Roma è celebre per il numero e la varietà di musei che ospita, ma siete sicuri di conoscerli proprio tutti? Già, perchè accanto ai più rinomati e celebri – pensiamo ai Musei Vaticani o alla Galleria Borghese -, ne sorgono alcuni meno conosciuti, ma comunque meritevoli di una visita. Uno di questi è sicuramente la Casa-Museo Hendrik Andersen, un luogo in cui il tempo sembra essersi fermato. Scopriamolo insieme.
Fonte foto: beniculturali.it
Casa-museo Hendrik Andersen
Concepita dalla mente dello scultore norvegese-americano Hendrik Christian Andersen, dal quale prende il nome, la Casa-museo è il luogo in cui egli visse e lavorò fino alla fine dei suoi giorni. Andresen, infatti, risiedette stabilmente a Roma dalla fine del XIX secolo fino alla sua scomparsa, sopraggiunta nel 1940.
La palazzina che ospita la mostra fu fatta costruire dall’artista, per essere poi decorata a partire dal 1922 in stile eclettico neo-rinascimentale. All’ambiente si accede da un enorme portone in legno, per essere poi catapultati in quello che era a tutti gli effetti l’atelier dello scultore.
La mostra si divide in due sale comunicanti, dove sono esposte alcune delle opere dell’artista. Al primo piano, invece, si trova la sua abitazione, oggi utilizzata per accogliere raccolte permanenti e mostre temporanee di artisti stranieri dell’Ottocento e del Novecento.
Fonte foto: roma2pass.it
Le opere esposte
Il museo, concepito come un enorme laboratorio artistico, presenta oltre duecento sculture di grandi, medie e piccole dimensioni realizzate in gesso e in bronzo, circa duecento dipinti e oltre trecento opere grafiche dell’artista.
Andersen decise esplicitamente di donare allo Stato la sua collezione di statue e il suo studio-abitazione del quartiere Flaminio, tuttavia l’attività pubblica inizia solo nel 1978.
Visitare la Casa-Museo è come catapultarsi in prima persona all’interno di un’opera d’arte: la sensazione è quella di camminare accanto a delle opere dotate di vita propria, che ti osservano dolcemente con lo sguardo mentre percorri il corridoio. La sala, realizzata con il pavimento alla veneziana e il soffitto a cassettoni, consta di grandi finestre che danno su Via Mancini e Via Pisanelli. Da queste ultime, specialmente nelle ore più soleggiate, penetra una luce che rende l’ambiente ancora più magico.
Dunque, è consigliato visitare il museo nelle prime ore pomeridiane, per poter disporre di un’illuminazione senza eguali.
Fonte foto: artepiu.info
Informazioni
Da bambina leggevo i fumetti di Dylan Dog, poi – senza nemmeno accorgermene – sono entrata nel vortice dei grandi classici e non ne sono più uscita. Leggo in continuazione, in qualsiasi momento, e se non leggo scrivo. Scrivo per riempire gli spazi bianchi e vuoti della mente, ma anche perché è l’unica cosa che mi fa sentire viva. Cosa voglio diventare da grande? Facile: una giornalista.