La grande mostra di Gustav Klimt a Roma

La grande mostra di Gustav Klimt a Roma

Condividi su

Il Museo di Roma ospiterà dal 27 ottobre 2021 sino al 27 marzo 2022, una grande esposizione dell’artista viennese Gustav Klimt (1862-1918), esponente di spicco del movimento Secessionista, sviluppatosi in Austria durante la seconda metà del diciannovesimo secolo e i primi decenni del ventesimo.

La mostra romana riporta le opere di Klimt in Italia dopo 110 anni dall’altra grande esposizione che ha visto l’artista austriaco partecipare all’Esposizione Internazionale all’ d’Arte nel 1911.

Saranno presenti al Museo di Roma più di duecento opere tra dipinti, disegni e sculture, provenienti dal Belvedere Museum di Vienna, dalla Klimt Foundation e da collezioni sia pubbliche che private.

Quadri come la famosa “Giuditta”, o la  “Signora in bianco” , nonché il Ritratto di signora che era stato trafugato  dalla Galleria Ricci Oddi di Piacenza nel 1997 e ritrovato recentemente in circostanze fortuite. Ma anche disegni, manifesti d’epoca, testimonianze di artisti dell’epoca, per mettere in risalto  la vita e il lavoro di Klimt e l’importanza culturale del Secessionismo nella storia dell’arte.

Il Secessionismo viennese

Il periodo a cavallo tra i due secoli è carico di quel fermento innovativo che pervade la “modernità” nel suo avanzare. Concetti avanguardistici si affacciano prepotentemente non solo nell’Arte ma in tutto il pensiero culturale. Nello stesso tempo l’”ancien régime” è ancora ben radicato e tenace nel difendere  nella forma e nelle concezioni,  l’idea di una  società che aveva ormai già imboccato l’ineluttabile tramonto storico.

Il Secessionismo Viennese e Klimt in particolare, che ne è stato l’esponente più conosciuto, si collocano quali interpreti di questo dualismo; da un lato accogliendo le istanze di rinnovamento dei tempi in fermento, dall’altro sottolineando il declino di un modo di vivere nel “ precario sopravvivere della forma alla fine della sostanza” (Giulio Carlo Argan).

Le opero di Klimt, così pregne di implicazioni simboliche e formule decorative, di slanci romantici, suggestioni cromatiche e bagliori dorati, si inscrivono a pieno titolo nel solco di una poetica delicata, malinconica ed insieme celebrativa di un’estetica della forma, splendida e affascinante nell’aura di decadenza che la pervade e che rispecchia il cambiamento in atto nel suo mondo.

I quadri perduti

È una notizia fresca: tramite vecchie foto in bianco e nero, l’analisi cromatica della tavolozza dell’artista, il supporto dell’esperto Franz Smola e della tecnologia del machine learning i capolavori di Klimt “Filosofia”, “Medicina” e “Giurisprudenza”, tre grandi tele realizzate per l’aula magna dell’Università di Vienna, in seguito trafugati dai tedeschi e andati perduti durante un incendio, sono state virtualmente riportate  alla loro originale “bellezza colorata” dal team di Google Art & Culture Lab.  Si potranno così ammirare ancora, sia pur in modalità virtuale tre capolavori perduti che all’epoca fecero scandalo per la loro diversità di concezione rispetto al sentire comune.


Condividi su