Amedeo Modigliani si interessò al tema del nudo fin dagli inizi della sua carriera artistica, quando ancora viveva in Italia.
La sua storia
Frequentò la Scuola Libera di Nudo a Firenze e l’Istituto di Belle Arti a Venezia e, una volta arrivato a Parigi, continuò il suo studio in diverse accademie, tra cui l’Académie Ranson a Montmartre, famosa per la professionalità delle modelle che rimanevano immobili per ore e ore, consentendo agli artisti di realizzare diversi schizzi dello stesso soggetto. La prima produzione artistica di Modigliani legata al nudo, si colloca nel 1916.
È il 1917 quando presso la galleria di Berthe Weill si tiene la prima mostra personale di Amedeo Modigliani, conosciuto anche come Modì, artista bello e geniale dallo stile lineare in pittura e della purezza arcaica nella scultura. A organizzare l’esposizione è Léopold Zborowski, amico che diventa mercante d’arte del giovane livornese, fortemente intenzionato a sottrarre il suo protetto dalla condizione di miseria e dissoluzione che lo condurrà, a soli trentacinque anni, alla morte per nefrite sommata alla tubercolosi. Si tratterà di un esordio scottante, destinato a restare per sempre negli annali dei galleristi europei.
Nel tentativo di attirare il maggior numero di visitatori curiosi, Zborowki chiede e ottiene che vengano esposti in vetrina un paio di nudi di rara e complessa bellezza, decisamente lontani dai canoni convenzionali del tempo. L’effetto supera ben presto le intenzioni; fuori dalla galleria si raduna una folla indignata, si grida allo scandalo, all’oltraggio al pudore.
Interviene la polizia e la Weill, visibilmente indispettita per il richiamo, domanda agli agenti cosa abbiano di tanto scandaloso una serie di nudi, palesemente non volgari. La risposta spiazza e fa sorridere, sennonché la proprietaria sarà davvero costretta ad abbassare la saracinesca: «C’è che quei nudi hanno i peli».
La prima mostra dei nudi di Modigliani si conclude così ancor prima di cominciare, vittima del bigottismo e dello sciatto provincialismo locale. Eppure i suoi nudi risultano essere di una delicatezza spiazzante. Le forme e i tratti somatici delle donne racchiudono in loro un’eleganza sommessa che si esprime in modo sobrio nelle pose e negli sguardi. Languidi, filtranti da occhi allungati, persi chissà dove dinnanzi al pennello dell’artista. Non solo semplici modelle, ma spesso anche donne da amare, le stesse che il bel Modì aveva conquistato con il suo fascino.
Fonte foto: Fanpage
Amedeo Modigliani ebbe diverse relazioni prima di incontrare il grande amore della sua vita, Jeanne, bellissima pittrice in erba e modella che conobbe nel 1917 e da cui ebbe una figlia. La storia tra i due è molto romantica, ma sfortunatamente, tragica. Modigliani soffriva di tubercolosi, condizione che lo faceva vivere in una condizione di salute precaria. I due giovani innamorati si trasferirono in Costa Azzurra dove nacque la loro bambina, chiamata Jeanne come la mamma.
Le condizioni di salute di Modigliani però peggiorarono e in breve, i tre fecero ritorno a Parigi, stabilendosi in un atelier di proprietà del mercante e amico dell’artista Leopold Zborowski, dove Morì nel 1920, a 35 anni. Soltanto il giorno dopo, Jeanne, in attesa del loro secondo figlio, non riuscì a reggere il dolore e si uccise gettandosi dal quinto piano. La loro bimba fu affidata alla nonna paterna Eugènie, che viveva ancora a Livorno.
Il successo di Modigliani
Modigliani ottenne l’enorme successo planetario solo dopo la sua morte: oggi è infatti considerato come uno dei più importanti artisti del XX secolo e le sue opere, conservate in collezioni private e musei, raramente vengono messe sul mercato. Le sue sculture, i suoi dipinti e i suoi disegni sono quindi delle chicche difficilmente reperibili in asta e, anche per questo, quando vengono battute, raggiungono sempre prezzi record. La sua fama indiscussa è da riportare proprio ai suoi nudi di donna.
Nei suoi dipinti le modelle vengono ritratte distese o in piedi in uno scenario privo di arredi, in cui un rosso scuro funge da quinta alla sensualità di un nudo disteso o una sedia su un muro violaceo è l’unico supporto di un abbandono languido.
Talvolta il pittore si concede il lusso di ornarle con un orecchino, un piccolo ninnolo sbarazzino che si confonde tra il colore dei capelli e il collo reclinato. Vederle esposte l’una di fianco all’altra può, talvolta, far sorgere alla mente l’immagine di un harem, di quelli mistici e sensuali in cui i corpi sinuosi, dai volumi nitidi e dalle espressioni cariche di erotismo, si lasciano scegliere pur conducendo il gioco.
Tutti i nudi di Modigliani vivono nella splendida ambiguità di essere al contempo stilizzati e sensuali, mischiando compostezza ed erotismo su una tela che si carica di intimità oltre ogni limite. I nudi di Modigliani sono corpi che si mostrano nella loro nuda femminilità, senza caratteri allegorici o rappresentazioni simboliche. Una carica di erotismo che si unisce a un’eleganza malinconica, capace di rendere la donna divinità umana che s’innalza sulla tela.
Mi rimetto in gioco sempre. Cerco ogni giorno il meglio da me e per me. Curiosa, leggo e scrivo per passione. Imparo dal confronto, dalle critiche costruttive e rinasco cercando di superare i miei limiti. È così che approdo a nuove mete dopo scelte di studio e lavoro completamente diverse, quali la contabilità e un impiego in amministrazione in un’azienda privata e mi dedico a ciò che avrei dovuto fare fin dall’inizio.