Roma, la nostra bella capitale, è meta ogni anno di un numero sempre crescente di turisti provenienti da tutto il mondo. La sua indiscussa bellezza, la ricchezza del suo patrimonio culturale, storico, artistico, la sua fama internazionale come sede pontificia, la rendono tappa fissa per ogni viaggio che si rispetti.
Oggi vogliamo parlarvi di un monumento famosissimo che chiunque al quale domandaste cosa conosce di Roma, anche solo per sentito dire, vi risponderebbe la Fontana di Trevi.
La Fontana di Trevi è la più grande e scenografica fra le tante fontane di Roma. Divenuta uno dei simboli indiscussi della città sono milioni i turisti che ogni anno visitano la capitale che fissano come tappa obbligatoria la Fontana di Trevi. La fontana costituisce la mostra dell’Acqua Vergine, l’acquedotto che Marco Vipsanio Agrippa condusse a Roma nel 19 a.C per alimentare le terme.
L’origine del nome si basa su diverse ipotesi, ma la più accreditata è quella secondo la quale questo derivi da “trivio”, vale a dire l’incrocio delle tre vie Collatina, Prenestina e Tiburtina, da cui origina l’acqua.
Cenni storici
La realizzazione dell’attuale fontana di Trevi si deve a papa Clemente XII (1730-1740), che sceglie tra i progetti dell’architetto Nicola Salvi (1697-1751) quello più monumentale e “di minor pregiudizio per il retrostante palazzo” sulla cui facciata si inserisce l’intera mostra con uno studio meditato delle proporzioni e delle decorazioni.
La fontana, articolata come un arco di trionfo, con una profonda nicchia, digrada verso l’ampio bacino con una larga scogliera, vivificata dalla rappresentazione scultorea di numerose piante e dallo scorrere spettacolare dell’acqua. In alto al centro si trova un’iscrizione “CLEMENS XII PONT MAX”, la quale ricorda che la realizzazione è stata voluta da Clemente XII.
Al centro del monumento domina la statua di Oceano alla guida del cocchio a forma di conchiglia, trainato dal cavallo iroso e dal cavallo placido, frenati da due tritoni: uno giovane ed uno adulto per evidenziare le diverse caratteristiche dell’età dell’uomo e della natura. Infine, le parti laterali della nicchia lasciano spazio alle statue del 1735: a partire da sinistra simboleggiano l’Abbondanza dei frutti di Agostino Corsini, la Fertilità dei campi di Bernardo Ludovisi, i Doni dell’autunno di Francesco Queirolo e l‘Amenità dei prati di Bartolomeo Pincellotti.
I rilievi rappresentano la Vergine che mostra la sorgente ai soldati perchè si ristorino. Tali rilievi, che alludono alla storia leggendaria dell’acquedotto, e le figure allegoriche collegate agli effetti benefici dell’acqua, decorano a vari livelli, il prospetto. Si fondono, così, magistralmente, nell’opera del Salvi, storia e natura intese in un rapporto dialettico, quale veniva affermato dal nascente illuminismo.
La costruzione viene conclusa da Giuseppe Pannini, che modifica parzialmente la scogliera regolarizzando i bacini centrali, e viene inaugurata ufficialmente il 22 maggio 1762.
Dopo un intervento di restauro negli anni 1989-1991 (ad esso è seguita una manutenzione della parte centrale nel 1999), l’ultimo importante restauro è avvenuto nel 2014 grazie a FENDI, concludendosi dopo diciassette mesi nel 2015, con inaugurazione il 3 novembre.
Tradizioni, leggende e curiosità
Una tradizione romantica conosciuta in tutto il mondo è il lancio della monetina a cui nessun turista può sottrarsi. Altrettanto romantica è la tradizione del bicchiere, meno conosciuta, però, rispetto alla prima. Il lancio della monetina è divenuto ormai un classico. Coloro che visitano Roma devono recarsi alla Fontana di Trevi e lanciare nella vasca centrale una monetina.
Questa tradizione deve essere compiuta mettendosi di spalle con la mano destra sulla spalla sinistra e con gli occhi chiusi. Se girandosi velocemente, una volta lanciata la monetina, si riesce a fermare con lo sguardo l’attimo esatto in cui la monetina tocca l’acqua, sicuramente si farà ritorno a Roma. Invece, l’altra tradizione è quella del bicchiere non più in uso e oggi non tanto conosciuta.
Una volta, quando i ragazzi dovevano partire per lavoro o per il servizio militare, le rispettive fidanzate facevano bere loro l’acqua della fontana da un bicchiere nuovo per poi romperlo esse stesse. Questo atto stava a simboleggiare un patto di eterna fedeltà. Oggi esiste un’altra versione. I due innamorati dovranno bere insieme dalla “Fontanina degli innamorati” che si trova alla destra del monumento. Questo è un modo per assicurarsi che si rimanga fedeli per sempre.
La fama della Fontana di Trevi è anche da ricondurre a due curiosità ormai conosciute da tutti.
Una delle scene più mitiche del cinema ha per sfondo la Fontana di Trevi. Chi non conosce, anche se non ha visto il film, la famosa scena di “La Dolce Vita” nella quale Anita Ekberg entra nella fontana e invita Marcello Mastroianni a fare il bagno con lei? Ebbene, sono parecchi gli ammiratori di Fellini che hanno provato ad imitarli concedendosi un tuffo nella fontana, sia nudi che vestiti, ma oggi non vi venisse in mente di farlo perchè è severamente proibito e punito con multe che possono arrivare ai 500€. Quindi, se proprio si soffre caldo, è meglio rinfrescarsi con un buon gelato.
Fonte foto: turismo.it
Altra scena famosissima è quella del film Totò truffa che vede l’attore intento a sfoderare tutta la sua abilità di truffatore, con la spalla migliore che ci potesse essere, un simpaticissimo Peppino De Filippo che lo aiuta in un’impresa impossibile: la vendita della fontana ad un turista poco sveglio, tale Decio Cavallo appellato più volte ora scamorza, ora provolone ora gorgonzola senza che lo sprovveduto ne intuisca l’ironia.
Fonte foto: ilmessaggero.it
Mi rimetto in gioco sempre. Cerco ogni giorno il meglio da me e per me. Curiosa, leggo e scrivo per passione. Imparo dal confronto, dalle critiche costruttive e rinasco cercando di superare i miei limiti. È così che approdo a nuove mete dopo scelte di studio e lavoro completamente diverse, quali la contabilità e un impiego in amministrazione in un’azienda privata e mi dedico a ciò che avrei dovuto fare fin dall’inizio.