Federica Manzon

Chi è Federica Manzon, vincitrice del premio Campiello

La scrittrice Federica Manzon, nasce a Pordenone nel 1981. L’autrice vive la sua adolescenza nel pieno degli anni del conflitto dei Balcani. Attualmente vive e lavora tra Torino e Milano. Il suo ultimo libro Alma (Feltrinelli, 2024) si aggiudica il Premio letterario Campiello.

Nel 2008 esordisce con il romanzo Come si dice addio. Nel 2011 il suo secondo romanzo Di fama e di sventura vince il Premio Rapallo.

Attualmente è docente presso la Scuola Holden di Torino. Collabora con il quotidiano Il Piccolo, e Tuttolibri della Stampa. Federica Manzon è laureata in Filosofia contemporanea.

Federica Manzon: “Alma”

Il romanzo è ambientato a Trieste, è il racconto di un ritorno. città di frontiera durante la guerra dei Balcani. L’autrice mette in luce l’inganno dei conflitti, dedicando il romanzo «a chi attraversa i confini».

Come Alma sento il richiamo delle vite possibili al di là di dove siamo. Per esempio, io amo Trieste, ho casa lì, ci torno ogni mese da 30 anni, andarmene ogni volta è per me un’esperienza lacerante, ma alla fine non ci abito.

Alma, giornalista affermata, torna alle origini, nella sua Trieste, dopo la morte del padre. Con questo ritorno si apriranno delle “stanze” che a distanza erano rimasti ormai chiuse.

Guardare di nuovo dentro i suoi ricordi, la protagonista a ripercorre tutta la sua vita e tutto ciò che l’ha portata ad essere ciò che è oggi.

In questo romanzo identità, memoria e storia personale, familiare e dei paesi fanno di Trieste una lente attraverso la quale possiamo guardare noi stessi, per capire chi siamo e dov’è la nostra casa.

Federica Manzon

Federica Manzon, identità, storia e memoria

Non è un libro autobiografico dichiara la Manzon, ma Alma, esplora temi che le stanno particolarmente a cuore come il rapporto con le proprie radici, l’identità, la memoria e la Storia.

Nei ricordi della protagonista del romanzo infatti, si ripresenta il conflitto dei Balcani degli anni 90, e la giornalista, Alma, fugge da Trieste a Roma nel tentativo di cancellare dalla sua memoria le immagini di un mondo che cade a pezzi.