Il “sublime” Ottocento Napoletano in mostra alle Scuderie del Quirinale

Il “sublime” Ottocento Napoletano in mostra alle Scuderie del Quirinale

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Napoli al centro: artisti originari e autoctoni, stranieri innamorati dell’Italia, pittori, scultori, scrittori e cultori che alla splendida città partenopea si sono ispirati dall’Ottocento ai giorni nostri. Tutto questo è il Gran Tour della mostra intitolata “Napoli Ottocento”, presente alle Scuderie del Quirinale dal 27 marzo fino al 16 giugno 2024, che ritrae Napoli dall’Ottocento fino alla Prima Guerra Mondiale.

Mostra Napoli Ottocento: De Nittis "Mare in tempesta"

La prima parte della mostra e la nascita dell’interesse per Napoli

Le  sale delle Scuderie del primo piano sono state allestite dividendo le grandi tematiche incentrate sulla bellezza della città partenopea: dalle immagini del Vesuvio in piena attività tra il 1773 e il 1775 (Volaire, Derby) alla corrente del “Sublime” che attrae e respinge l’idea di distruzione  già teorizzata da Burke e Kant (De Nittis: “Mare in burrasca”); dalla rivoluzione del “plein air” con l’osservazione realistica dei paesaggi (Denis, Mattej, Bohme con la sua “Capri”) al “vero” di Filippo Palizzi – con le sue “macchie”  di forma e contenuto, in cui gli animali del presepe hanno un valore provocatorio (come ad es.nella “Scavatrice di Pompei”)- per finire con Giuseppe De Nittis che, trasferitosi nell’ultima parte della sua vita a Parigi, si avvicinerà  agli Impressionisti come Manet e  Degas (come lo è ad esempio il suo  “Passa il treno”). Non è da trascurare nemmeno la corrente  dei “pompeiani” (De Angelis, Del Vecchio, Mollica) che attinge non solo alla cultura latina ma anche a quella greca: si tratta di quadri, ma anche di sculture e oggetti classici basati sul mito greco della tanto rimpianta età aurea della “Campania felix”. Interessante è soprattutto la nascita della Stazione Zoologica di Napoli (SZN) ad opera di Anton Dohrn che permise a molti ricercatori, scienziati, scrittori, esploratori, musicisti  di soggiornare a Napoli, accolti dalla sua completa ospitalità nella Biblioteca, nella sala dei concerti o sul vaporetto.

Mostra Napoli Ottocento: Hydria della battaglia di Isso

La seconda parte della mostra e l’arte napoletana tra Illuminismo e la Grande Guerra.

La mostra continua poi al secondo piano, dove i progressi nella storia, nei viaggi e nella geografia vengono ricondotti alle tematiche del Verismo, dell’esotico, del colonialismo, dell’orientalismo e dello spiritualismo. Qui emergono i quadri di  Domenico Morelli che orientalizzò e arabizzò i suoi soggetti religiosi, trasponendo i sentimenti risorgimentali nella storia medievale. Il Verismo napoletano invece, incentrato sul “Ventre di Napoli” di Matilde Serao nella letteratura e sui gessi di Capodimonte nella scultura, viene rappresentato  con “La strada in campagna” di Francesco Lojacono o con “Il pescatore di polipi” di Eduardo Rossi. Infine la Napoli moderna con la sua storia dopo l’Unità d’Italia è testimoniata  dagli artisti del Real Istituto di Belle Arti e dal loro legame con Parigi: non a caso Edgar Degas giungerà a Napoli – dove era nato suo padre – ancora piccolo e testimonierà la sua arte  con i materiali graffiati e con gli affreschi sbiaditi che hanno sullo sfondo i muri degradati della grande città partenopea. Così dopo di lui tutti gli artisti ne saranno ossessionati, da Thomas Jones a De Nittis, a Michetti fino  al limite dell’informe nei ritratti ermetici del pittore Antonio Mancini e nelle sculture incentrate sulla “bruttezza” di  Vincenzo Gemito. Infine fino alla prima metà del Novecento anche Carlo Carrà, Lucio Fontana e Alberto Burri arrivano alla teorizzazione del “polimaterico”, rinsaldando il loro legame con l’ arte napoletana: il suo grande “Cretto nero” altro non è che la resa artistica del  “crepitio della pietra lavica di Napoli”! Quindi questa mostra rappresenta un insieme poliedrico di forme artistiche che hanno creato la fama di Napoli e ne hanno eternato la gloria tramandandola ai posteri: davvero da non perdere!

Mostra Napoli Ottocento: Burri "Cretto nero"


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