Torino ed il fantasma de La Bela Rosin

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Nelle leggende popolari di Torino la Bela Rosin si trova spesso a ricoprire un ruolo: una volta è una strega, un’altra è un’arrampicatrice sociale, una vittima del suo status sociale e, ovviamente, un fantasma che si diverte a terrorizzare le persone ancora vive. Così il questo articolo approfitterò delle leggende per farvi scoprire le tante residenze piemontesi che Rosa Vercellana (il vero nome de La Bela Rosin) si è trovata ad abitare, ovviamente senza tralasciare i fantasmi, anche quelli visti solo da chi è un po’ troppo suggestionabile.

Rosa Vercellana

Rosa nasce a Nizza (11 giugno 1833) è figlia d’arme così quando il padre, membro della guardia imperiale napoleonica, si rifiuta di andare in esilio con l’ormai ex-imperatore ed entra a far parte dei granatieri di Sardegna come tamburino maggiore, la ruota del destino che la porterà da Vittorio Emanuele II inizia a mettersi in moto.

Il Castello di Racconigi, il primo incontro

Il millenario Castello Reale di Racconigi, sito a Racconigi, prima di divenire sede della residenza sabauda estiva è a tutti gli effetti residenza ufficiale dei Savoia-Carignano. Il castello per un breve periodo di tempo diviene anche la prima abitazione sabauda di Rosa. In questa cornice in continuo cambiamento (il castello vede continui rimaneggiamenti a partire dal XI sec fino al XIX secolo) per mano di grandi architetti quali il Guarini, Giovanni Battista Borra, il Palagi e Filippo Juvarra. Dove il romantico parco ancora oggi è famoso per la grande varietà di volatili che vi si alterno in base alle stagioni, riesce a incantare più cuori di quanti ne possa incantare Cupido. Qui, per la prima volta si incontrano Rosa e Vittorio Emanuele II, il futuro re è ancora principe ma già ventisettenne mentre Rosa ha appena 14 anni ed è subito colpo di fulmine. Poco importa al principe l’essere sposato con quattro figli, non si ferma nemmeno davanti alla legge che nel regno vieta di avere rapporti con minori di sedici anni.

La Bela Rosin

Castello di Racconigi

Fonte foto Wikipedia

La Palazzina di Caccia di Stupinigi

Ecco allora che, per averla più vicina a Torino, Vittorio Emanuele fa di tutto per far trasferire la giovane inesperta e analfabeta Rosa in una dependance della Palazzina di Caccia di Stupinigi (i cui interne potete comodamente vedere da casa nelle puntate di Elisa di Rivombrosa, anche se dal vivo è decisamente meglio). È qui che i due vivono il loro amore clandestino per un lungo periodo di tempo ed è qui che concepiscono i loro due figli (Vittoria ed Emanuele).

Anche le architetture della palazzina indossano il tocco di Filippo Juvarra persino nelle scuderie, mentre nelle sale si vive un delizioso stile rococò internazionale. Oggi la Palazzina è visitabile ed ospita una grande varietà di eventi e di mostre.

La Bela Rosin

Palazzina di Caccia di Stupinigi

Fonte foto Wikipedia

La Mandria e gli appartamenti Reali di Borgo Castello

Dopo la morte della regina reggente Vittorio Emanuele non conserva più il minimo ritegno (cosa che davvero adirare la nobiltà vista la bassa estrazione sociale di Rosa) e praticamente i due si trasferiscono negli appartamenti Reali siti all’interno del Parco de La Mandria di Venaria a partire dal 1863. Qui il re ha tutto ciò desidera: rosa e il poter andare a caccia quando lo desidera, così ogni volta che non ha da svolgere faccende importanti è qui che sta.

Il parco reale La mandria a oggi è una riserva naturale che ospita al suo interno i cervi del re ma anche volpi, cinghiali e altri piccoli abitanti del sottobosco, vi sono anche un buon numero di rapaci. Il parco è sempre aperto ed anche qui vengono organizzati un gran numero di eventi e gite serali.

La Bela Rosin

 

La Mandria, vista di Borgo Castello

Fonte foto Wikipedia

Il Pantheon di Mirafiori

All’età di 25 anni, nel 1858, Rosa viene investita del titolo di Contessa di Mirafiori e di Fontanafredda. È così che diviene anche legittima proprietaria del castello di Sommariva Perno. Inoltre poco prima di morire Vittorio Emanuele II pretende di sposarsi con Rosa che diviene la sua sposa morganatica (ovvero sposa senza diritti ereditari. Questi due eventi sono quelli che creeranno nel corso del tempo una delle grandi leggende che vedono Rosa come protagonista. Il Pantheon viene fatto erigere dai figli di Rosa e Vittorio quando vedono la loro volontà di tenere uniti anche nella morte i genitori negata dalla nobiltà che per tutta la vita ha tentato di separarli. Non potendo lasciare le spoglie della madre fisicamente vicine a quelle del padre. Vittoria ed Emanuele decidono di far realizzare un pantheon romano in scala ridotta appositamente per la madre in modo da tenere insieme, almeno idealmente, i genitori. Così il corpo esanime de “La Bela Rosin” riposa nel suo mausoleo sino agli anni settanta del novecento.

La leggenda del mausoleo

L’ignoranza popolare e l’odio nobiliare, uniti allo stato di abbandono del pantheon, hanno dato origine alla leggenda che Rosa avesse stregato il re ed era per questo che veniva chiamata la moglie morganatica. Questo richiamo arturiano alla grande e complessa figura della strega Morgana permetteva di galoppare non poco con la fantasia. Ecco allora che la scala interna del mausoleo che termina su una porta murata diventa in poco tempo la cella dove, alla morte di Rosa, viene murata viva la zingara che per tutta la vita aveva operato accanto a Rosa per tenere il Vittorio Emanuele II vittima di un incantamento. Da qui al dire che chi vuole avere contatti con il mondo della Torino magica deve solo lasciare il proprio contatto sul muro del mausoleo è un attimo. Così inizia la vera e propria vandalizzazione, la conseguente presa del pantheon da parte dello stato, il trasferimento della famiglia di Rosa al Cimitero Monumentale di Torino (più precisamente lungo il perimetro del Campo Primitivo Nord) e del recente restauro terminato nei primi anni del 2000.

Oggi il pantheon è visitabile ed ospita molti eventi culturali in onore della contessa tanto odiata dai nobili ma tanto amata dal suo popolo.

La Bela Rosin

Pantheon di Mirafiori famoso anche come il mausoleo della Bella Rosina 

Fonte foto Wikipedia

E i fantasmi?

Leggenda, decisamente poco fondata, vuole che il fantasma de La Bela Rosin si diverta a terrorizzare i giovani carabinieri dell’accademia presentandosi sistematicamente sulle mura del castello di Moncalieri. Il Castello di Moncalieri è una meta splendida, famoso anche per il suo giardino delle rose che però nulla hanno a che fare con Rosa Vercellana. Gli interni non hanno nulla da invidiare agli altri castelli e manieri del Piemonte, l’unica cosa che gli manca è un fantasma titolato. Comunque in molti sostengono di aver visto un fantasma di donna e chi sono io per dire che non sia vero, dissento solo con l’identità. Avete attraversato con me tutte le corti legate a Rosa e queste ultime mura semplicemente non le appartengono.


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