A Torino il “Condominio-Museo” dove i condomini sono artisti e gli spazi condominiali aree espositive

Fonte foto: pagina ufficiale Facebook di Viadellafucina16 condominio museo

 

Ha aperto nel 2017 a Torino Viadellafucina16, il Condominio Museo completamente dedicato all’arte. Un esperimento sociale che ha permesso ad artisti provenienti da tutto il mondo di incontrarsi e vivere all’interno di un edificio storico, viceversa abbandonato, e di utilizzare gli spazi condominiali per esporre l’arte in tutte le sue forme. Obiettivo finale: riqualificare un edificio storico e il quartiere, con la potenza della bellezza, come solo l’arte riesce a fare.

 

Come è nato il Condominio Museo Viadellafucina16 a Torino

 

Tanto tempo fa c’era il mecenate: un benestante che offriva aiuto economico, protezione e un tetto ad artisti per permettere a questi di creare le loro opere d’arte. In cambio il mecenate riceveva ed esponeva all’interno del suo palazzo le opere dell’artista ospitato. Ed è questo che è successo anche nel condominio in via La Salle 16, ribattezzato Viadellafucina16 il precedente nome della strada, a Torino. L’obiettivo però di questo speciale condominio, è molto più ambizioso: riqualificare con l’arte il palazzo e persino l’intero quartiere di Porta Palazzo, dove lo stabile si trova. Porta Palazzo infatti è il quartiere multietnico di Torino. Nonostante si trovi a 12 minuti dal Palazzo Reale, come tutte le grandi città, risiede qui, nel centro storico, un quartiere decisamente lontano dallo sfarzo del Palazzo Reale. Da circa 30 anni Porta Palazzo è identificato come il quartiere dei migranti. Prima arrivarono i nostri fratelli italiani, e i Piemontesi abbandonarono la zona. Poi sono arrivati i nostri fratelli che vengono da più lontano. Il quartiere è diventato sempre più una terra di nessuno e allo stesso tempo di tutti, perché abitato da persone provenienti da ogni angolo del mondo. Il palazzo storico, oggi sede del condominio museo, era un antico palazzo elegante diventato il simbolo della decadenza e dell’abbandono. Come riqualificare un posto che era stato svuotato del suo valore storico ma allo stesso tempo era stato riempito delle storie di persone che erano così diverse tra di loro? Il linguaggio universale dell’arte è sembrato essere la risposta adatta.

 

Il condominio museo di Torino da ieri ad oggi

 

L’idea è partita dall’artista Brice (Fabrizio) Coniglio. Ciò che ha illuminato la mente di Brice Coniglio è stato proprio il palazzo e l’idea che un tempo gli edifici erano lo specchio del proprietario che vi abitava. Da qui la sua idea: “E se il palazzo non dovesse rappresentare solo un proprietario ma una comunità eterogenea, come quella che vive oggi nel quartiere di Porta Palazzo?”. Come tutte le belle idee presto si è passato da qualcosa di astratto a qualcosa di concreto, reso possibile grazie al supporto dell’Associazione No Profit Kaninchenhaus, che si occupa di arte contemporanea e di cultura, e al sostegno della Compagnia San Paolo, che sostiene progetti di social housing per abbattere i fenomeni della povertà, ridurre le diseguaglianze e creare città più sostenibili. Oltre a loro, poi si sono aggiunti anche il MiBACT e la SIAE. Così quella che era solo un’idea si è trasformata in realtà e dal 2017 si è avviato l’esperimento sociale del condominio museo.

 

Pensate che solo al primo bando hanno risposto ben 400 artisti. L’intero palazzo, prima abbandonato, è stato così occupato da 200 artisti provenienti da tutto il mondo distribuiti in 53 appartamenti. E artisti su artisti hanno avuto l’occasione di alloggiare qui. Ognuno di loro portando il proprio bagaglio culturale e lasciando il frutto della loro arte al condominio. Sono tre anni che all’interno dell’edificio si alimenta, grazie a questo progetto, un costante e continuo confronto sull’arte. 22 al momento le mostre “condominiali” realizzate. L’ultima in piena pandemia, visitabile solo dai condomini ma ugualmente realizzata per non abbandonare l’arte e il suo potere di comunicazione. Opere che poi restano nel condominio, per riqualificarlo ma soprattutto per continuare a raccontare qualcosa, per essere continuamente rielaborate, pensate, diventando una mostra permanente che sia per tutti e a disposizione di tutti. Gli spazi condominiali sono diventate sale espositive per esporre video, performance, installazioni e l’arte è esplosa contagiando con la sua bellezza l’intero quartiere che si vede attraversato da artisti provenienti da tutto il mondo, curatori, esperti del settore e semplici curiosi ed amanti dell’arte. Con loro partecipano alle mostre anche gli abitanti del quartiere, prima straniti, poi coinvolti e ora felici e grati a questo progetto che è riuscito a cambiare il volto del quartiere. Così quello che era un esperimento sociale per riqualificare un edificio e un quartiere si è trasformato in qualcosa di più grande. Come ci insegna la sapienza contadina a volte è necessario abbandonare il terreno per farlo riposare e per farlo ritornare a dare nuovi frutti; allo stesso modo Porta Palazzo è stato abbandonato per tornare a fiorire oggi con il Condominio Museo. Un progetto che sta contribuendo non solo a diffondere l’arte e la bellezza, ma anche a costruire nuova memoria e quindi le nuove radici del quartiere, che pur restando eterogeneo ritrova nel linguaggio universale dell’arte un terreno in cui il singolo può esprimersi liberamente e allo stesso tempo sentirsi parte di un insieme.