Tra i tanti eventi che caratterizzano la Biennale di Venezia del 2024 è stata annunciata in anteprima una mostra dedicata a Willem de Kooning (1904-1997), l’artista olandese, naturalizzato statunitense, uno degli esponenti principali dell’Espressionismo Astratto americano.
In particolare questa esposizione che si terrà alle Gallerie dell’Accademia dal 16 aprile al 15 settembre 2024, in occasione dell’inaugurazione della 60° Mostra Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia, vuole anche porre l’accento sull’influenza che i due soggiorni italiani (nel 1959 e ne 1969) ha avuto sul pensiero e sulle opere di de Kooning. La mostra riunirà infatti una serie di opere datate fra gli anni Cinquanta e Ottanta del secolo scorso, tracciando una parabola lungo la carriera dell’artista.
L’espressionismo astratto
Fonte foto: ocula
La fuga, durante la seconda guerra mondiale, di numerosi artisti europei verso l’America ha prodotto un rimescolamento di idee ed espressioni che ha dato vita a linguaggi artistici con concezioni nuove e, se vogliamo a volte anche antitetiche. In particolare l’Espressionismo Astratto (termine coniato già nel 1929 da Alfred H. Barr Jr. per Vasili Kandinsky) è, nel nuovo mondo, associato a stili diversi come il Dripping di Jackson Pollock (1912-1956) o le campiture colorate di Mark Rothko (1903-1970), oltre naturalmente alle astrazioni di de Kooning e di altri. In generale viene associato a quella generazione di artisti che operano a New York nel dopoguerra. Caratteristiche comuni sono l’estetica antifigurativa derivante dalle scuole di astrazione europea, accomunata all’intensità emotiva dell’Espressionismo tedesco, in connubi che privilegino il cromatismo e la gestualità.
L’artista
Fonte foto: phillips
Già in tenera età Willem de Kooning, nella natia Rotterdam, manifestava la sua propensione per l’arte. Allievo prima delle botteghe dei pittori della città olandese e poi dell’Accademia di belle arti, impara le tecniche e studia le opere dei grandi pittori olandesi del passato. Sarà però con il suo trasferimento negli Stati Uniti nel 1926 e con gli incontri con altri artisti europei emigrati che il suo stile e la nuova tendenza dell’astrazione si consolideranno e lo porteranno al riconoscimento da parte della critica e del pubblico.
La mostra
Curata da Gary Garrels e Mario Codognato, la rassegna è il frutto del dialogo con la ”Willem de Kooning Foundation”, organismo privato che, basandosi sul patrimonio dell’artista, ne promuove lo studio grazie ad attività di ricerca, mostre e progetti educativi.
Dopo aver seguito studi artistici si interessa appassionatamente ad approfondire i meccanismi e l’evolversi della storia dell’arte contemporanea.
Proprio in qualità di critico d’arte e corrispondente, negli anni ’80 e ’90, ha firmato saggi e recensioni per alcuni dei maggiori periodici del settore, tra i quali: Terzoocchio delle edizioni Bora di Bologna, Flash Art di Milano Julier di Trieste ed il genovese ExArte .
Inoltre affiancherà attivamente come consulente la famosa galleria d’Arte avanguardistica Fluxia durante tutto il periodo della sua esistenza.
Ha partecipato all’organizzazione di numerosi eventi, tra i quali l’anniversario del centenario dell’Istituto d’Arte di Chiavari e la commemorazione del trentennale della morte del poeta Camillo Sbarbaro a S. Margherita L.
Nel 2010 pubblica il suo primo romanzo: “La strana faccenda di via Beatrice D’Este”, un giallo fantasioso e “intimista”.
Nel 2018 pubblica il fantasy storico “Tiwanaku La Leggenda” ispirato alla storia ed alle leggende delle Ande pre-incaiche.
Attualmente collabora con alcuni blog e riviste on-line come “Chili di libri, “Accademia della scrittura”,
“Emozioni imperfette”, “L’artefatto”,” Read il magazine” e “Hermes Magazine” occupandosi ancora di critica d’arte e di recensioni letterarie.