Al Mudec, Museo delle Culture di Milano, dal 18 febbraio fino al 3 luglio, è in corso, per la prima volta in Italia, la mostra: “Henri Cartier-Bresson. Cina 1948-49/1958” nella quale sono esposte oltre cento fotografie relative alle visite in Cina del grande fotografo francese.
Nella sua lunga quanto fruttuosa carriere Henri Cartier-Bresson ( 1908-2004), considerato l’antesignano del fotogiornalismo e uno dei maggiori maestri della fotografia del ‘900, ha effettuato ben due reportage dalla Cina.
Il primo viaggio risale al 1948 per conto della rivista “Life”, nel quale ha potuto testimoniare la fine della guerra civile, la caduta di Nankino e la presa di potere da parte delle forze rivoluzionarie di Mao. Ma anche le condizioni, la povertà e la disperazione in cui versava allora la nazione.
Nella sua seconda visita a dieci anni di distanza, nel 1958, nella ormai consolidata Repubblica Popolare Cinese, nonostante le rigide regole che il regime imponeva per le ricognizioni da parte dei giornalisti stranieri, Cartier-Bresson è riuscito comunque a immortalare nei suoi scatti, oltre al grande sviluppo economico e al progresso culturale, anche gli aspetti meno aulici della vita nel paese e le contraddizioni di fondo insite in quel sistema politico.
Lo stile delle sue “visioni dalla Cina”, rigorosamente in bianco e nero, hanno entusiasmato non solo per l’attenzione ai soggetti ritratti, alle situazioni o ai paesaggi, ma anche per i suoi ben conosciuti gusto e attenzione agli equilibri formali delle immagini e alla sua capacità di riuscire a catturare attimi cruciali.
L’esposizione
Promossa dal Comune di Milano la mostra è stata realizzata dal “24 Ore Cultura- Gruppo 24 Ore” in collaborazione con la “Fondazione Henri Cartier-Bresson” che oltre alle fotografie d’archivio, ha corredato l’esposizione di documenti d’epoca e lettere. I curatori: Michel Fritzot e Ying-Lung Su, hanno scelto tra le più famose e iconiche immagini della produzione che Cartier-Bresson ha realizzato nei suoi reportage all’interno della grande terra cinese.
Dopo aver seguito studi artistici si interessa appassionatamente ad approfondire i meccanismi e l’evolversi della storia dell’arte contemporanea.
Proprio in qualità di critico d’arte e corrispondente, negli anni ’80 e ’90, ha firmato saggi e recensioni per alcuni dei maggiori periodici del settore, tra i quali: Terzoocchio delle edizioni Bora di Bologna, Flash Art di Milano Julier di Trieste ed il genovese ExArte .
Inoltre affiancherà attivamente come consulente la famosa galleria d’Arte avanguardistica Fluxia durante tutto il periodo della sua esistenza.
Ha partecipato all’organizzazione di numerosi eventi, tra i quali l’anniversario del centenario dell’Istituto d’Arte di Chiavari e la commemorazione del trentennale della morte del poeta Camillo Sbarbaro a S. Margherita L.
Nel 2010 pubblica il suo primo romanzo: “La strana faccenda di via Beatrice D’Este”, un giallo fantasioso e “intimista”.
Nel 2018 pubblica il fantasy storico “Tiwanaku La Leggenda” ispirato alla storia ed alle leggende delle Ande pre-incaiche.
Attualmente collabora con alcuni blog e riviste on-line come “Chili di libri, “Accademia della scrittura”,
“Emozioni imperfette”, “L’artefatto”,” Read il magazine” e “Hermes Magazine” occupandosi ancora di critica d’arte e di recensioni letterarie.