Le immagini sono state gentilmente concesse dal fotografo riminese Lanfranco Randi
C’è una Rimini che col verbo “riminizzare”, pronunciato con particolare enfasi negli anni Settanta e Ottanta in spregio ad una città di ben altre caratteristiche e fisionomie, non ha mai avuto nulla da spartire. Una verità, ancora più netta e delineata, se alla lettura di Rimini ci si pone osservando meglio cosa contiene e racchiude.
Tra i luoghi del cuore – volendo usare un’espressione abusata ma comunque efficace – il Borgo San Giuliano, appena al di là del Ponte di Tiberio, vestigia bimillenaria della Romanità, è quello che conserva e preserva il miglior fascino in chiave felliniana. In quel reticolo di vie, piazzette, slarghi e casette – la maggior parte di esse eredità dell’antica comunità di pescatori portolotti qui insediata – è possibile perdersi nella magia dei tanti colorati murales.
Chi l’avrebbe mai detto, vero? Rimini, località europea delle vacanze, destinazione che ha fatto a pugni e carezze con il divertimentificio, le mucillagini, la destagionalizzazione, le discoteche e le stragi del sabato sera, può, al contrario, riservare altre sorprese accanto alle ricche testimonianze d’un passato glorioso cresciuto – e poi svanito – attraversando varie epoche.
Nel Borgo San Giuliano, il rimando al Maestro Federico Fellini, genio tra i geni mondiali della cinematografia, è scandito, sulle facciate delle abitazioni e dei locali, da vere e proprie opere frutto dell’intervento artistico. Immergersi in questa parte di tessuto urbano, in cui i riminesi amano adesso trascorrere molto più tempo rispetto al passato, può allora voler dire aprirsi ad una nuova idea di conoscenza dei luoghi.
Nel nostro viaggio ci accompagna il fotografo Lanfranco Randi. Gli scatti proposti provengono dalle sue raccolte/incursioni borghigiane alla ricerca dei murales che raffigurano, in buona percentuale, i personaggi voluti a popolare le pellicole dell’imprevedibile regista romagnolo.
In realtà, bisogna rammentarlo, non tutti i murales sono sopravvissuti ai loro autori. Qualcuno è andato irrimediabilmente perduto; altri sono stati coperti dalle successive ristrutturazioni edilizie – così da rimanere impressi solo nella memoria e negli scatti d’epoca -; altri ancora, per fortuna, si sono via via aggiunti mantenendo l’ispirazione allo stile del quartiere e rispettando il clima della dolce vita.
Noi abbiamo scelto questi:
Scureza (il motociclista pazzo del film Amarcord)
La Tabachera (la Tabaccaia del film Amarcord)
Gelsomina (Giulietta Masina nel film La Strada)
La dolce vita (con Marcello Mastroianni e Anita Ekberg)
Casanova (interpretato da Donald Sutherland)
Se desiderate programmare – quando sarà consentito riprendere a viaggiare – una visita al Borgo San Giuliano, vi consigliamo una rapida e anticipatoria lettura del sito borgosangiuliano.it