Ferdinand Hodler (1853-1918) è uno dei principali rappresentanti della pittura simbolista. Il suo operato lo colloca accanto a giganti dell’arte come Rodin e Puvis de Chavannes.
Nato a Berna perde il padre in giovane età. Nonostante le difficoltà, Hodler si trasferisce a Ginevra alla fine del 1871, dove inizia seriamente il suo percorso artistico, la sua formazione avviene inizialmente nella bottega del patrigno, pittore di insegne, e poi nell’atelier di Ferdinand Sommer, specialista in vedute alpine per turisti.
Il momento cruciale della sua formazione arriva quando viene notato da Barthélemy Menn, professore alla scuola di disegno di Ginevra, divenendo presto suo studente, apprende importanti nozioni quali l’importanza dell’equilibrio, del disegno e dell’osservazione meticolosa del soggetto. Menn amplia inoltre la cultura visiva di Hodler, introducendolo alla pittura francese, in particolare all’opera di Courbet, che avrà un’influenza determinante sulla sua evoluzione artistica.
Simbolismo
Il Simbolismo, nasce nel 1886 con il Manifesto del Simbolismo di Jean Moréas, è stato un movimento letterario influenzato da Baudelaire e rappresentato da Mallarmé, Verlaine e Rimbaud. Radicato nell’estetica romantica, vedeva poesia e arte come mezzi per rivelare verità spirituali nascoste nella realtà sensibile. Nelle arti figurative, il critico d’arte Albert Aurier, nel 1891, ha definito l’arte simbolista come espressione di idee e non di esperienze reali, enfatizzando la visione soggettiva dell’artista. Ha descritto l’arte simbolista come ideista, sintetica e decorativa.
Ferdinand Hodler entra in contatto a Ginevra con un gruppo di intellettuali simbolisti, tra cui Louis Duchosal, Mathias Morhardt ed Edouard Rod. Questi intellettuali, ammiratori di Wagner, Mallarmé e Verlaine, influenzano profondamente Hodler.
L’arte di Hodler evolve così verso un realismo intriso di idealismo e simbolismo. Con il tempo, Hodler sviluppa temi che rappresentano l’inevitabilità della morte. Quest’ultima diviene una delle sue ossessioni tra la fine degli anni ottanta e l’inizio del decennio successivo, riflettendo le perdite personali subite in giovane età. Un’opera chiave di questo periodo è “La Notte” (1889-1890), considerata il manifesto del simbolismo hodleriano.