L’amore che mi resta è un romanzo psicologico di Michela Marzano, edito Einaudi, datato 2017. Michela è una grande scrittrice, una grande filosofa, una grande professoressa, politica e saggista ma soprattutto una grande donna.
Fonte: profilo Facebook dell'autrice
Questo libro, anche se molto duro da leggere, riflette l’amore di un genitore in tutte le sue forme, anche nei suoi errori e nei suoi sbagli.
La copertina del libro
La trama
La storia inizia con una tragedia: il suicidio di Giada, che fa cadere Daria, la madre adottiva, in un baratro di sofferenza. Il lutto, le domande, i continui “perché?”, la terapia fanno emergere un potente interrogativo: basta davvero l’amore a salvarci?
Marzano grazie a quest’opera sviscera il dolore più assoluto per un genitore, trovando le parole giuste per poterlo raccontare. Ci narra di quanto è fragile la nostra vita, sin dall’inizio, e quanto siamo vulnerabili, non solo rispetto al mondo, ma anche rispetto alla nostra stessa storia. Quella che fin dal concepimento ci segna, in una maniera incredibile. Eppure, quando smettiamo di chiedere aiuto all’amore, questo improvvisamente, in fondo, ci salva. Di nuovo.
L’abbandono e l’adozione
“Ma quando sei venuta a prendermi era perché volevi una bambina o mi volevi bene?”
Uno dei temi principali di questo libro è sicuramente quanto influisce nella vita di un bambino il fatto di non essere stato riconosciuto ed abbandonato alla nascita dai cosiddetti genitori biologici. Il punto non è la motivazione che spinge una donna, un genitore, un padre o una madre, ad abbandonare il frutto del suo ventre, ma quello che accade a postumi al bambino. Siamo realmente sicuri che la sofferenza non cominci già da molto prima? Già prima che l’atto sia compiuto? Un bambino, una persona lo sente che gli “manca un pezzo dal puzzle” da molto prima del momento della rivelazione.
Ed è proprio questo che succede alla piccola Giada, ed è per questa ragione che i genitori adottanti decidono di dirle la verità. Quello che leggiamo nella citazione che ho scelto per prestarvi questa parte, è proprio la domanda diretta, che Giada fa alla sua mamma: “tu sei venuta a prendermi per un tuo egoistico capriccio del non riuscire ad avere figli, oppure perché realmente mi volevi bene?“
L’amore basta a salvarci?
“La vita non ci appartiene, accade.”
Adottare un bambino, regalare ad una creatura una nuova possibilità pur non avendola concepita nel nostro ventre è sicuramente un grandissimo gesto d’amore, e in queste pagine questa potenza esce davvero tutta, con una prepotenza meravigliosamente devastante. Così come esce il dolore viscerale, di questa madre, di questo padre, di questa famiglia ed anche del fratello. Il fratello nato dopo l’arrivo della piccola Giada. Grazie a questo libro comprendiamo molto fortemente il fatto che sì, l’amore è importante, ma non solo, anche le nostre origini, lo sono. E per Michela Marzano questa “verità'” sul passato, e su quanto possa influire il nostro presente, è ben presente, nelle sue lectio magistris, ma anche in ogni suo libro.
In conclusione
Consiglio questo libro a tutti i genitori, adottanti, biologici, che stanno affrontando un lutto grave, perché nonostante il forte impatto emotivo, ricorda a tutti, noi, quanto “siamo umani”. Quanto l’amore ci venga a cercare perché anche lui ha bisogno di una carezza.
Vi prego, non sentitevi mai sbagliati di fronte al dolore. Imparate ad accettarlo, ad ascoltarlo, ha davvero tanto da raccontare, se solo non ne avessimo così paura.
Il romanzo di Marzano è un vero e proprio elogio a quello che non siamo e che ci sforziamo a tutti i costi ad essere, come genitori e persone. Concediamoci di sbagliare, perché “L’amore è ben altra cosa…”.
Mi chiamo Alessia, scrivo per difendermi, per proteggermi e per dare una mia visione del mondo, anche se in realtà io, una visuale su tutto quello che accade, non ce l’ho, e probabilmente non l’ho mai avuta. Ho paura di ritrovarmi e preferisco perdermi.
Culturalmente distante dal pensiero comune. Emotivamente sbagliata. Poeticamente scorretta. Fiore di loto, nel sentiero color glicine. Crisantemo all’occorrenza. Ho più paure che scuse. Mi limito a scrivere e leggere la vita. Mi piace abbracciare Biscotto, anche da lontano. Anche se per il mondo di oggi sembra tutto più difficile.
Scrivo per questo magazine da circa un anno. Ho pubblicato anche un libro ( ma non mi va di dire il titolo perché qualcuno penserebbe “pubblicità occulta”). Ho aperto un mio blog personale: “Il Libroletto” dove recensisco libri per passione.