Venezia e le sue maggiori opere d’arte

Venezia e le sue maggiori opere d’arte

Fonte foto: wikipedia.org

Venezia, come tante altre città d’arte, offre ai suoi turisti non soltanto splendidi edifici architettonici e musei di pregio, ma anche singole opere che, da sole, varrebbero una visita a questa località unica.

Oggi vi presentiamo una lista delle migliori, che comprende quadri e sculture famosi in tutto il mondo.

Veronese – Cena in casa di Levi

Paolo Caliari, detto il “Veronese”, amava comporre opere di grandi dimensioni, e con la “Cena in casa di Levi” del 1573, custodita nelle Gallerie dell’Accademia, ha superato perfino se stesso: il quadro, infatti, è alto ben 5 metri per 12 di lunghezza, e rappresenta oltre cinquanta figure diverse, per un’opera complessiva ariosa e dinamica.

La composizione doveva riprodurre in origine l’Ultima Cena, ma il fatto che il pittore avesse deciso di dipingere, oltre a Gesù e ai dodici apostoli, anche tanti altri personaggi stravaganti, tra cui un nano, un cane e un saltimbanco, spinse la Santa Inquisizione a insistere affinché il Veronese apportasse delle correzioni alla sua opera, in modo da renderla più consona all’atto eucaristico. L’artista rifiutò, dando prova di carattere, e acconsentì a modificare soltanto il titolo dell’opera, trasformandolo in un più profano “Cena in casa di Levi”.

Giorgione – La tempesta

Giorgione, nato a Castelfranco Veneto intorno al 1478, fu un pittore misterioso e sfuggente; la sua personalità inafferrabile si riflette anche nelle sue opere, colme di simbologie a volte non facilmente comprensibili, e in particolar modo ne “La Tempesta”, esposta nelle Gallerie dell’Accademia. L’opera rappresenta due figure, un uomo in piedi e una donna seminuda seduta su un prato e intenta ad allattare il figlio, immerse in un paesaggio bucolico ma il cui cielo è tempestoso e attraversato dall’inquietante bagliore di un fulmine.

Tra le possibili spiegazioni dell’opera offerte dagli studiosi, l’uomo potrebbe rappresentare la fortezza e la donna la carità; entrambi sarebbero soggetti alla fortuna, rappresentata dal fulmine.

Giovanni Bellini – Pala di San Giobbe

Considerato il padre della pittura veneziana, per la sua capacità di traghettare lo stile di pittura tipico della città dal tardo-gotico al cromatismo rinascimentale, Giovanni Bellini, nato intorno al 1430, ha disseminato Venezia di splendide opere, che sono visibili in parecchi musei della città e anche in diverse chiese, come quella di San Zaccaria o di San Francesco della Vigna.

Venezia e le sue maggiori opere d’arte

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Tra i suoi tanti capolavori la Pala di San Giobbe, conservata nelle Gallerie dell’Accademia e prima pala d’altare veneziana ambientata all’interno di una chiesa, spicca per la purezza del colore e per l’armoniosità dei tratti delle figure coinvolte nella sacra conversazione, come la Vergine Maria, i tre angeli musicanti e in particolare il San Sebastiano, ammantato di una bellezza apollinea.

Antonio Canova – Dedalo e Icaro

La scultura più affascinante di Venezia è senza alcun dubbio il “Dedalo e Icaro” di Antonio Canova, nato a Possagno nel 1757 e definito dai suoi contemporanei il più grande artista vivente.

L’opera contrappone con naturalezza l’espressione preoccupata di Dedalo, il padre, che assicura le ali formate da penne tenute insieme con la cera alle braccia del figlio, all’allegria fanciullesca con cui Icaro pregusta l’avventuroso volo che intraprenderà per fuggire dal labirinto del Minotauro.

Tintoretto – Ciclo di teleri della Scuola Grande di San Rocco

Proponiamo un paragone azzardato e ci spingiamo ad affermare che la Scuola Grande di San Rocco è la Cappella Sistina di Venezia; l’edificio, infatti, custodisce più di 60 opere realizzate da Jacopo Robusti detto il “Tintoretto” tra il 1564 e 1587 e dedicate agli episodi dell’Antico e del Nuovo Testamento. I teleri sono incastonati per la maggior parte in elaborate cornici lignee con finitura a foglia d’oro, che esaltano lo sfarzo delle tele dipinte dall’artista e rendono l’esperienza di visita un momento indimenticabile.

Venezia e le sue maggiori opere d’arte

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Curiosa la vicenda legata alla nascita della collaborazione tra il pittore e la Confraternita di San Rocco, che aveva costruito il palazzo per ospitare le riunioni della propria istituzione. Sembra infatti che nel 1564 la Congregazione bandì una gara per la realizzazione dell’ovato centrale della Sala dell’Albergo, invitando i maggiori artisti presenti in città all’epoca, Giuseppe Salviati, Federico Zuccari, Paolo Veronese e Tintoretto, a proporre dei disegni per aggiudicarsi il lavoro; il Tintoretto sbaragliò la concorrenza con un piccolo sotterfugio, perché invece di realizzare un disegno sottopose un’opera completa, il “San Rocco in gloria”, che collocò al centro del soffitto dichiarando che si trattava di un dipinto che aveva deciso di donare alla Scuola.