con il termine sessismo si intendono tutti quegli atteggiamenti che, in modo più o meno volontario, discriminano per il proprio genere, con riferimento particolare a quello femminile. Nella letteratura, specificamente, il fenomeno va analizzato per un duplice aspetto: il modo in cui si parla delle donne e gli strumenti che ci vengono messi a disposizione per farlo. La lingua italiana è considerata, alla stregua di molte altre lingue, androcentrica, perché è l’uomo il metro di misura su cui si basa l’intero sistema linguistico. Oltre alla questione tecnica e grammaticale, vi è quella riguardante il messaggio veicolato da chi decide di narrare e sviluppare i personaggi femminili.

Se volgiamo lo sguardo indietro, possiamo estrapolare un disegno di società improntata sul patriarcato già dalle parole dei poemi omerici. Anche nella Politica di Aristotele, nonostante egli sia stato tra le menti più innovative di tutti i tempi, le donne restano ai margini assieme agli schiavi e agli stranieri. Un altro testo in cui il maschilismo è lampante è l’Antico Testamento. All’interno di quest’opera, le figure femminili occupano nella maggior parte dei casi un ruolo secondario, incarnando perfettamente il modello della società dell’epoca. I libri citati, infatti, non fanno altro che riportare fedelmente usi e costumi del momento storico in cui sono stati scritti. Anticamente, la donna era sottomessa e veniva trattata quasi come incapace di intendere e di volere in modo autonomo. Le opere citate non possono che riflettere una situazione che appariva come ordinaria e non destava alcun turbamento.

Tuttavia, sono moltissimi i romanzi moderni rimasti ancorati a una visione maschilista e retrograda. In una realtà evoluta e complessa come la nostra, in cui le donne sono riuscite, seppure a fatica, a far emergere il loro effettivo valore, ciò appare maggiormente grave perché, come afferma il linguista Francesco Sabatini, la lingua non solo descrive la società, ma è in grado anche di influenzarla attraverso l’uso che ne facciamo.

Il sessismo nei romanzi per adolescenti

Come vengono narrate le figure femminili e maschili ai giorni nostri, e dove e come – se esiste – si può percepire il sessismo nei romanzi attuali? Per rispondere a tali quesiti è d’obbligo ripercorrere le pagine di alcuni libri che hanno lasciato il segno nelle generazioni degli anni ’90 fino ai giorni nostri. Se da un lato la figura femminile viene rappresentata perlopiù come imbranata, poco attenta, incapace di realizzarsi autonomamente – anzi, spesso la sua persona sembra acquisire dignità solo se le sue azioni sono rivolte alla salvezza di una figura maschile “tormentata” – dall’altro, si impone la figura del maschio alfa, forte soprattutto fisicamente e posto in una posizione superiore nella scala sociale. Ma questi elementi possono essere già di per sé considerati sessisti, oppure si tratta semplicemente di vedere ciò che non c’è?

Questo articolo non si pone come fondamento assoluto di verità, ma vuole essere fonte di riflessione su una tematica molto attuale, portando alla luce i vari punti di vista. È a tutti ormai nota la tendenza degli ultimi tempi a rivedere il messaggio insito nelle fiabe della Disney, nelle quali sembra essere presente un messaggio sessista. Tuttavia, è bene tenere a mente che anche queste fiabe sono già esse stesse un riadattamento a opere scritte in un passato ancora più remoto, nelle quali era presente un significato differente. Dunque potremmo dire che il modo di vedere le cose varia in base all’evoluzione e al grado di maturità della società, ai suoi gusti e, soprattutto, alle sue necessità.

Negli ultimi trent’anni ci sono stati alcuni romanzi che sono stati fonte di molte discussioni. Ciononostante, non possiamo trascurare il successo che hanno avuto, al punto da non potersi esimere dal parlarne. Per quale motivo, dunque, romanzi come Tre metri sopra il cielo, Twilight e Cinquanta sfumature piacciono? Tentiamo di capirlo insieme.

