L’affascinante figura del folle, che faceva parte della cultura visiva degli uomini nel Medioevo, è stata sempre poco analizzata da una prospettiva storica-artistica. Questa prospettiva viene finalmente considerata in una mostra intitolata Figures du Fou. Du Moyen Âge aux romantiques / Le figure del matto. Dal Medioevo ai romantici, dal 16 ottobre al 3 febbraio 2025.
La mostra a cura di Élisabeth Antoine-König, curatrice capo del Dipartimento di Arti Decorative, e di Pierre-Yves Le Pogam, curatore capo del Dipartimento di Sculture del Musée du Louvre, è organizzata con il sostegno speciale della Bibliothèque Nationale de France in collaborazione con la Phoebus Foundation. È sponsorizzata dalla Fondation Etrillard e dalla New York Medieval Society.
La mostra parigina intende indagare la presenza pervasiva del folle nell’arte e nella cultura occidentale tardomedievale, cercando di decifrare il ruolo cruciale che queste figure hanno giocato nel passaggio alla modernità. Pur facendo ridere con le loro buffonate, i folli nascondono una complessità profonda, fatta di sfumature erotiche, scatologiche, tragiche e violente. Essi intrattengono, mettono in guardia e sovvertono i valori sociali, arrivando persino a sfidare l’ordine costituito.
Dal Medioevo al Rinascimento, la figura del folle
Per il grande pubblico, l’arte medievale è spesso associata alla religiosità (le prime rappresentazioni vedono la follia legata alla sfera spirituale: spesso interpretata come ignoranza o assenza di amore per Dio). È proprio nel Medioevo, però, che si consolida e diffonde una delle figure narrative più eversive e interessanti giunte fino a noi: quella del matto. Pure se affonda le sue radici nel pensiero religioso, il topos del folle ha attecchito nel mondo secolare per diventare un elemento imprescindibile della vita sociale urbana, nella cultura popolare e non solo.
il folle divenne nel tempo una figura di corte, colui che intratteneva la nobiltà durante le feste con una serie di giochi e acrobazie. L’immagine di questo personaggio sovversivo, si insinuò poi nel linguaggio comune, negli oggetti di uso quotidiano: divenne un elemento nei giochi di scacchi, una figura nei giochi di carte, divenendo sempre più familiare.
Fonte foto: Arts in the City
Questo “elogio” della follia scomparve gradualmente nell’Età dei Lumi, quando la ragione salì alla ribalta e la figura del pensatore filosofico crebbe di importanza. La figura marginale del folle che simboleggiava il disordine e l’anarchia fu relegata al passato.
Fonte foto: Arts in the City
Il folle riemerge qualche secolo dopo, all’inizio del XIX secolo. L’arte romantica, la nascita della psichiatria e gli esperimenti degli artisti con l’inconscio e il bizzarro riportarono in vita il personaggio. Tuttavia, il folle non era più un concepito come intrattenitore pubblico, ma come un personaggio tormentato e misterioso, alternativamente spaventoso e terrificante.
Cosa aspettarsi dalla mostra
La mostra Figures du Fou. Du Moyen Âge aux romantiques / Le figure del matto. Dal Medioevo ai romantici, comprende più di 300 opere eccezionali dal XIII al XVI secolo. Attraverso dipinti, incisioni, arazzi, manoscritti miniati, sculture, oggetti preziosi e di uso quotidiano, la figura del folle si rivela in tutta la sua ricchezza e complessità. Con questa mostra, il Musée du Louvre ci offre un ampio panorama dell’arte del Nord Europa, trascinando il visitatore in un viaggio indietro nel tempo, alla scoperta dell’affascinante e bizzarra interpretazione artistica della cosiddetta Figures du Fou.
Studentessa di Didattica e Mediazione culturale del patrimonio artistico. Amante della musica, teatro, della danza, dell’arte in ogni sua manifestazione, appassionata di Monet, Klimt- Secessione viennese ed arte contemporanea orientale.