Quarto Oggiaro: un murales per ricordare gli eroi che hanno combattuto il covid – 19

Quando si parla del quartiere Quarto Oggiaro a Milano, spesso si alimentano solo brutte notizie, tra spaccio e criminalità. Un luogo sicuramente difficile, come ne esistono tanti, ma anche un posto dove è possibile incontrare le persone alla mattina fuori dal bar, che ti salutano con un sorriso e con la semplicità che in molte zone di Milano è complicato trovare. Ed è proprio di questo tipo di ospitalità e solidarietà che fa parte anche del Municipio 8 dove, il writer Cosimo Cheone, grazie all’iniziativa di Spazio Baluardo” un’associazione di aggregazione giovanile e con il patrocinio del Comune di Milano, ha rappresentato sul muro i volti che hanno fatto la storia di questi ultimi mesi, vissuti combattendo contro il Covid-19 e la pandemia che ha investito tutte le nostre città.

 

Il murales è andato a coprire l’ opera “Welcome to Quarto” collocata in via Eritrea Palizzi, proprio all’inizio del quartiere milanese ed è stato inaugurato il 25 luglio alla presenza del Dottor Alessandro Visconti, direttore generale dell’ Ospedale Sacco e del Fatebenefratelli.

 

Il murales, dedicato agli eroi della pandemia, come i medici dell’Ospedale Sacco e di tutte le strutture che hanno combattuto a spadatratta contro il Coronavirus, racconta anche le persone normali. C’è, infatti, anche un bambino che sorride sotto la mascherina, con uno smile disegnato, e che rappresenta speranza e la forza che in questo periodo ci hanno accomunati tutti. Emozioni che insieme al terrore e alla paura hanno contraddistinto questi ultimi mesi. E sono proprio gli occhi ai lati, dei due infermieri, messi quasi a protezione del mondo che guardano pensierosi il futuro, e decidono di non arrendersi a dirci di preservare ancora con quella prudenza che ci ha contraddistinti in questi periodi difficili. Un murales, che nasce con un solo grande obiettivo: non dimenticare mai quello è stato. E per ricordarci che per ogni temporale c’è e ci sarà sempre un sorriso colorato ad aspettarci e due occhi profondi, come quelli di questi medici, pronti a proteggerci.