Spesso la superficialità con la quale leggiamo ci permette solo di scorrere il dito sopra una storia, senza mai addentrarci del tutto nel suo significato più vero. Riguardo ai romanzi citati, si attribuisce per esempio a Moccia, autore della storia d’amore tra Babi e Step, l’incapacità di fare emergere in tutto e per tutto la forza di Babi. Molti ritengono invece che Babi sia in realtà una ragazza intraprendente, con la testa nello studio, una ragazza in grado di scindere ciò che è sbagliato e ciò che è giusto. Ha a cuore l’amicizia con Pallina, la famiglia, e ha dei sani principi, ma si trova anche nel periodo più delicato: l’adolescenza. Step, invece, è un ragazzo di diciannove anni che trascorre il suo tempo insieme a un gruppo di teppisti. È andato via da casa, vivendo con suo fratello, perché è un tipo violento. Frequenta le gare di moto clandestine e si diverte a devastare le case dei suoi coetanei ricchi, rubando e mettendo tutto a soqquadro. Eppure, nonostante sia un tipo dal quale stare lontani, riesce a far breccia nel cuore di Babi. Come può una ragazza dal cuore puro e intelligente innamorarsi di un uomo così? Forse l’amore?

L’amore è un istinto incontrollabile”. “Se uno ti piace, anche se è un criminale a piede libero, perché non può avere la possibilità di scoprire che la vita è altro, oltre alle botte e ai casini?” Non si può giustificare ogni azione illecita, e nemmeno ci deve portare a pensare che lo stronzo sia l’uomo perfetto sul quale fare affidamento. Forse la gentilezza, una carezza in più possono magari migliorare le cose. In ogni caso, alla fine si lasciano. Quindi tranquilli, Babi sa perfettamente cosa vuole nella vita. E forse l’eroina, in questo libro, potrebbe essere proprio lei?

Un altro libro considerato maschilista da molti è Twilight, di Stephenie Meyer, dal quale poi è nata una vera e propria saga, riportata anche sul grande schermo. A differenza di Babi, Bella, la protagonista femminile, pare veramente un’imbranata catatonica. Una roba proprio ai limiti dell’assurdo, ammettiamolo. Soprattutto su certi dialoghi che avvengono tra i due. Ma anche qui, forse rischiamo di cadere nella trappola del “ecco un’altra che s’innamora del male”? In realtà, pare che non sia Bella a innamorarsi di Edward (il “vampirozzo” dagli occhi glaciali), ma è l’inverso. Il ragazzo sente, soprattutto nel primo libro, un bisogno ambiguo di proteggere questa ragazza. E vista in questo modo, cosa ne possiamo dedurre? Certo, c’è un grande punto di domanda: il fidanzamento tra un vampiro e un’umana è di per sé una cosa raccomandabile, pur essendo amore? Ma potremmo anche dire che Bella stava tentando di fare qualcosa di positivo, come redimere un’anima dannata?

“…le brave ragazze vanno in paradiso… quelle cattive da Christian Grey!”

Nel 2011 spopola in tutto il mondo un libro che racconta una storia d’amore, per certi versi, diversa dal solito: Cinquanta sfumature. Il protagonista, Christian Grey, è un avvenente giovane miliardario dal passato difficile che si imbatte in una brava ragazza ricca di valori, Anastasia Steele, acqua e sapone, molto ligia al dovere, soprattutto in ambito scolastico. Ciò che propone alla giovane donna, però, non è una “normale” storia d’amore, ma un sordido accordo tra padrone e sottomessa che riguarda prevalentemente la sfera sessuale. Per ottenerlo, il perverso Christian utilizza tutto il suo potere da multimiliardario. Praticamente stalkera la ragazza, senza troppi complimenti. Lei cede quasi subito alle sue moine, persuasa anche dai selezionatissimi e carissimi regali che il “belloccio” le fa recapitare presso il suo appartamento. Quando entrambi stipulano l’accordo per fare sesso, che appare diverso dal testo dell’accordo stesso, si scopre che Anastasia è addirittura vergine, nonostante abbia compiuto già 21 anni.

