Chen Zhen a Milano da ottobre con la mostra Short-circuits

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Il Pirelli Hangar Bicocca è pronto ad ospitare una nuova e attesissima mostra di arte contemporanea, la retrospettiva dedicata a Chen Zhen intitolata “Short-circuits“, cortocircuiti, dal 15 ottobre 2020 al 21 febbraio 2021.

 

Chen Zhen, chi è l’artista che ha cancellato i confini tra oriente e occidente

 

Nato a Shanghai nel 1955 in una famiglia di medici, Chen Zhen è cresciuto e ha vissuto nel pieno della sua adolescenza la Rivoluzione Culturale cinese. A 25 anni gli venne diagnosticata una forma di anemia emolitica e questo comincerà a far riflettere profondamente l’artista sul senso del tempo e sul suo valore, concetto che approfondirà in continuazione nella sua carriera artistica. Nel 1986, a 31 anni, decide di trasferisti a Parigi dove rimarrà stabilmente fino al 2000, anno della sua scomparsa. È proprio qui che Chan Zhen inizia il suo percorso artistico prima nella pittura sino a virare le sue espressioni attraverso le installazioni. Sedie, tavoli, libri, letti si uniscono, si fondono e alleano per creare composizioni dal forte significato metaforico espressione d’arte, metafora di quotidianità

 

Molti critici hanno visto nelle installazioni di Chen Zhen una sintesi visiva tra oriente e occidente, tra l’estetica orientale e il movimento occidentale; una fusione fluida, morbida, dove non ci sono stacchi o differenze nette ma una comunicazione perfetta tra le due culture. È proprio il connubio tra le due culture la chiave dell’espressione artistiva si Chen Zhen tanto da fargli coniare il termine di transesperienze. Con questo termine l’artista ha voluto “sintetizzare in modo efficace e profondo le diverse esperienze vissute quando si lascia la terra dove si è nati e ci si sposta da un luogo all’altro”

 

L’arte per Chen Zhen è una cura per l’anima poiché fare arte è come guardare se stessi, curarsi, valutarsi ed esaminarsi. Una riflessione estremamente spirituale e quasi onirica che si traduce poi in installazioni davvero emozionanti.

 

Chen Zhen all’Hanga Bicocca dal 15 ottobre

 

Il grande spazio espositivo milanese ospiterà una retrospettiva dedicata a Chen Zhen dal 15 ottobre 2020 al 21 febbraio 2021 intitolata “Short-circuits“, cortocircuiti. All’interno dell’hangar saranno ospitate le opere dell’artista amato dai più grandi musei del mondo, dal grande impatto visivo e che hanno saputo anticipare nel linguaggio artistico la complessità del mondo odierno, dei rapporti politici internazionali e culturali.

 

Politica, consumismo, globalizzazione, tradizione, senso del tempo: in oltre venti installazioni realizzate negli ultimi dieci anni di carriera dell’artista vengono rappresentati visivamente questi concetti in un percorso tra materia e spirito che invita i visitatori a riflettere sull’azione curativa e purificatoria dell’arte.

 

La mostra vuole fare immergere i visitatori nel percorso artistico e concettuale dell’artista. Il curatore Vicente Todoli è riuscito a riunire nei 5.500 mq dello spazio Pirelli Hangar Bicocca alcuni tra i lavori più significativi di Chen Zhen regalando la possibilità di una mostra unica e un’esperienza artistica del tutto nuova. Il titolo “cortocircuiti” vuole sintetizzare il processo creativo dell’artista. Un’opera viene pensata e realizzata in un luogo da cui assorbe significati e valori. Ma cosa succede quando un’opera viene spostata dal suo luogo di nascita? Si innesca un cortocircuito: l’opera si contamica simbolicamente e culturalmente del luogo, assume nuove caratteristiche e nuovi significati. Nella mostra in Hangar Bicocca viene cavalcato proprio questo concetto di contaminazione creando accostamenti inediti con rimandi e connessioni tra i lavori dell’artista e i temi a lui cari, in paricolare il discorso tra oriente e occidente.

 

Le opere di Chen Zhen in mostra a Milano

 

I visitatori della mostra “Short-Circuits” potranno immergersi in opere uniche che hanno fatto il giro del mondo, contaminandosi di cultura e significati. La prima installazione è intitolata Jue Chang, Dancing Body – Drumming Mind (The last sogng, 2000): sedie e letti provenienti da diversi parti del mondo e riverstite di pelli di vacca si uniscono in una monumentale scultura che rimanda alla cura del corpo e dello spirito in un dialogo tra medicina orientale e occidentale. Quest’opera nello specifico è stata pensata per essere anche accompagnata da una performance danzante che invita ad una maggiore riflessione meditativa.

 

Round Table (1995) è un’installazione creata da Chen Zhen per il Palazzo delle Nazioni Unite di Ginevra. Qui 29 sedie sono fissate per la seduta alla superficie di un tavolo rotondo, restando con le gambe sollevate da terra. Sedie di legno, di tutte le fogge e fondamentalmente umili a simboleggiare il quodiano ma dal forte impatto simbolico visto che quel tavolo, in un contesto politico, può cambiare le sorti del mondo distruggendolo, unendolo o cambiandolo.

 

L’ultima opera di cui vi parliamo prima di lasciarvi alla mostra reale è quella che forse ha il più forte richiamo visivo tra oriente e occidente tra quelle esposte in mostra. Fu Dao/ Fu Dao, Upside-down Buddah/ Arrival at good fortune (1997): alla base c’è l’interpretazione dei due ideogrammi cinesi che indicano “buona fortuna” e “arrivo della fortuna”, augurio che viene appeso al rovescio nei luogi pubblici e la cui pronuncia è omofona all’espressione “Budda capovolto”. Nell’installazione è tutto fisicamente capovolto, anche Budda, in un approfondimento sulla riflessione dell’uomo, la natura e la società che sempre più si allontanano dallo spirito buddista preferendo altre “forme di meditazione” come gli oggetti e i beni di consumo.

 

Chen Zhen a Milano: orari e biglietti

 

La mostra verrà inaugurata mercoledì 14 ottobre dalle 17 in un evento a partecipazione chiusa. Dal 15 ottobre al 21 febbraio sarà possibile visitare, previa prenotazione, l’esposizione dal venerdì alla domenica dalle 10.30 alle 20.30.


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