Cassinetta di Lugagnano: un gioiellino naturalistico lombardo

Cassinetta di Lugagnano: un gioiellino naturalistico lombardo

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Fonte foto: siviaggia.it

La storia di Cassinetta di Lugagnano è legata all’epoca romana. È in questo periodo che si collocano indizi di un insediamento costituito probabilmente da piccole comunità agricole. Soltanto nel 1251, però, compare per la prima volta in un documento il nome di Lugagnano (Lucanianus); nel XIII secolo esiste un castello circondato da un fossato, appartenente ai Casterno e poi ai Pietrasanta.

Nel 1435, Maffiolo Birago, maestro d’aula della Camera Ducale di Filippo Maria Visconti, fa costruire la chiesa dedicata a Sant’Antonio Abate. Circa vent’anni dopo, il duca di Milano Francesco Sforza dà Lugagnano in feudo a Baldassare Barzi e ai suoi discendenti, con diritto di dazi di vino, pane e carne.

Al 1568 risale la prima visita a Cassinetta di San Carlo Borromeo, mentre nel 1656, dopo la condanna per fratricidio di Girolamo Barzi, il feudo è devoluto alla Camera Ducale e l’anno seguente è concesso al generale Giovanni Vasquez de Coronado, castellano di Milano, con facoltà di darlo ad altri; sempre nel 1657 Lugagnano è infeudata al conte Angelo Trivulzio, ma il capitano Girolamo Barzi, venuto a transazione con la regia Ducale Camera, nel 1672 riesce a ottenere per i suoi figli i feudi di Lugagnano e Robecco con relativi dazi. Nel 1862, con l’unificazione dei due territori, il Comune assume la nuova denominazione di Cassinetta di Lugagnano.

Dunque, questa per sommi capi e sulla base di testimonianze piuttosto frammentarie è la storia di questo elegante e affascinante borgo lombardo di circa duemila abitanti. Questo bellissimo luogo è stato premiato dall’Associazione Comuni Virtuosi, della quale esso fa parte con orgoglio, con il premio per la migliore Gestione del territorio. Dal 2014 è uno dei borghi più belli d’Italia.

Il  borgo

Per chi arriva in questo borgo sul Naviglio Grande, l’acqua che attraversa il paese dividendolo in due parti trova l’anello di 200 chilometri di piste ciclabili lungo il quale comincia il Parco cicloturistico dei Navigli. Basta spostarsi di qualche chilometro da Milano e il rilassante rumore dell’acqua che scorre tra i campi coltivati del Parco del Ticino e del vicino Parco agricolo Sud ci accompagna mentre siamo in bicicletta.

Si tratta di un borgo piccino che offre davvero tanto: ospitalità, tranquillità, tanta storia, arte e cultura.

Si può ammirare la chiesa di Santa Maria Nascente e Sant’Antonio Abate, di origine quattrocentesca ma rimaneggiata nel Settecento. Inoltre, sul Naviglio ci sono le residenze nobiliari appartenute alle più importanti famiglie milanesi, Trivulzio, Visconti, Mantegazza, Castiglioni, Parravicini, sono ville di delizia. Esse erano utilizzate dai proprietari per effettuare periodici controlli sulla gestione dei terreni da parte dei fittavoli e come abitazioni per la villeggiatura.

Villa Negri è la prima dimora storica che si incontra sul Naviglio. Costruita nel 1761 dal generale austriaco Dembowski, nel 1875 fu acquistata, con la circostante Cascina Piatti, dall’allora sindaco di Milano Gaetano Negri. Accanto al ponte appare, colorata del giallo della Milano settecentesca, la neoclassica e bellissima villa Visconti Castiglione Maineri. Villa Castiglioni Nai Bossi, l’ultima che si incontra sul Naviglio Grande nell’abitato di Cassinetta, risale alla prima metà del Settecento ed è probabilmente opera dello stesso proprietario, l’architetto Carlo Federico Castiglioni.

Queste e tante altre le dimore da ammirare, ricche di interessanti strutture incastonate nel fantastico paesaggio naturalistico di Cassinetta di Lugagnano.

E allora, cosa aspettiamo? Partiamo subito!

I nostri occhi oggi più che mai hanno bisogno di colmarsi di meraviglie.


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