Tutte le caratteristiche di Anastasia, che la classificano da subito tra le donne di altri tempi, ormai passati da secoli, fanno sì che il piacente Christian Grey si innamori perdutamente di lei, cosa mai successa con tutte le altre donne che aveva sottomesso precedentemente. Tutte le donne vorrebbero il ricco e avvenente Christian Grey, ma lui chi sceglie? La classica brava ragazza che ha preservato la sua virtù solo per l’uomo giusto e che la donerà a lui, e a lui soltanto, per il resto della sua vita. Così si evince, forse, che le donne, come nel 1800, possono essere di un solo uomo. Il maschio invece può avere tutte le donne che vuole, basta che sia ricco e le riempia di regali. Oltretutto essere seguite, spiate e controllate come Christian fa con la virtuosa Anastasia può realmente piacere alle donne?

Il sessismo nei romanzi attuali

Anche le nuove generazioni hanno a che fare con un (vecchio) problema. Parliamo di After, una saga letteraria originariamente apparsa su Wattpad sotto forma di fan fiction. Questa volta la protagonista è Tessa, giovane timida, vergine e conservatrice. All’inizio della narrazione, addita chiunque abbia piercing o tatuaggi come “ragazzaccio” da non frequentare, ma pian piano si scioglie grazie ad Hardin, il bad boy per eccellenza di cui si infatua. Qui parrebbe manifestarsi il primo stereotipo sessista presente nella saga: la ragazza inesperta e un po’ chiusa che riesce a cambiare solo dopo aver trovato il ragazzo che darà una svolta alla sua esistenza. Il cambiamento normale che dovrebbe avvenire crescendo e facendo nuove esperienze, avviene solo ed esclusivamente grazie ad Hardin.

Ma c’è un altro elemento – probabilmente il più importante – da analizzare: Hardin stesso. Questo personaggio viene infatti subito presentato come qualcuno estremamente violento, con evidenti problemi di gestione della rabbia, causati dal suo passato burrascoso. Con Tessa, sebbene non sia mai fisicamente violento, è estremamente possessivo: non la ritiene in grado di badare a sé stessa, la pedina e la controlla continuamente. Nonostante ciò, Tessa non sembra rendersi conto della tossicità del suo ragazzo e, anzi, sembra in preda alla sindrome della crocerossina.

Raccontare storie di relazioni tossiche di per sé non è un problema, il problema nasce nel momento in cui queste storie non vengono presentate per quello che sono realmente, ma vengono descritte in modo romantico e, soprattutto, viene veicolato il messaggio secondo cui basti la forza dell’amore a sistemare tutto.  Storie di questo tipo, nella realtà, possono essere l’origine di deviazioni problematiche e dei più che frequenti delitti di cui leggiamo sulle pagine di cronaca nera, sotto la voce “femminicidio”. Quando si riuscirà a capire che le donne non sono delle salvatrici supreme degli animi tormentati e che per questo esistono dei professionisti?

I libri che denunciano il sessismo: “Stai zitta” di Michela Murgia

Michela Murgia è una scrittrice italiana che ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui il prestigioso Premio Campiello. Da anni ha deciso di contrastare il maschilismo imperante nella nostra nazione attraverso iniziative e idee che coinvolgono donne e uomini di età e provenienza diversissimi tra loro. Recentemente, al culmine di un percorso divulgativo per imparare a riconoscere l’incursione del patriarcato nel nostro linguaggio, ha pubblicato il libro Stai zitta per Einaudi Editore. Il testo è diviso in capitoli e ognuno di essi analizza e spiega gli atteggiamenti viziati nei confronti delle donne, sdoganandoli e destrutturandoli volontariamente.  Si tratta per lo più di frasi che ci sentiamo dire nel tentativo di assoggettarle in una posizione di minoranza, come ad esempio “non fare la maestrina”, “vuoi avere sempre ragione” oppure “ormai siete dappertutto”.

Quest’opera è un vero e proprio vademecum utile a individuare le espressioni e le azioni svilenti che ogni giorno le donne sono costrette a subire e a combattere per guadagnare spazio in una società completamente improntata sui desideri degli uomini. Murgia afferma una verità assoluta e insindacabile: “Di tutte le cose che le donne possono fare nel mondo, parlare è ancora considerata la più sovversiva.” Per invertire questa tendenza, alle donne non resta che ribadire chiaramente il loro dissenso. Che dicano ciò che pensano, che lo dicano forte, senza alzare prima la mano e aspettare che un uomo dia loro la parola.